Estorsioni agli imprenditori casertani: in manette quattro esponenti
dei Casalesi
Metropolis
web, 04 novembre 2014
Un'ordinanza di custodia
cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli è stata notificata a quattro
esponenti del clan dei Casalesi per i reati di estorsione ed illecita
concorrenza con l'aggravante mafiosa commessi ai danni di imprenditori dei
comuni casertani di Carinaro, Teverola
e Calvi Risorta.
Per due degli indagati,
Antonio Barbato di 38 anni e Gennaro Guerra di 41, già detenuti dal 14 ottobre
scorso, è stato confermato il carcere, mentre per il 34enne Cesario
Ferriero e il 22enne Giovanni Mastroianni, il Gip ha
concesso i domiciliari. Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, sono state
realizzate dai carabinieri della sezione operativa del Reparto Territoriale di
Aversa che questa mattina hanno eseguito i provvedimenti. Cinque gli
imprenditori vittime degli emissari del clan, tra cui un venditore di pesce
ambulante obbligato con le minacce a
lasciare il suo posto al mercato comunale di Calvi Risorta a vantaggio proprio
del 22enne Mastroianni.
Per gli inquirenti (pm Dda
Fabrizio Vanorio) sarebbe Antonio Barbato il capo del
gruppo che fino ad alcuni anni faceva capo a Raffaele Di Tella,
referente di Francesco Sandokan Schiavone. Un elemento in rapida ascesa nel
clan già arrestato cinque anni fa sempre per estorsione aggravata. Non a caso
proprio Barbato, il 20 gennaio scorso - emerge dall'ordinanza di arresto del
Gip Vincenzo Alabiso - si reca in un cantiere edile
di Carinaro esplodendo alcuni colpi d'arma da fuoco;
dopo l'episodio l'imprenditore, che inizialmente non aveva ceduto alle
pressanti richieste estorsive dell'altro arrestato Gennaro Guerra - 'statti
calmo - aveva detto Guerra al costruttore - altrimenti ti levo tutti i denti
dalla bocca' - ha versato una tangente di 2 mila euro.
Sempre Barbato, qualche
mese prima, nel novembre 2013, in compagnia dell'altro indagato Cesario Ferriero (finito ai domiciliari,
ndr), va al mercato comunale di Calvi Risorta dietro richiesta di Giovanni
Mastroianni, il cui padre è titolare di un?attività di vendita ambulante di
prodotti ittici. Barbato avvicina un altro venditore di pesce.
''Non devi più venire a
vendere il pesce a Calvi Risorta, se vieni non ti facciamo andare neanche a Sparanise'' gli intimò. Risale all'agosto scorso l'ultima
estorsione commessa da Barbato e dai suoi complici; il delitto non si è
consumato perché la vittima, titolare di un esercizio commerciale di Teverola, ha preso tempo e alla fine non ha versato la rata
di Ferragosto; qualche mese prima però, ad aprile, l'operatore aveva dato a
Barbato 200 euro per il 'rateo pasquale'.
Dal provvedimento emerge
anche il mantenimento della 'rigida competenza territoriale' dei vari referenti
del clan, a dispetto di arresti e pentimenti eccellenti. In un'intercettazione
Barbato dice che ''Luigi u' Scusuto (ovvero
l'esponente di spicco Luigi Autiero, ndr), deve
andarsene a Gricignano (comune confinante, ndr), qua
non si è mai permesso di venire, a Carinaro ci siamo
sempre stati noi''.
Visita: www.CalviRisorta.com