Nola, sgominata la gang della biglia di vetro: agiva
alle prime luci del giorno
Il Mattino, 09 settembre 2014
Carmen Fusco
Sono stati incastrati
grazie all'auto “di servizio” utilizzata per mettere a segno i colpi effettuati
ai danni degli automobilisti dell'area nolana. Si è fermata a Napoli la corsa
dei due rapinatori che per giorni hanno seminato panico e terrore
nell'hinterland e che hanno portato a termine almeno una decina di raid, alcuni
addirittura a mano armata.
A finire in manette sono
stati Vincenzo Del Giudice e Salvatore Bitonto: entrambi vecchie conoscenze
delle forze dell'ordine con una sfilza di precedenti penali, il primo è di
Casalnuovo ed ha 35 anni, l'altro ha, invece 41 anni ed è residente a
Pomigliano. Sono stati colti con le mani nel sacco, anzi con il piede
sull'acceleratore dell'ultima macchina rubata ad un agricoltore di San Gennaro
Vesuviano.
I carabinieri del nucleo
operativo della compagnia di Nola, diretti dal tenente Vincenzo Izzo, li hanno beccati a Napoli in via Umberto
Zanotti mentre viaggiavano a bordo di due auto, quella usata per le trasferte
criminali e quella sottratta al malcapitato proprietario. Ma non è stato un
caso. La denuncia è scattata immediatamente ed i militari hanno subito presidiato
le strade che i due malviventi avrebbero potuto percorrere. Gli uomini
dell'Arma erano sulle loro tracce già da tempo e soprattutto già da tempo
avevano individuato sia il mezzo di trasporto utilizzato dai rapinatori che il
percorso abituale dell'auto. Bisognava solo coglierli in flagranza e ci sono
riusciti.
Si è interrotta così, dopo
una intensa ed accurata attività di intelligence dei carabinieri di Nola,
un'attività criminale condotta sempre con le stesse modalità e negli stessi
orari. I due, infatti, preferivano entrare in azione di mattina presto, tra le
6 e le 7. A quell'ora, infatti, le strade non sono molto affollate di auto ed è
facile agire indisturbati per poi correre via senza l'ostacolo del traffico e
soprattutto senza correre il rischio di essere raggiunti dalle forze
dell'ordine. La tecnica della biglia di vetro lanciata contro la vettura
predestinata per indurre il conducente a fermarsi ed a scendere lasciandola
incustodita è solo uno dei trucchi usati per impadronirsi delle macchine e fuggire
a grande velocità.
Alcune vittime, infatti,
sono state affiancate dai due che, con la scusa di chiedere un'informazione o
di segnalare la perdita di una parte dell'auto, le costringevano a rallentare e
ad accostare ai lati della strada. Altre, invece, sono state addirittura
minacciate con una pistola. È il caso, quest'ultimo, della rapina che ha
incastrato Vincenzo Del Giudice e Salvatore Bitonto. L'agricoltore depredato
non solo è stato indotto a scendere con la scusa della marmitta staccata dal motore
ma è stato anche minacciato con la pistola e poi percosso. Il suo torto è stato
quello di aver accennato una reazione per difendere la propria auto ed è stato
malmenato. Soccorso ed accompagnato all'ospedale di Nola ha riportato
contusioni ad una spalla e ad una gamba: per i medici guarirà in 10 giorni.
L'accanimento nei
confronti dell'uomo non è servito però a farla passare ancora una volta liscia
ai due pregiudicati. L'agricoltore, infatti, ha dato subito l'allarme e
l'azione dei carabinieri è stata fulminea. I rapinatori sono stati ammanettati
e trasferiti nel carcere di Poggioreale mentre l'auto è stata restituita al
legittimo proprietario.
Se il colpo fosse stato
portato a termine senza intoppi la macchina sarebbe sicuramente stata usata o
come cavallo di ritorno e quindi a scopo estorsivo nei confronti
dell'agricoltore oppure sarebbe diventata merce per il mercato clandestino di
pezzi di ricambio.
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