Caleno24ore, 29
novembre 2014
CALVI R. – I
roboanti annunci da parte delle istituzioni stanno alimentando la lotta a
tutela dell’ambiente e della salute umana, relativamente alla costruzione di
una centrale a biomasse sul territorio di Calvi Risorta, soltanto a
chiacchiere. A rivelarlo è l’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Romano,
intervistato da “Il Velino” sulle autorizzazioni concesse, attraverso la Valutazione di
impatto ambientale, da Palazzo Santa Lucia alla Iavazzi
Ambiente scarl della famiglia Iavazzi.
Il componente della
Giunta regionale, innanzitutto, ha voluto chiarire che la VIA, che serve ad
accertare “preventivamente la compatibilità ambientale di progetti di opere e/o
di interventi pubblici e privati attraverso la valutazione degli effetti
diretti ed indiretti sulle matrici ambientali e stabilire le condizioni per la
realizzazione e l’esercizio delle opere e degli impianti indicando le misure
per la minimizzazione o eliminazione dei relativi impatti”, rappresenta una
fase del procedimento attivato da altri.
Ricordando che
l’istanza della Iavazzi Ambiente è arrivata lo scorso
4 marzo, ha aggiunto: “A seguito della pubblicazione dell’avvio del
procedimento è pervenuta una sola istanza contenente osservazioni da parte di
un privato cittadino. Tali osservazioni sono state tenute in debita
considerazione dalla Commissione VIA che ha esaminato il progetto, richiesto
delucidazioni ed integrazioni su alcuni aspetti e rilasciato il parere di
competenza ambientale come atto dovuto per legge”. Insomma, tante parole ma
alla fine un privato ha presentato delle osservazioni alla richiesta presentata
dagli imprenditori marcianisani.
Fortunatamente,
però, i rappresentanti istituzionali hanno una ulteriore chance per rimediare.
Così come ha già fatto il “Comitato per l’Agro Caleno:
No Centrale a Biomasse”, potranno far valere le proprie ragioni – anche
relativamente alla VIA – in conferenza dei servizi. “È in questa sede –
aggiunge Romano – che eventuali pareri contrari e motivati degli altri Enti e
delle altre autorità devono essere rappresentati per negare l’autorizzazione
alla realizzazione dell’impianto”.
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