PD
Calvi Risorta, 29 aprile 2014
Il Segretario del PD di Calvi Risorta Giuliano Cipro
afferma: “Il nostro Partito dice NO alla realizzazione della centrale, a tutela
della salute dei cittadini e dell’ambiente”, spiegandone le motivazioni.
La centrale elettrica a biomasse è un impianto industriale da
alimentare, bruciando a ciclo continuo e per tutto l’anno, residui vegetali del
taglio dei boschi e dell'agricoltura in genere. Senza giri di parole, un inceneritore.
Non sono affatto innocue
perché notoriamente producono grosse quantità di sostanze inquinanti
con notevoli effetti negativi sull’ambiente e la salute dei cittadini
perché causa di malattie tumorali come è ormai dimostrato da numerosi studi
redatti da autorevoli scienziati e da diverse università italiane ed
europee. Senza addentrarci in dati tecnici sulla pericolosità dei fumi della
combustione immessi nell'aria, che ricadrebbero anche per chilometri nelle zone
circostanti, le polveri sottili prodotte e l'emissione di centinaia di
tonnellate di CO2 non possono non avere
conseguenze.
La
qualità dell’aria non sarà più la stessa, considerata la “cappa” che
normalmente ristagnerà sul nostro territorio. L'inceneritore di vegetali,
battezzato centrale a biomasse per l'uso di risorsa verde, non può essere
considerato un impianto ecologico nel senso che alcuni vorrebbero farci
credere: pur partendo da combustibile verde, ovvero vegetale, questo viene
bruciato lasciando residui di colore grigio-nero come fumo e ceneri. Di
biologico tale impianto non ha nulla. Un po' come la benzina verde: una volta
assegnatole quel nome a scopo pubblicitario, non è certo diventata buona da
bere! Le centrali a biomasse, sicuramente migliori di quelle a carbone o a
petrolio, non sono prive di conseguenze per l’aria e per il territorio.
La
Legge, attraverso il cosiddetto “Cip 6”, ha inoltre equiparato i rifiuti solidi
urbani alle biomasse e quindi incentivato allo stesso modo l’energia elettrica
da essi prodotta. (Il CIP6 è una delibera del Comitato
Interministeriale Prezzi adottata il 29 aprile 1992
(pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n°109 del 12 maggio 1992) a seguito della
legge n. 9 del 1991, con cui sono stabiliti prezzi incentivati per l'energia
elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili e "assimilate").
In questo modo il concetto di biomassa diventa davvero incerto. La normativa
vigente considera “biomasse” non solo “legname, frascame, residui di potatura
ed altro materiale vegetale compatibile” ma anche materiali altamente
inquinanti (come da elenco D.M. 6 luglio 2012 TAB 1a 1c 6a) come: carcasse e
parti di animali macellati non destinati al consumo umano per motivi
commerciali; farine di carne e d’ossa, sottoprodotti di origine animale di
scarto da lavorazioni industriali, fanghi di depurazione e letame di origine
animale, rifiuti a valle della raccolta differenziata per i quali è ammesso il
calcolo forfettario dell’energia imputabile alla biomassa (51%), se usati
entro certi limiti di quantità come plastiche, pneumatici fuori uso, pitture e vernici
di scarto, rifiuti non diversamente classificati e molto altro ancora
(basta leggere le tabelle)!!!
E’
pertanto estremamente rischioso consentire la realizzazione nei nostri
territori di impianti che tecnicamente sono dei veri e propri inceneritori
o dei veri biodigestori di rifiuti, con tutto ciò che
potrebbe conseguirne !!! La situazione diventa tragica se pensiamo che,
nonostante le centrali a biomasse dovrebbero bruciare esclusivamente biomasse (cippato vergine, legna, oli vegetali), la sostenibilità ambientale
dell’impianto suscita dubbi considerevoli visto che può bruciare biomasse
prodotte esclusivamente entro 70 km dal sito e che in assenza di esse è
possibile bruciare ecoballe.
Infatti,
il Decreto Legislativo n.387, art. 2, del 2003 consente di trasformare ogni
tipo di “fornace”, quindi anche quella a biomassa, in possibili inceneritori,
in quanto accomuna la biomassa al combustibile derivato da rifiuti (cdr), meglio conosciuto come ecoballe.
Guardando al nostro territorio, sicuramente non basteranno i boschi dell’intera
regione né è possibile che si importi biomassa, mentre è estremamente facile
reperire in loco le ecoballe. I dubbi sono leciti e
gli effetti sulla salute sarebbero devastanti perché causa di malattie
tumorali, quindi scegliamo di tutelare la nostra salute e l’ambiente,
riconoscendo che non è tramite l’incenerimento che si risolve il problema
rifiuti ma solo con una forte spinta alla raccolta differenziata si può creare un’alternativa forte.
Per
queste motivazioni diciamo NO ALLA CENTRALE, invitando il sindaco e
l’amministrazione comunale a porre in essere quanto è nelle proprie possibilità
al fine di evitarne la realizzazione.
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