Considerazioni
post risultati elettorali
Agro
caleno, 27 maggio 2014
Francesco
Zona
A
PROPOSITO DI CAPARCO
Lascia stupita la prestazione del sindaco uscente che
non è stato mai in partita. Ha sempre arrancato nelle posizioni di rincalzo non
trovando mai un acuto che potesse sollevarlo dalla mediocrità di risultati che
stavano lì a dimostrare alquanto impietosamente la fine di un’epoca. Alla fine
il tribuno caleno ha dovuto ammainare le sue bandiere e constatare la sua
irrimediabile e storica sconfitta.
Eppure le aveva provate tutte le soluzioni per cercare
di uscire dalle evidenti sacche tra le quali si era impantanato. Gli è riuscita
la mossa di arruolare ai suoi vessilli l’avv. Tina Izzo, che però più di tanto
non è riuscita a dare; in più alcuni suoi vecchi fedelissimi non sono andati
oltre un modesto dovere di firma.
Certo ha poco giovato mettere i fratelli contro i
fratelli e soprattutto proporre in alternativa ai protagonisti storici di altre
battaglie i loro figli, atto che è stato interpretato come imperio, più che
come apertura ai giovani, sacrificati sull’altare della convenienza di altri,
non certo la loro. Unica eccezione la lusinghiera prestazione di Anita Bovenzi che con 272 voti personali ottiene un’affermazione
di tutto rispetto, in ciò sostenuta da una bella e importante famiglia.
Tramonta così oggi lo stellone politico di un Caparco
comunque diverso da quello battagliero e sanguigno degli anni scorsi. Sarà che,
oltre al peso dell’età, ha avvertito che alcune sue ultime uscite piuttosto
improvvide, come quella sull’impianto a biomassa, la questione GEA e la Cava Fabressa, solo per citarne alcune, ne hanno sminuito di
molto il carisma, generando un senso di insoddisfazione tra i suoi stessi
seguaci.
A
PROPOSITO DI LOMBARDI
Perdere le elezioni per sette voti, quando le
previsioni erano di stravincerle con una differenza di almeno 200 voti,
dovrebbe far riflettere a lungo i due attori principali della lista, in
particolare lo stratega Antonello Bonacci, apparso troppo sicuro del fatto suo
al punto di trascurare molti contatti diretti, dando così per scontato ciò che
non doveva essere dato.
Se si fosse perso per un numero maggiore di voti, si
sarebbe potuto cercare e trovare una qualche giustificazione plausibile. Quello
che è successo denota invece un pizzico di presunzione e un po’ di
superficialità e questo errore è reso più macroscopico dall’entità veramente
misera della misura con la quale si è persa la votazione.
Certo, i due sono giovani e avranno modo di rifarsi,
se ne avranno tempo e voglia, magari impegnandosi con continuità e non solo
nell’imminenza della tornata elettorale. Peccato per Antonello, che è andato
incontro all’ennesima sconfitta, questa volta resa più bruciante da come è
accaduta.
A
PROPOSITO DI MARROCCO
Data per completamente spacciata alla vigilia del
voto, la lista del duo Marrocco–Cipro si è dimostrata nei fatti la più solida e
affidabile. Eppure i due venivano da due peccati originali notevoli, quello di
essere stati eletti nella lista di Caparco e quello di avere sempre rifiutato
di volere anche solo discutere una leadership, quella di Giovanni Marrocco, che
si è auto investito e auto referenziato da tempo della carica di sindaco.
Va dato loro atto però, constatata la decisione di
Lombardi di non cedere lo scettro a meno di improbabili primarie, di avere
voluto correre il rischio di affrontare a viso aperto una battaglia che i più
davano perdente e di avere fino all’ultimo creduto in un risultato positivo. Certo,
quando si vince di soli sette voti è possibile fare tutte le dietrologie di
questo mondo.
Quando si vince, e nel modo veramente rocambolesco
come hanno fatto loro, bisogna però solo levarsi tanto di cappello e augurare
loro un cammino amministrativo pieno di belle novità e affermazioni. A questo
punto auspichiamo che sappiano coinvolgere le forze più belle della nostra
cittadina, anche quelle che ora sono all’opposizione, per pacificare gli animi
esacerbati da anni di forti contrapposizioni e dare una voce e un futuro ai
tanti giovani che quest’anno più che mai si sono mobilitati per questa tornata
elettorale.
E’ a loro e al loro entusiasmo che tutti noi dobbiamo
il massimo rispetto, a prescindere dalla scelta compiuta da ognuno.
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