Il disastro caleno arriva anche in Regione: Audizione commissione
trasparenza Regione Campania
Comitato Agrocaleno, 05 aprile 2014
Si è da poco
conclusa l’audizione presso la Commissione speciale per la trasparenza della
Regione Campania avente ad oggetto la realizzazione di una centrale a biogas in
area ex-Pozzi, nella parte ricadente nel territorio del Comune di Calvi
Risorta. Una delegazione del Comitato ha fornito, in maniera esaustiva seppur
sintetica, il quadro generale della situazione riguardante il sito prescelto e
le connesse criticità ambientali conseguenti all’insensata decisione di
installarvi un ennesimo sito inquinante. In particolare, quello che ci preme
sottolineare in questa sede, è la situazione di grave inquinamento ambientale
in cui versa l’area ex-Pozzi. Da decenni, infatti, il sito in questione si
trova in una condizione di semi-abbandono ove gli stessi scarti della
produzione di solventi e vernici (prodotti dalla stessa Pozzi) sono ovunque
ammassati senza precauzione alcuna, dove elevata è la presenza di
amianto.
A questa
situazione di grave compromissione, va aggiunta quella derivante dalla
presenza, all’interno della ex-Pozzi ed a poche centinaia di metri dal terreno
prescelto per la costruzione dell’impianto, di una centrale Termoelettrica da
800MegaWatt (tale tipologia di impianti è considerata dalla normativa INDUSTRIA
INSALUBRE di prima classe). Inoltre, a pochi chilometri dal sito in questione,
insiste la presenza di un’altra centrale a biomassa, in territorio di Pignataro
Maggiore, già completata e temporaneamente ferma a causa dell’intervento della
magistratura motivato da un presunto giro di tangenti legato alla sua
realizzazione. Senza contare i diversi impianti inquinanti disseminati nelle
vicinanze, come ad esempio la Esogest di Pastorano.
Dal punto di
vista tecnico l’impianto in oggetto può essere considerato una centrale a
biogas orientata prevalentemente al trattamento della frazione umida del
rifiuto solido urbano (FORSU). Questo tipo di impianti funzionano mediante un
processo di “digestione anaerobica” che, in assenza d’aria e per mezzo di
batteri che si nutrono di sostanza organica, producono gas/metano e digestato. Il digestato è un
rifiuto. Inoltre, la stessa combustione del biogas è fonte di emissioni
tossiche.
Sul versante
della produzione di energia, ci limitiamo a rilevare che la provincia di
Caserta produce già oggi una quantità pari all’80% del fabbisogno energetico
regionale, per cui sarebbe auspicabile che, ad inesistenti necessità
energetiche, vengano anteposti i necessari e non più rinviabili interventi di
tutela ambientale, di risanamento e di bonifica delle aree inquinate come la
ex-Pozzi. Ovviamente puntando sulla trasparenza e la partecipazione diretta
delle comunità locali, lontano da logiche emergenziali di sorta.
Siamo convinti
che per affrontare il problema della frazione umida dei rifiuti solidi urbani
sia preferibile conferire in un impianto di trattamento aerobico come quello
esistente a S. Tammaro, completato per l’80% e mai entrato in funzione e da cui
si otterrebbe un compost di qualità.
Concludiamo
ricordando che l’autorizzazione unica deve essere rilasciata da parte della
Regione nel rispetto, oltre che delle normative in materia di tutela
dell’ambiente e di tutela del paesaggio, anche a quelle relative alla tutela
del patrimonio storico-artistico facendo presente con forza che tale
insediamento avverrebbe a ridosso dell’importante area archeologica dell’Antica
Cales, vittima negli anni anch’essa di razzie ed abbandono ma recentemente
interessata da un importante processo di rivalorizzazione che la pone di nuovo
al centro delle speranze della comunità locale, che vede in essa una
prospettiva di miglioramento più profondo ed auspicabile per questo territorio.
Considerata la
validità delle considerazioni espresse e la fondatezza delle preoccupazioni dei
cittadini, l’audizione di stamane sarà riconvocata, nell’arco di 15 giorni, in
modo da poter ricevere risposte complete ed esaustive da parte dell’Assessorato
regionale all’Ambiente.
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