I riferimenti
alla contea di Calvi nei documenti dell’anno X
CDP, 12 giugno 2014
Angelo Martino
La contea di Calvi non era
molto estesa e neanche densamente popolata a causa delle devastazioni che aveva
subito il territorio di Calvi dalla guerra gotica. Agli abitanti di Calvi negli
anni di elevazione a contea fanno riferimento alcuni documenti, in primis Erchemperto il quale, scrivendo dei fatti d’arme che nel
881 interessarono il territorio, ci comunica che Landone
III, detto il Pigro, aveva ben difeso il suo “oppidum”.
Infatti, mentre la nobiltà
difendeva con le armi l’assalto dei nemici, il popolo di Calvi era intento
nell’importante opera di fortificazione del “castrum”.
Inoltre vi sono delle
pergamene del X secolo le quali ci permettono di avere ulteriori notizie su
Calvi e i suoi abitanti. La prima è datata 914 ed è presenta nel CODEX DIPLOMATICUS
CAJETANUS, ove si parla di una vedova di nome Eufemia che vende a sua figlia
Bona i sei dodicesimi di un casale” posito in Calvi…cum arboribus, fructiferis et interfructiferis, montibus… parietinis, pratis, rivis, cisternis…”.
Il secondo documento è del
marzo 963, il “Placito di Sessa”. Esso ci riferisce che il giudice Maraldo, in relazione ad una sentenza pronunciata in “castro
suessano” sulla proprietà di alcuni fondi rustici
situati in località “Valuogno” di Sessa, prima in
possesso dell’abate Galdo del monastero di San Salvatore sul monte Cocuruzzo e
poi pervenuti ad un certo Pergoaldo e rivendicati da
Gualfredo, figlio di Guaferio, abitante del castrum di Calvi. Quest’ultimo sosteneva di essere in
diritto di tale territori.
Molto più interessante è
la pergamena del 977 concernente la proprietà dei terreni del monastero di San
Salvatore in cui è lo stesso vescovo di Calvi, Giacomo, a rivendicare la
proprietà in base ad una donazione di Specia, figlia
di Pergolfo. Costei aveva donato i terreni alla
chiesa dedicata alla Vergine Maria “constructa intus cibitatem… pertinentes Episcopio Sanctorum Martirum
Casti et Cassi”.
Il giudizio fu favorevole
al Monastero di San Salvatore, ma ancora una volta si fa riferimento alla
contea di Calvi con propri gastaldi e un folto numero di nobili e con un
proprio vescovo.
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