Chi ci scalderà il cuore?

 

Agro Caleno, 17 aprile 2014

 

Massimo Zona

 

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“Si continua a definire Antonello un perdente! Vincenti sono coloro che, come Marrocco, fanno accordi a destra e a manca pur di ottenere una carica?? Gli stessi che poi non riescono ad amministrare con nessuno degli alleati? Allora viva Antonello e i suoi ideali!”

 

Riprendo questo commento dopo un po’ di tempo, persuaso che  le sensazioni della prima ora debbano decantare per lasciare posto ad un’analisi più fredda ed equilibrata. Certo, il passo compiuto da Rinascita Calena è stato di quelli azzardati, politicamente parlando, seppur indispensabile per uscire dalle secche di un immobilismo fine a se stesso più che all’interesse dei cittadini. Diciamolo francamente: grosso merito va ascritto a quella vecchia volpe politica, pur giovane di età, di Giacomo Zacchia, che interpretando correttamente i segnali che gli arrivavano da più parti, e in particolare da coloro che gli sono stati sempre vicino, ha deciso di non candidarsi, confondendo in un colpo le carte a Rinascita Calena (tra cui più di uno non voleva l’inserimento) e rendendo pan per focaccia a quello che da lui era considerato il nemico pubblico n. 1 e cioè Marrocco.

 

Se da un punto di vista numerico Giovanni Lombardi ne trarrà sicuro giovamento, dal punto di vista strettamente politico la mossa messa in atto insieme ad Antonello rischia invece di indebolirlo. Ne abbiamo avvertito le avvisaglie su questo blog dai vari commenti apparsi su di esso, che parlano di inciuci, marmellate, e via dicendo. Certo, direte voi pochi, ma affezionati lettori, Zacchia ha rinunciato a fare il sindaco e perciò Giovanni Lombardi non ha corso nessun rischio di defenestramento. Speriamo per lui che i vantaggi che ricaverà da questa operazione siano maggiori di quelli passati oggi all’incasso. Cosa c’entra tutto ciò col prologo?

 

C’entra e come, caro amico di evidente fede antonelliana. Chi scrive è uno di quelli che nelle passate elezioni ha avuto il coraggio di schierarsi pubblicamente a suo favore e a quello di Rinascita Calena. Ma dopo tutti i proclami di impegno fattivo che doveva essere continuato anche dopo le elezioni, nulla è più stato fatto. Dichiarai nell’occasione del voto ad Antonello che ben sapevo di andare incontro a perdita certa, viste le forze in campo e l’esiguità della sua lista, ma che ero ben contento di farlo in nome degli ideali che andava propugnando. Mi inimicai, sempre in quell’occasione, molta gente, convinta che bastassero parentele e amicizie per aggiudicarsi il mio voto. L’unico a comprendere la mia presa di posizione fu Nicola Cipro, mio amico da sempre, che dimostrò apprezzamento per la coerenza e la lealtà di intenti che mi portarono a non votarlo.

 

Ora, a distanza di cinque anni, Antonello viene a riproporci più o meno le stesse cose, spacciandole per nuove sotto il vessillo di Giovanni Lombardi. Ma dopo cinque anni le cose cambiano, i vecchi aficionados degli ideali, come me, si chiedono che fine abbiano fatto le istanze di quel tempo, dissipatesi in una nebbia di ovattato e, consentimi, imbarazzante silenzio. Come ho già scritto, se Giovanni Lombardi pensa di contare ancora su tutti quei voti, farà in fretta a ricredersi. Per quanto riguarda Antonello, ti assicuro che la mia stima nei suoi confronti è rimasta immutata. Lo considero un grosso politico, incline però ad uscire dal letargo solo se sente il profumo di prove elettorali e, col passare del tempo, a giovarsi di una sorta di autodecisionismo.

 

Tu, caro amico, pensi veramente che questo nuovo corso sia sufficiente a far di lui finalmente un vincente? Io so solo che, proprio in nome degli ideali di allora, la scelta diventa oggi non semplice, non avendo un Antonello, quello di quel tempo, a riscaldarci l’anima.

 

 

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