Antica Cales piena di discariche: Vanificato il
lavoro dei volontari
Corriere del mezzogiorno, 11 giugno 2014
Rinvenuti altri rifiuti speciali nel sito
archeologico: Non c’è pace per il sito archeologico dell’antica
Cales nel comune di Calvi Risorta, in provincia di Caserta. Nonostante lo
sforzo delle associazioni di volontariato locale, unite per rilanciare il luogo
che ha un'estensione grande quanto Pompei, ma in gran parte ancora da riportare
alla luce, discariche di rifiuti speciali, sono state rinvenute anche di
recente. «Grazie all’impegno delle diverse associazioni di volontariato attive
sul territorio, in sinergia con gli archeologi della Seconda Università di Napoli,
siamo riusciti a ripulire dai rovi gran parte delle strutture archeologiche
dell’antica Cales; sono tornate così nuovamente visibili le terme Centrali e il
cosiddetto Tempio di Augusto caleno nei pressi del Teatro» fa sapere Luca
Barbaro, giovane attivista di «piccolalibreria80mq», che assieme ai volontari
dell’ArcheoCales, della Proloco Cales Novi, Demetra,
AGESCI – Scout di Sparanise, in pochi mesi hanno rilanciato il sito
archeologico casertano attraverso incontri e visite guidate.
CALES DA
RISCOPRIRE - «Il progetto Cales da (ri)scoprire,
finanziato dal Bando Microprogettazione Sociale
2012-2013 del CSV Asso.Vo.Ce ha avuto inizio a
febbraio 2014 e avrà una durata di 6 mesi – spiega il nostro interlocutore -
gli interventi sono volti alla pulizia del Cardo Massimo, la via principale che
attraversa la città antica da Nord a Sud e dei cunicoli che su di esso si
affacciano; al ripristino della cartellonistica informativa ed alla
valorizzazione dell’area archeologica, grazie a visite guidate ed altre
iniziative culturali svolte nella medesima. Da aprile sono iniziate le prime
escursioni, che hanno riscontrato già un significativo afflusso di turisti e
visitatori».
I RINVENIMENTI
DEI RIFIUTI - Tuttavia proprio durante i preparativi per le visite
i volontari hanno fatto l’amara scoperta: rinvenute tra le antiche rovine anche
diverse discariche di amianto, e non solo. «Durante le esplorazioni sono state
individuate ben quattro giacimenti di eternit solo all’interno del sito
archeologico (uno di notevole dimensioni proprio nei pressi del ponte delle
monache) e altri due all’esterno (anche questi di notevole dimensioni) nei
pressi di due grotte di notevole importanza storica perché scavate in età
arcaica e poi divenute prima catacombe e poi luoghi di culto cristiano (la
grotta dei santi è totalmente affrescata in stile bizantino e di una bellezza
unica nel suo genere). Inoltre alle pendici del Ponte è stata ritrovata un’auto
abbandonata palesemente lasciata cadere dal precipizio, che giace lì da anni».
I volontari hanno inviato una mail descrittiva al prefetto della Terra dei
Fuochi, Donato Cafagna sollecitando un intervento coordinato con le
amministrazioni locali per la celere rimozione dei rifiuti.
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