VESTIRSI CON LE PENNE DEL PAVONE NON FA FARE BELLA FIGURA

 

Agro Caleno, 22 luglio 2014

 

Massimo Zona

 

Già al tempo del poeta francese Jean de la Fontaine (1621 – 1685) c’era qualcuno abituato a vestire penne di altri. Nel suo caso era una gazza che però fu costretta a ritirarsi tra le sue pari, insultata, incalzata, beffeggiata, beccata e spennacchiata. Forte di un evidente quanto approssimativo e superficiale appoggio giornalistico, il cosiddetto “Gruppo Lombardi” incappa in una topica veramente notevole, nell’assai discutibile tentativo di attribuirsi meriti non propri e cercando di divulgare questa non verità “urbi et orbi”.

Stiamo parlando della delibera del consiglio comunale in merito alla centrale a biomasse.

 

Consapevoli che, dopo il calcio, il secondo sport più praticato in Italia è il salto sul carro dei vincitori, avremmo potuto soprassedere all’ennesimo, maldestro, tentativo di attribuirsi meriti “in corsa”, ma in questo caso no. In questa occasione bisogna rimarcare con forza che le azioni prese per difendere il territorio da un altro scempio come la centrale di Iavazzi sono sorte tutte dal basso, dai cittadini, dalle associazioni e dai comitati. Un conto è esprimere un parere e dichiararsi contro (l’hanno fatto tutti, tranne Caparco, e caro gli è costato!), un altro è lavorare per le assemblee, i cortei, i volantinaggi, i sit in di protesta e altro.

 

Chiunque adesso (maggioranza e opposizione) voglia far propria questa battaglia, per onestà dovrebbe riconoscere che il percorso e la lotta sono stati portati avanti da altri. Cosa che il comunicato della maggioranza sembra in verità ammettere. Non ci sono piaciuti i toni usati nella replica da Giovanni Lombardi ed Antonello Bonacci. Ci è sembrata, in effetti, una reazione scomposta e sopra le righe di quello che poteva essere un normale contraddittorio politico. Dare degli ignoranti e forse degli imbecilli agli altri abbiamo visto che non paga (Caparco docet!). Ma forse la presa di posizione era dovuta alla necessità di serrare i ranghi di una compagine male assortita che già va sfilacciandosi, venuto meno l’ardore della competizione elettorale.

 

E perciò cosa può avere spinto i finora ammirevoli protagonisti dell’ultima campagna elettorale calena a questa mossa, francamente lo ignoriamo. Se questa doveva essere la lista vincente forse poteva mettere in mostra, anche da perdente, uno stile diverso.

 

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