Falsi collaudi: tutti assolti gli imputati che furono arrestati nel 2009

Caiazzo Rinasce, 10 aprile 2014

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Fra coloro che finirono ai domiciliari anche Claudio De Biasio ex direttore del Consorzio di Bacino dei Rifiuti CE4, Aniello Cimitile ex presidente della Provincia di Benevento e altri professionisti...

 

Tutti assolti. Il processo sui presunti falsi collaudi dei sette impianti di Cdr della Campania che dovevano trasformare in energia i rifiuti raccolti dalle strade della Regione si è chiuso con una bocciatura dell'inchiesta che nel 2009 era culminata nell'esecuzione di 14 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari.

Allineandosi alle richieste del pm e a quelle del collegio difensivo, il giudice monocratico Giustina Caputo del Tribunale di Napoli ha disposto l'assoluzione delle tredici persone finite sotto accusa per una serie di ipotesi di falsità ideologica in atto pubblico. L'assoluzione è stata stabilita per Claudio De Biasio (nella foto), di Calvi Risorta, in passato direttore generale del Consorzio di Bacino dei rifiuti Ce4; Vincenzo Naso (Napoli), ex preside della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Napoli Federico II; Giuseppe Sica (Tufino), architetto; Aniello Cimitile (Pomigliano d'Arco), già presidente della Provincia di Benevento e professore di Ingegneria all'Università del Sannio; Vincenzo Sibilio (Afragola), dirigente della Regione Campania; Alfredo Nappo (Montesarchio); Luigi Travaglione (Benevento), responsabile dell'Ufficio Tecnico presso il Comune di Benevento; Vitale Cardone (Napoli), professore ordinario di Ingegneria dell'Università degli studi di Salerno; Rita Mastrullo (Napoli), professore ordinario presso la Facoltà di Ingegneria della Federico II; Mario Gily (Napoli), ingegnere; Giuseppe Vacca (Napoli), direttore dei lavori per il termovalorizzatore di Acerra; Francesco Scaringia (Aversa), dirigente della Regione; Filippo De Rossi (Napoli), docente.

I magistrati che avevano istruito l'inchiesta ritenevano che gli imputati avessero “certificato” che le società affidatarie degli impianti avevano ottemperato agli “impegni dettati dai contratti di appalti” e ciò “in aperto contrasto con l'accertata inidoneità tecnica degli impianti di produzione di Cdr a produrre frazioni di rifiuti rispondenti ad impegni contrattuali”, inidoneità messa in risalto da sopralluoghi e analisi di organismi tecnici e dalle indagini della procura che hanno fatto finire a processo il Governatore della Regione Campania Antonio Bassolino ed altre 27 persone, anche loro assolte.