Centrale a biomasse: l’ennesimo (inutile)
impianto in una zona già inquinata e a due passi dall’Antica Cales
Caleno24ore, 24 giugno
2014
Salvatore Minieri
Il 4 aprile
scorso, con nota 5/44, i carabinieri della stazione di Sparanise hanno messo
sotto sequestro penale una vasta area della zona denominata ex Pozzi, per la
pericolosa presenza di liquidi e rifiuti che ricadono direttamente (come si
legge dal verbale dei militari) nel terreno e sui pavimenti di alcuni capannoni
superstiti della vecchia zona industriale. Poco più di un mese dopo, il 19
maggio, il Dipartimento di Prevenzione UOPC ambito 4 di Capua, distretto
sanitario 22, ha espresso parere non favorevole alla realizzazione di un
impianto di biomasse nella zona in oggetto.
Giorni prima,
il 14 maggio, l’Arpac – Dipartimento di Caserta ha certificato che le due
centraline di rilevamento qualità dell’aria, poste al confine dei comuni di
Calvi Risorta, Pignataro e Sparanise, hanno più volte registrato, nel corso del
2013, il superamento dei livelli di sicurezza per la salute umana. Ma già
all’inizio del 2014, (sopralluogo del 15 gennaio) tecnici dell’Arpac avevano
rilevato nell’area ex Pozzi/Ginori la presenza di fusti in cattivo stato di
conservazione con il contenuto pericoloso spesso caduto sul terreno.
Nel 1998, a
firma dell’ingegnere Pietro Martino, veniva stilato un verbale di carotaggio
che parlava di rifiuti pericolosi nella zona in questione. Ma sembra essere
servito proprio a nulla tutto il lavoro di ricognizione e salvaguardia messo in
campo dai tecnici e dalle autorità. Qualche giorno fa, la società Iavazzi Ambiente Scarl
(proprietaria di quell’area e beneficiaria di un massiccio finanziamento
governativo per realizzare una centrale a biomasse), con nota protocollata al
Comune di Calvi Risorta, ha chiesto autorizzazione all’Ente di procedere
all’escavazione di un pozzo in piena zona segnalata come potenzialmente
inquinata.
Insomma,
nonostante i dinieghi e i pieni riscontri tecnici che attestano l’assoluta
insalubrità della zona, la cordata Iavazzi Ambiente Scarl prosegue nei
suoi lavori di realizzazione, molto presumibilmente, di un indotto per la
costruzione della centrale a biomasse. Anche qui, come a Capua, l’impianto a
biomasse svetterà a poco più di 300 metri dagli scavi dell’antichissima area
archeologica dell’Antica Cales: cittadina etrusco-ausone
con impianti pubblici ancora in piedi, strade romane, resti di strutture e uno
dei teatri più antichi e suggestivi del mondo che, per uno strano scherzo del
destino, sarà il monumento più invaso dalla puzza dei rifiuti delle biomasse,
vista la sua dislocazione in un’area del parco antico a poche centinaia di
metri dall’area acquistata dalla Iavazzi Ambiente.
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