NO alla centrale
a biomasse... un'occasione di riflessione sul lavoro
Portale di Pignataro, 24 ottobre 2014
Attualmente, ma già da
diversi anni ormai, parlando di lavoro, iniziano a sorgere innumerevoli
discussioni dovute ai gravi problemi che girano intorno ad esso. Uno dei grandi
problemi che affligge l'economia di molti Paesi ma che riguarda soprattutto noi
Italiani, è la disoccupazione. I giovani e la crisi economica sono ormai un
binomio quasi inscindibile. I datori di lavoro riducono le assunzioni
ricorrendo spesso alla stipulazione di contratti a tempo determinato o alla
cassa integrazione o addirittura al "lavoro in nero". La
disoccupazione aumenta sempre di più, i giovani si trovano sempre più a
sentirsi "pesci fuor d'acqua" nel mondo del lavoro. La crisi ha
diviso il nostro Paese, c'è chi sostiene che la colpa sia della cattiva gestione
dei soldi e chi invece dà la colpa ai giovani che vorrebbero tutti il posto
fisso.
Chi sostiene che il lavoro
in Italia c'è e che anzi in alcuni settori c'è forte richiesta, è il più delle
volte una persona che gode di un'ottima disponibilità economica, di una casa,
di un auto e anche molta esperienza alle spalle e saprebbe giustamente cambiare
il suo stile di vita in qualsiasi momento; chi invece si scaglia a favore dei
giovani disoccupati ed in cerca di lavoro si mette nei loro panni perché per
fare esperienza bisogna lavorare ed i corsi di formazione servono a ben poco se
dopo averli frequentati non sono i corsi stessi a dare i nominativi giusti
delle aziende che ricercano personale e quest'ultimi si scagliano contro le
istituzioni che sprecano i soldi in eventi futili a scapito di quelli che
potrebbero apportare delle migliorie nel nostro Paese.
Non siamo completamente
poveri solo perché la maggior parte dispone di genitori molto buoni che ci
sostengono ma senza l'aiuto di essi probabilmente saremmo tutti nella strada ad
elemosinare. Attualmente infatti la società vive di rendita, i figli campano a
spese dei genitori, gli anziani non riescono ad arrivare a fine mese e quando
la situazione è più grave ecco che scattano i suicidi. Il lavoro manca, anzi,
il lavoro è sempre stato scarso in Italia perché la scelta degli impiegati o in
qualsiasi altro campo lavorativo non si basa sulla meritocrazia ma sulla
raccomandazione o corruzione e questo avviene ovunque basta semplicemente
accendere la TV ed ascoltare il primo telegiornale imparziale.
Di recente diversi
politici hanno detto che i giovani non devono ambire da subito al lavoro
indeterminato perché non tutti possono essere fortunati alla prima occasione e
prima dovranno accontentarsi dei lavori precari, il cui significato è
l'incertezza del lavoro in futuro e l'inadeguato pagamento che serve a malapena
a sopravvivere nel presente. Il problema sorge col passare degli anni perché
quando si ha già un diploma il tutto diventa più difficile perché le aziende
richiedono sin da subito esperienza, cosa che la gran parte delle scuole a
parte quel poco di teoria che si studia non può garantire anche se alcune volte
vi sono aziende che assumono per un periodo di prova retribuito, ma anche
questo però sta scomparendo giustamente per via della crisi data la mancanza di
tempo.
Ancora più grave è la
situazione dei neolaureati che già sono più grandi e meno attratti dai lavori
mediocri a cui però devono abituarsi perché la loro laurea come capita spesso
non porta particolari vantaggi e questi saranno i futuri call
center, camerieri, cassieri, commessi ecc. Più avanti si va con l'età e più le
porte del mondo del lavoro tenderanno a chiudersi, ma allo stesso tempo
cercando subito lavoro senza avere esperienza non risolverà la situazione perché
si noterà subito la scarsa esperienza in un determinato compito rispetto ad
altri. Nel caso in cui, però, si riesce ad agguantare un lavoro a tempo
determinato, che di certo non è il sogno di nessuno ma che è ormai il bisogno
di molti, bisogna limitarsi a fare la vita del risparmio evitando anche di
uscire nei weekend con gli amici per risparmiare i soldi della pizza e della
benzina, questo comporta una chiusura di se stesso per colpa di un lavoro che
nemmeno piace fare ma che si fa solo perché non se ne può fare a meno.
Io non sono d'accordo con
le persone che dicono che i lavori sono tutti belli e che bisogna accontentarsi
perché ogni persona deve essere fiera del suo lavoro e ricevere uno stipendio
dignitoso che gli possa garantire un po' di tempo per divertirsi, i soldi per
curarsi in caso di malattia e quelli per potersi creare una famiglia, cose che
certamente il lavoro precario non può garantire. Sinceramente non penso che i
fondi che promettono di dare alle aziende possano risolvere buona parte della
crisi e dare un impiego ai disoccupati, specialmente quelli giovani, anzi penso
che chi ha un azienda si sia abituato a lavorare con meno operai e che non ne
avrà più bisogno di altri, mentre prima le potevano servire per
"lusso", nel senso che poteva risparmiarsi un bel po' di fatica,
adesso gli stessi dirigenti della azienda si mettono nei posti di lavoro per
controllare ancora di più chi batte la fiacca.
"L'Italia è una
Repubblica democratica fondata sul lavoro", ciò è quanto viene narrato
nella prima parte del primo articolo della Costituzione Italiana, secondo cui
il lavoro viene riconosciuto come uno dei principi fondamentali della vita del
nostro Paese; il lavoro infatti viene riconosciuto prima di tutto come diritto
e poi anche come dovere del cittadino. Forse la Costituzione non aveva del
tutto ragione perché la Repubblica appare come una democrazia fondata
"sulla ricerca del lavoro".
Il problema della
disoccupazione tenderà ad essere permanente, ma davvero la nostra esistenza
sarà modificata anche negli anni a venire da questa piaga, malgrado i continui
progressi raggiunti dalla scienza e dalla tecnica? Si spera di no perché
bisogna dare la possibilità a tutti di riuscire ad entrare nel mondo del
lavoro, soprattutto ai giovani che fanno sempre più fatica ad inserirsi, ma che
sono il futuro della società.
Domani 25 ottobre, alle
ore 9.30 presso la villetta comunale, l'Amministrazione Comunale di Calvi
Risorta invita tutta la cittadinanza e tutti coloro che vogliono aderire, ad
una manifestazione contro la minaccia della disoccupazione facendo protagonista
anche il diritto alla salute ed al nostro benessere ambientale dicendo NO anche
alla Centrale a biomasse.
E' così che vogliamo
creare nuovi posti di lavoro? Costruendo aziende dannose per la nostra salute?
Come se la salute pubblica potesse permettersi il lusso di essere uno sfondo,
qualcosa di secondo piano? Le centrali a biomasse bruciano prodotti che
emettono sostanze tossiche per l'aria e la terra, e naturalmente per la nostra
salute, dato che respiriamo l'aria e ci nutriamo con i prodotti della terra. Se
si volessero creare nuovi posti di lavoro, perché non pensare al fotovoltaico o
eolico che producono energia pulita?
Calvi Risorta, con la
nuova Amministrazione, è ancora una volta pronta a porre freno a condizioni
sociali e lavorative precarie, facendo sentire la sua voce anche contro un
turpe inquinamento ambientale che può e deve essere frenato energicamente se si
vuol garantire un degno futuro a tutti noi.
Visita: www.CalviRisorta.com