L’Anfiteatro di Cales, una costruzione del I secolo a.C.

Comune di Pignataro, 28 novembre 2014

Angelo Martino

Piantina anfiteatro

L’Anfiteatro di Cales si trova in territorio quasi inaccessibile e con visibilità quasi nulla per una delle principali testimonianze dell’Antica Cales in età romana, la cui costruzione risale al I secolo a. C. Ripetendo lo schema tipico degli antichi municipi romani, anche l’Anfiteatro di Cales fu costruito in una posizione che lo storico Giuseppe Carcaiso definisce “piuttosto eccentrica” in quanto la sua localizzazione è alla periferia nord-orientale della città fortificata, quasi sul ciglio del burrone che affacciava sul Rio dei Lanzi.

La datazione della sua costruzione è ascrivibile al primo secolo a.C., quindi nello stesso periodo in cui fu costruito quello di Pompei con il quale l’Anfiteatro di Cales doveva avere diverse analogie. La tecnica di costruzione è quella dello scavo del terreno tufaceo e parzialmente a terrapieno artificiale. Alle gradinate inferiori, i cui posti erano riservati alle autorità municipali e agli ospiti di riguardo, secondo consuetudine, si accedeva dal pianterreno attraverso appositi corridoi. Ai piani superiori, invece, si arrivava salendo dalle scale esterne.

Come abbiamo evidenziato, attualmente la struttura è coperta dalla vegetazione e conservata in pochi resti, ma si riconosce sul terreno la vasta pianta ellittica dell’arena, che si trova a circa 7 m. di profondità rispetto al piano di campagna attuale, e presenta un asse maggiore lungo m. 87,20 orientato in senso E–O. La cavea era costituita, originariamente, da gradinate per il pubblico che partecipava ai giochi gladiatori (venationes) e da portali monumentali di accesso all’arena, ornati da semicolonne in laterizio, affiancati da porte minori in opera reticolata. Secondo lo studioso Johannowsky, la costruzione dell’Anfiteatro di Cales fu “ampliata in età flavia o più tardi”.

Nel testo di Giuseppe Carcaiso, Storia dell’Antica Cales, è presente una preziosa piantina dell’anfiteatro caleno in una ricostruzione dell’Ottocento, che è stata rielaborata digitalmente per noi da Francesco Giuliano.

 

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