L’amministrazione di Calvi Risorta ribadisce il secco NO all’installazione della centrale targata Iavazzi

Luciana Antinolfi, 11 luglio 2014

Si è tenuto nella giornata di ieri, 10 luglio 2014, presso la Sala consiliare del Comune di Calvi Risorta, il Consiglio Comunale aperto la cui discussione era incentrata sul seguente punto posto all’ordine del giorno: “Installazione ed esercizio di una centrale a biomasse, della potenza di 1998 MW, della ditta Iavazzi Ambiente s.c.a.r.l. ubicata in Calvi Risorta”.  Presenti tutti i membri della maggioranza, tra la minoranza assente l’ex sindaco Antonio Caparco.  

A condividere questa battaglia, che presenta tanti lati oscuri, (si ricorda che nonostante i pareri sfavorevoli di Asl, Arpac, Comune di Sparanise, Comune di Calvi Risorta, Comune di Pignataro Maggiore e Comitati Civici per l’Ambiente, la commissione V.I.A.- V.A.S. – V.I., come si evince dal Decreto Dirigenziale n. 59 del 26/06/2014, non ha rilevato alcuna incompatibilità ambientale per la realizzazione di una centrale a biogas a digestione anaerobica del gruppo casertano Iavazzi Ambiente Scarl a Calvi Risorta), c’erano i sindaci del circondario: Cuccaro, Zona, Cenname, Merola, l’assessore all’ambiente di Francolise, l’assessore provinciale Rocco, il vicesindaco di Sparanise Consoli, il capogruppo della minoranza di Francolise Russo, i giornalisti: Salvatore Minieri, Elio Zanni, Enzo Palmesano, Peppe De Lucia, Davide De Stavola, il Comitato per l’agro caleno, l’ex sindaco del comune di Rocchetta e Croce Laurenza,  il Presidente dell’Archeocales, esponenti della Cales Novi e tanta gente comune.

Per la prima volta, nella storia di Calvi Risorta, si insedia un consiglio comunale aperto, al fine di consentire la partecipazione popolare, “parliamo da cittadini e non da politici”, ha dichiarato il sindaco Marrocco, “e da cittadini lotteremo con tutte le nostre possibilità per difendere il nostro territorio da speculazioni e soprusi”. La proposta di Marrocco, condivisa ed accettata da tutti,  è  di firmare un documento comune da sottoporre alle autorità competenti fino a farne ricorso al TAR se necessario, perché “la centrale a biomasse è un impianto antieconomico e spetta al territorio deciderne l’utilità, la normativa delega noi e ne abbiamo piena titolarità nelle decisioni”, è quanto affermato dal sindaco di Camigliano.

L’assessore all’ambiente, Maria Rosaria Russo, ribadisce le ripercussioni che un siffatto impianto possa avere sulla salute, “porteremo avanti la nostra opposizione anche con la forza”. Più duro l’intervento di Minieri che attacca l’indifferenza e la superficialità degli organi provinciali, là dove l’assessore Rocco sostiene la tutela ambientale per il rilancio del turismo, “la stessa provincia, per costruire il gassificatore a Capua non ha esitato a rinterrare un intero quartiere romano” e, rimarcando l’inutilità per il nostro territorio della già esistente centrale di Sparanise, sottolinea l’enormità degli interessi economici che si celano dietro il “vantaggioso affare” targato Iavazzi. “Una centrale che serve alla ricapitalizzazione di un miliardo e 800 milioni di euro, debiti che la Sorgenia ha con le banche e che sfocia nella progettazione di 11 centrali”. Tutt’ altro che necessità energetiche locali e garanzia di posti di lavoro! INTERESSI, INTERESSI E NIENTE ALTRO CHE INTERESSI!

A fronte di tutto ciò, il POPOLO dell’agro caleno SI RIBELLA e rivendica il diritto ad una vita proficua, intensa e salutare, (dalle parole di Giovanni Cardillo) e non ci sta ad accettare compromesso alcuno, la vita umana non ha prezzo, e “l’erogazione di un contributo all’amministrazione comunale di Calvi Risorta da destinare alla valorizzazione dell’area archeologica di Cales”, come si legge nel Decreto Dirigenziale n.59 del 26/06/2014 della Regione Campania, lede la dignità del nostro paese.

 

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