A MINTURNO LA NONA EDIZIONE DEL MEMORIAL SPARAGNA CON IL POETA CALENO GINO IORIO

 

Redazione Calvi, 30 novembre 2014

 

 

NELLA SPLENDIDA CORNICE DEL BORGO MEDIOVALE DI MINTURNO LA NONA EDIZIONE DEL MEMORIAL SPARAGNA,

CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA

CON IN PARTERRE NOTI PERSONAGGI DELLA CULTURA E DELLO SPETTACOLO

 

CAPPELLA E IORIO AEDI DI TERRA DI LAVORO

 

Menzione d’onore e terzo premio assoluto con “Specchio d’Istanti” di Anna Cappella e la silloge “emozionando” di Gino Iorio

SERVIZIO di NIDIMO CHIERICO

 

Minturno in cattedra per il Memorial Sparagna, concorso internazionale di poesia, giunto alla sua nona edizione. A officiare la manifestazione, alla quale hanno partecipato noti personaggi della cultura e dello spettacolo, Irene Sparagna, poetessa e scrittrice dell’amena località turistica del Tirreno, figlia dell’ex Sindaco della cittadina laziale, un personaggio che ha lasciato rimpianti e una traccia profonda di simpatia in quanti nel Lazio hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzarlo.

Sul podio Patrizia Stefanelli, regista e scrittrice, che ha dato voce ai versi dei poeti premiati dalla giuria. Particolarmente gradita dal numeroso pubblico presente l’esibizione dell’attore Ciro Iannone, che si è speso nel proporre alcune delle sue liriche nel solco della tradizione e della lingua di Salvatore Di Giacomo. Nella terra, che fino al 1927 e alla drastica cancellazione dalla geografia del Belpaese da parte di Benito Mussolini, era il cuore di Terra di Lavoro, notevole e di rilievo il successo dei casertani Luigi Iorio e Anna Cappella.

La silloge “Emozionando” di Iorio, poeta e scrittore di Calvi Risorta, si è classificata al terzo posto assoluto e la poetessa e critica letteraria Anna Cappella, originaria di Formicola e nota designer d’interni, ha portato a casa una prestigiosa menzione d’onore. Di entrambi e di seguito riportiamo una lirica che il pubblico della Congrega di San Filippo Neri, onusta di opere d’arte del rinascimento e annessa alla Cattedrale del Borgo Medioevale, ha avuto modo ascoltare e di apprezzare. La nota critica è di Nicola Di Monaco

 

SPECCHIO D'ISTANTI  di  ANNA CAPPELLA


Mare che accarezzi
l'alba di ogni nuovo giorno;
del sole catturi i raggi ed il suo calore....

Mare che raccogli lacrime di cielo;
accompagni tempeste e sospiri di vento.

Sei specchio di vita,
rifletti il tempo:
dipingi d'incanto il tramonto
e rubi alla notte argentei riflessi di luna.

Inondi l'anima,
che naufraga approda
su spiagge di libertà,
che insegue sogni
in un volo di gabbiani.

Resto immobile,
in silenzio ascolto la tua voce:
il fluire lento,
continuo andirivieni delle onde,
che si increspano sulle rocce dell'esistenza
e si infrangono sulle rive dei giorni già passati.



“I TUOI NO” di GINO IORIO

 

La notte incalza.

L’orizzonte ha rubato il sole,

la battigia è vuota

e  la risacca rompe il silenzio.

I tuoi no,

viaggiano nell’olimpo del desiderio,

fermi alle porte del paradiso,

accecati da sogni sperati,

da maschere mai tolte,

da promesse mancate

e cadute nelle sabbie mobili della vita.

I tuoi no,

cavalcano le onde.

L’alba, che aspetto,

schiuderà flutti di perle e conchiglie

col tuo sì.

E la speranza m’assale di gioia.

 

In entrambe le liriche protagonista è il mare, con la ricchezza di sentimenti che ha ispirato ai poeti di tutti i tempi e di tutte le culture del mondo.

Dai primi accenni dei sumeri ai poemi omerici, dalla leggerezza degli allessandrini agli Haiku storici dei cinesi. Nella lirica di Anna Cappella, taglio impressionista e sottilmente romantica, si accompagna al tempo, un leitmotiv che lega il presente al passato. Dolci e riposanti le immagini usate, una foto dopo l’altra scattata in sequenza: il nuovo giorno inondato dal sole, il mare che raccoglie le lacrime del cielo, i sospiri del vento, la notte con i suoi riflessi d’argento.

Il mare, immagine della vita, con l’andirivieni delle sue onde. Nella semplicità delle espressioni si coglie una insolita potenza evocativa, ma non è il dramma di Saffo che si precipita dalla rupe, è la serenità della Emily che coglie la bellezza del suo giardino. Non c’è protesta, non c’è rabbia, non c’è richiesta di aiuti divini. Anna Cappella, immobile e silenziosa, osserva, curiosa ed attenta, il ciclo e il ritmo della vita, della quale il mare è lo specchio. Mare, approdo dei sogni e volo di gabbiani.

Diverso, del tutto diverso, il registro di Gino Iorio. L’orizzonte ruba il sole e la battigia è desolatamente vuota. I no che riceve sono colpi di martello, penetrano nel ventre molle dei desideri e lo fermano sulla soglia del paradiso. E’ l’ansia dell’attesa, del gelo che penetra nelle ossa, una successione di speranze che viaggiano senza certezza di approdi. Ma il poeta non è facile alla resa: sa che ci sarà un nuovo giorno e si arma di pazienza.

L’amore ha le sue regole e i suoi rituali, così evidenti e naturali negli uccelli e nella fauna del bosco, più complicati negli esseri umani. Le promesse mancate sono solo un rinvio che si schiuderà nei gemiti di un sì, più bello e luminoso che mai. Cappella e Iorio, due modi diversi ma non antagonisti di cantare il mare e la vita. Belli entrambi, rigorosi nella scelta delle parole e delle immagini, un’intensità emotiva che si esalta nel verso libero e nel racconto delle loro storie e dei loro sentimenti.

 

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