L'EMOZIONE DEI "BAROIA" LESS ONE

Agrocaleno, 11 novembre 2014

Massimo Zona

Circa un mese fa mi è arrivato, tramite Facebook, un messaggio di Raffaele, ragazzo che tanto tempo fa faceva parte di un gruppo, denominato “Baroia”.

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Un gruppo come tanti, dell’epoca (si era nel 1966!!), che amava cantare le canzoni dei primi Beatles e dei primi brani americani che cominciavano a girare anche in Italia. Un gruppo di cui io, universitario e appena diciannovenne, ero stato il fondatore.

Noi “Baroia” avevamo un sound particolare, che ci faceva apprezzare da un pubblico composto prevalentemente da giovani, nelle cantine dove ci esibivamo a prezzi pressocché irrisori, in piccoli teatri d’avanguardia, in feste dove ci chiamavano perché, pur bravi, costavamo veramente poco. Siamo stati insieme due anni prima che la vita e le sue vicissitudini ci sbaragliasse le carte. Così quei quattro ragazzi di vent’anni presero ognuno una strada diversa.

Io partii militare e da allora fu un susseguirsi di avvenimenti che mi portarono in giro per l’Italia e nel mondo. Degli altri persi praticamente ogni traccia. A distanza di tanto tempo il messaggio di Raffaele, batterista del gruppo, e la riunione di tutti in quel di Tarquinia, a nord di Roma, a ritrovare noi stessi e quello che il tempo ci aveva lasciato.

Un’emozione enorme, al rivederci tutti insieme e a chiuderci in un abbraccio collettivo, come a volere fermare il tempo, quel tempo, che ci aveva visto giovani e felici. Nel manifesto di invito c’era scritto “Baroia, less one” .

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Ed è stato proprio quel “less one”, quel “meno uno” a farmi correre da loro. In tutti questi anni io mi sono sempre sentito insieme a loro, nelle prove in una vecchia cantina, nelle feste di scuola e ho capito che anche da parte loro c’era e c’è ancora lo stesso affetto di un tempo. Poi l’esibizione. Tutti grandi musicisti, a partire da Raffaele Scenati, batterista, chitarrista e amante dell’armonica. Poi c’è Mauro Boldrini, entrato come bassista, ma anche finissimo chitarrista e compositore. In ultimo Luciano De Alexandris, chitarra solista, il vero fuoriclasse del gruppo, col suo stile unico e avvolgente, unico suo amore le chitarre, di cui possiede in casa ventiquattro esemplari.

Un incontro che ci ha catapultato di colpo indietro in una vecchia cantina, al suono di Let it be e Have you ever seen the rain.

 

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