I VERSI DI IORIO - LIRICA ISPIRATA DA EUGENIJ EVTUSENKO

Redazione Calvi, 08 settembre 2014

“Segmenti”

Perennemente vado

a raccogliere

i frutti della vita

per la strada

che mi è stata assegnata.

Le frontiere non bastano

a frenare l’impeto

che m’assale,

mentre nel sentiero della mia esistenza

solitario viaggia

l’animo mio

a cercare

gli unici, soli,

inconfondibili spazi.

 

NOTA CRITICA di NICOLA DI MONACO

Rassegnazione o supina acquiescenza al destino? Neanche per sogno. Il poeta cammina lungo i sentieri che gli ha assegnato il destino, ma non è succube. Resta un abisso tra le aspirazioni e la realtà, il grigio quotidiano e gli orizzonti che gli mulinano nella mente. Neppure le frontiere sono sufficienti a frenarne l’impeto. Lucida la determinazione, ma netta la percezione dei limiti della natura umana. Ed è nella solitudine del viaggio che cerca i “soli, unici, inconfondibili spazi”.

La lirica, in versi liberi, vede Iorio impegnato in una estemporanea a Rocca Imperiale, in Calabria, nell’ambito della sesta rassegna internazionale del premio “Il Federiciano”, onorata dalla presenza di Mogol e di Alessandro Quasimodo, attore e figlio del premio Nobel per la letteratura.

Il tema è riferito ad una frase del poeta e scrittore russo Eugenij Evtusenko: la poesia è come un uccello, ignora tutte le frontiere.

E’ l’ultimo giorno del mese di agosto 2014.

 

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