Il Teatro Romano dell’Antica Cales: “ la città
splendida” dell'Alta Campania
Portale di Pignataro, 08 novembre 2014
Angelo Martino
L’antica Cales sorgeva su un pianoro attraversato da importanti vie
di comunicazione tra il Lazio e la Campania. Oggi si trova nella località che
conserva il toponimo di Calvi Vecchia presso l’attuale comune di Calvi Risorta.
Strabone la definì “città splendida” e in età preromana fu il centro più
importante della popolazione degli Ausoni-Aurunci.
Fu la prima colonia romana
fondata in Campania, per la sua posizione strategica all’interno della regione,
al confine con la fertile pianura controllata da Capua e con le vie d’accesso
al Sannio e al Lazio. In età imperiale, Cales ebbe due edifici per spettacoli: il Teatro per le
rappresentazioni sceniche e l’Anfiteatro per i combattimenti tra gladiatori.
Consideriamo che in età imperiale la città di Cales
acquistò un suo particolare prestigio, anche in relazione al fatto che alcune
famiglie locali, tra cui i Vitrasii e i Vinicii rivestirono importanti incarichi pubbliche, un
prestigio che a Cales si rifletteva in atti di
cosiddetto evergetismo col finanziamento di
importanti opere pubbliche. In particolare Marcus Vinicius
fu due volte console e intimo dell’imperatore Augusto.
Il teatro di Cales sorge nella zona mediana della città antica, in
prossimità del limite occidentale delle mura e a poca distanza dal Foro. Gli
scavi hanno portato alla quasi completa messa in luce del monumento che si
dispone in uno spazio quadrangolare tra un asse viario a sud e la terrazza di
un’area sacra a nord. Le coordinate geografiche del teatro di Cales sono latitudine 41° 11’ 59.91”; longitudine 14’
7’55.48”. Inoltre la struttura del teatro si pone tra un asse viario,
diramazione del cardo maximus, che prosegue a sud e a
nord di un muro di contenimento in opus incertum
della terrazza che ospitava sin da età arcaica la suddetta area sacra.
Il primo impianto, datato
alla prima metà del secondo secolo A. C. è documentato non solo dai resti
murati in opus incertum, già individuati nel
corridoio di accesso alla scena, ma anche dalle tracce, all’interno
dell’orchestra, di una gradinata più antica, a sua volta obliterata da un
bacino monumentale di età augustea. Disposto in parallelo, accostato al
proscenio e occupante l’intera larghezza dell’orchestra, ossia lo spazio tra le
gradinate e il palcoscenico, esso dava all’edifico l’aspetto di un ninfeo, con
un prospetto ornato da semicolonne. La cavea, ossia l’insieme delle gradinate,
attualmente visibile, fu costruita nel I secolo a. C. in opus quasi reticulatum, ossia con una tecnica muraria con conci di
pietra o terracotta a superficie esterna, disposti in maniera da formare una
rete di rombi, con nucleo interno della struttura in opera cementizia. Il
proscenio si mostra ornato di nicchie semicircolari e quadrangolari in ordine
alterno con la una scena frontale, in relazione alla sua costruzione è da
ritenere che una prima struttura sia stata realizzata con dimensioni modeste
nel corso del I secolo d.C.
Successivamente, nel corso
del I secolo d.C. l’orchestra e l'edificio scenico, in particolare, subirono
modifiche e rifacimenti in riferimento all'innalzamento del livello e del piano
pavimentale dell’orchestra. Inoltre si realizzano nuovi sistemi per consentire
l'accesso alla media ed alta cavea, su cui viene creato un piccolo tempio che
richiama la struttura dei teatri di Sessa Aurunca e di Teano Sidicino. Tale
tempio potrebbe essere dedicato al dio Apollo.
Il teatro di Cales è stato purtroppo spogliato in maniera sistematica
del suo apparato decorativo che era notevole, vista la quantità di frammenti
marmorei e degli elementi architettonici in marmo e tufo rinvenuti negli strati
di interro. Infatti, anche se mancano i resti di apparati decorativi ed
elementi architettonici, è ipotizzabile che la decorazione fosse di alto
livello qualitativo tramite la visione attenta dei pochi frammenti di marmi
policromi presenti, le modanature architettoniche in tufo e marmo e gli
elementi scultorei lapidei.
A proposito di questi
ultimi, si evidenziano soggetti dionisiaci. E' tale il frammento di rilievo con
sileno flautista che, come gli altri frammenti, possono essere di datazione tra
la fine del I e del II secolo d.C. Altri frammenti a tema dionisiaco e una
testa marmorea di età antonina furono rinvenuti
nell’area nel 1862.
Collegato al teatro da una
scalinata in tufo, sulla terrazza a nord di esso e a sud del decumano massimo,
vi era un santuario di cui si conservano i resti di un edificio templare (coordinate
geografiche: Latitudine 41° 12’ 1.35’’ N, longitudine 14° 7’ 59.71’’ E). Tale
edificio fu costruito verso la metà del I secolo d.C. su un’area sacra
precedente da cui proviene un capitello arcaico in tufo di stile dorico etrusco-campano ed un’antefissa a testa femminile tra fiori
di loto della fine del VI- inizi del V secolo a.C.
Il teatro romano di Cales e i monumenti vicini gravitavano molto probabilmente
intorno al Foro della città, considerando altresì che al margine meridionale
era presente un arco monumentale, detto tradizionalmente “ Arco d’Orlando.
Bibliografia
Stefano De Caro - La terra nera degli antichi campani – ArteM
- 2012
Concetta Bonacci – Cales - Un’area
archeologica da riscoprire – Vertigo - 2013
Visita: www.CalviRisorta.com