“Storie di vita” l’ultimo libro di Padre Pierluigi

Caserta24ore, 11 agosto 2014

paolom

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IL LIBRO (scelto da Paolo Mesolella). E’ stato pubblicato dalle edizioni “Città Nuova” di Roma, l’ultimo libro di Padre Pierluigi Mirra: “Storie di vita”. Il suo libro più bello: cento storie che hanno tanto da insegnare a quanti sono distratti da una vita che lascia poco spazio alla poesia dei sentimenti.

La nostra vita – ricorda padre Pierluigi – è la storia dei nostri incontri, e a un sacerdote missionario capita spesso di incontrare gente piena di ansie e di speranze cui dare una mano. “Storie di vita”, quindi, è un incontro con la gente che, grazie alla penna di un prete, diventano esemplari anche per noi, per il nostro cammino. “Sono convinto – scrive padre Pierluigi nell’introduzione – che nessun incontro nasce per caso e che in ogni storia ci sia la mano di Cristo”.

Storie dunque non pensate a tavolino, ma che hanno come punto di riferimento la vita, l’esperienza vissuta. Storie quotidiane, a volte incredibili a volte drammatiche, ma accompagnate sempre da un filo di speranza, dalla luce della provvidenza che invita a non scoraggiarsi per la pochezza della nostra umanità diventata fragilissima a causa delle malattie, dei figli non voluti, della povertà. Sonia che prova rimorso per il figlio abortito, Marem che dopo l’aborto ha paura di amare, Lucia che decide di non abortire nonostante la viltà del padre, Grazia, Caterina che accoglie il figlio cerebroleso, Enzo e Sabrina che sfuggono per un pelo all’aborto.

Il libro ci parla anche di tanti uomini, con le loro fobie e angosce che cercano di sfogare le loro frustrazioni sulle donne. Come quando Paola è costretta ad abortire il proprio figlio in clinica per colpa del marito; Gennaro con la crisi dell’inutilità, Elsa che abbandona il marito, Maddalena che lascia i figli soli per andare a prostituirsi, Eugenio che si innamora di una donna sposata, di Luigi il barelliere a Lourdes che diventa un alcolizzato, di Aldi violento verso la moglie Gina, di Maddalena giovane prostituta morta di aids e di Peppe, Eugenio e Saverio, malati di mente, cui bastava il regalo di un santino per sorridere.

Ma nel libro vi sono anche storie a lieto fine: come quella di Marcello, ex carcerato che diventa frate cappuccino, di Cirillo il pagliaccio che diventa frate, dell’odontotecnico che diventa prete, di Elena la maestrina che decide di diventare suora, di Gina che sposa Sandro con la spina dorsale rotta, di Chiara bella badessa quarantenne delle Clarisse, di Elena che il giovedì visitava un barbone, di Luca che non voleva più andare a scuola a causa della separazione del papà. E poi storie umili e straordinarie di vite normali: il ciabattino, il frate questuante, il giostraio, l’emigrante, l’ex carcerato, l’indiavolata, la ragazza drogata, il barbone, il custode del cimitero, il falegname che imprime nel legno della Madonna il volto della moglie Elena morta di parto. E storie di guerra, di giovani, di preti, di usurai, di Albanesi, di lavavetri, di emigranti, di badanti, di vagabondi, di malati in carrozzella e prostitute, di anziani e donne che vivono in solitudine.

Pierluigi Mirra è un sacerdote Passionista che oggi vive come superiore nel convento di Forino (Av) ma è stato al convento di Calvi Risorta almeno trent’anni. E’ nato a S. Maria la Fossa, il 31 agosto 1942 ed diventato sacerdote nel 1967. E’ impegnato nell’animazione giovanile e missionaria. E’ responsabile della rivista “Presenza Missionaria Passionista”. Come musicista ha pubblicato canti per l’animazione per ragazzi con le edizioni “S. Paolo” di Roma e “Rugginenti” di Milano. Ha scritto monografie su beati e santi Passionisti: P. Fortunato De Guttis” (1993), P. Germano Ruoppolo (2001), Sr. Gemma Menditto (2005), P. Giuseppe Pesci (2010), Beata Adelaide Brando (2003), Beato Grimoaldo Santamaria” (1997), “Beato Domenico Barberi (2011), San Paolo della Croce (2010). Con la pubblicazione di “Io sono un camminatore” (2012), “Gente della mia terra” e “Storie di vita”, padre Pierluigi va diritto al cuore di quanti hanno avuto la fortuna di incontrarlo sulla propria strada e di riconoscerne la grande sensibilità.

 

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