Quando Calvi fu
punita ed assegnata con il suo Demanio in “perpetuum”
a Capua
Portale
di Pignataro Maggiore, 20 maggio 2014
Angelo Martino
Una pergamena del 1460 ci
comunica la decisione di Ferrante d’Aragona, figlio di Alfonso, di punire Calvi
ed assegnarla in “perpetuum” a Capua, mentre ancora
infuriava il terribile conflitto tra Ferrante e i suoi baroni ribelli, iniziato
l’anno precedente, una guerra intestina sanguinosa che terminò con la sconfitta
e la punizione dei baroni ribelli.
Il decreto di assegnazione
di Calvi a Capua porta la data del 4 agosto 1460, mentre il furioso conflitto è
ancora in corso. Come è noto, Capua era stata sempre fedele fin dall’inizio al
re, mentre Calvi si era mostrata più oscillante ed inaffidabile. Infatti la sua
resa ai baroni ribelli era stata senza opporre resistenza, quasi incoraggiata e
il re Ferrante d’Aragona non dimenticò, come non poteva non ricordare che il
suo capitano prediletto "per il suo valore e il suo cuore", Camillo
Caracciolo, era stato ucciso proprio sotto le mura di Calvi. Il rancore verso
Calvi spinse il re alla decisione del 4 agosto 1460, e tutti gli storici sono
concordi nel ritenere tale decisione fu un premio concesso a Capua e una
punizione severa inflitta a Calvi.
Pertanto il re decreta “[…]
et nos[…] ispam civitatem
Calvi et eius districtum et
pertinentias[…] congregamus,
unimus atque incorporamus ipsi civitati Capuae in perpetuum descernimus et esse volumus cum omnibus suis ivillis, oppidis
et casalibus et habitantibus
in esi…nec non cum terris cultis
et incultis, pratis, pascuisque vineis, olivetis, trapetis, montanis, iardenis, silvis, molendinis, momoribus, aquis, aquarumque decursibus[…] et
integro statu ipsius civitatis
Calvi e de demanio ipsius intus
et extram ipsam civitatem et eius territorio, petinentis et districtu comprehenduntur et includuntur ad
utilitatem et comodum[…] universitatis corporis dicte civitatis Capuae”.
Quindi dalla traduzione
del contenuto della pergamena del 4 agosto 1460, si evidenzia la determinazione
di re Ferrante d’Aragona nel punire la città di Calvi e “riunire, congiungere,
incorporare Calvi e il suo territorio, inclusi fattorie, borghi e casali, come
le terre coltivate ed incolte, prati e vigne, uliveti, giardini, boschi e
frantoi, mulini e corsi d’acqua” alla citta di Capua, sua fedele alleata nella
lotta contro la sanguinosa rivolta dei baroni.
Nel 1500 il castello di
Calvi aveva una guarnigione composta da un francese e sei calabresi. Tali
uomini erano soldati del re, ma erano messi al servizio del Governatore di
Calvi che risiedeva nel castello ed era inviato ogni anno da Capua,
conformemente alla decisione di Ferrante d'Aragona del 4 agosto 1460. Tale
funzione di Governatorato di Calvi durò fino alla metà del 1700, secondo una
procedura che prevedeva una nomina annuale, a rotazione tra la classe nobiliare
e il ceto borghese. Tra i suoi compiti vi era quello di riscuotere i tributi,
svolgere funzioni di polizia e i primi gradi giurisdizionali, come anche di
controllo sull'attività amministrativa esercitata dai Sindaci dei casali di
Calvi, ossia quello di Sparanise, Petrulo e dalle cosiddette Masserie di
Visciano e di Zuni.
Bibliografia
José Mazzoleni- Le pergamene di Capua- 1960
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