"Cales, un'area archeologica da riscoprire" di Concetta Bonacci

Portale di Pignataro, 02 aprile 2014

Giuseppe D'Auria

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L'opera di Concetta Bonacci, Cales. Un'area archeologica da riscoprire, nasce da un lavoro di ricerca dell'autrice incentrato sull'area archeologica che è parte integrante del paese in cui vive, Calvi Risorta, che attualmente versa in uno stato di abbandono e di incuria. Nella prima parte, lo studio dell'archeologa fornisce un quadro geomorfologico, topografico e urbanistico dello sviluppo dell'abitato di Cales e del suo territorio nell'età preromana e romana, con la descrizione diacronica e spaziale, documentaria e interpretativa dei suoi elementi costitutivi, quali le fortificazioni, gli edifici pubblici, cultuali, privati e artigianali, per fornire un quadro storico e archeologico completo. Nella seconda parte l'autrice si occupa dell'analisi della condizione attuale dell'area archeologica e dei suoi monumenti, e fornisce proposte di tutela, valorizzazione e fruizione di Cales e del suo territorio.

Dopo un excursus delle fonti letterarie classiche che fanno riferimento all'antica Cales, in primis due grandi autori dell'antichità (Virgilio e Tito Livio), l'autrice ci offre una documentazione completa e ricca della Cales preromana in relazione alle testimonianze archeologiche. Una documentazione topografica ed urbanistica della Cales preromana, dalle fortificazioni ai quartieri abitativi, con un'interessante analisi delle tante aree urbane sacre presenti nell'antica Cales sia nella fase culturale ausone che in quella etrusco-sannita.

Rivivono, quindi, l'area sacra in località S. Pietro, il Santuario in località Circolo, il Santuario in località Ponte delle Monache e altre aree di evidente funzione religiosa. Sono analizzate anche le aree sacre extraurbane, tra cui le Necropoli. Segue la documentazione topografica e urbanistica della Cales romana con le fortificazioni, i quartieri abitativi e gli edifici pubblici tra cui l'Anfiteatro e il Teatro, tesori dell’archeologia campana.

Un'attenzione sentita l'autrice dedica al Foro caleno, di cui purtroppo, oggigiorno, non rimane più alcun'evidenza archeologica, ma la cui esistenza è suffragata da fonti attendibili. L'autrice fa poi particolare riferimento soprattutto agli studi di Johannowsky, il primo che si è interrogato sul Foro caleno e ha analizzato varie ipotesi e logiche supposizioni.

L'intento dell'autrice, nella seconda parte del lavoro, è quello di comunicare la realizzazione di una carta archeologica, redatta sotto la guida della dott.ssa Passaro con il sogno, non nascosto, di "progettazione e creazione di un successivo parco archeologico e anche di un museo o mostra permanente, che potrebbero garantire un flusso turistico e lavoro per gli specializzati nel campo e per i cittadini del territorio". Quindi un sogno ambizioso, quello di Concetta Bonacci, di cui si è spesso parlato. L'autrice si appella alla Commissione Franceschini che ha ribadito la necessità di non sola conservazione dei beni archeologici ma di una sua valorizzazione. Un parco archeologico ed un museo permetterebbero l'esposizione delle interessanti produzioni artistiche di ceramica a vernice nera calena, di terra sigillata calena, delle terrecotte votive, oltre ai beni conservati nel Museo Archeologico di Napoli, nel Museo Campano di Capua e in quello di Madrid.

L'autrice ipotizza, in seguito, anche dei luoghi per tale museo quali il Seminario dei Padri Passionisti, il Palazzo Baronale di Zuni. Un museo non solo per i beni archeologici di Cales, ma che potrebbe ospitare gli interessanti lavori del barone Ricca e dell'abate Zona. Un messaggio di fiducia e di speranza quello dell'autrice non solo per la memoria storica e culturale in ambienti che tanti beni archeologici meriterebbero, ma anche per un rilancio sociale e culturale dell'Agro Caleno.

L'autrice
Concetta Bonacci è ricercatrice, laureata in Conservazione dei Beni Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Seconda Università degli Studi di Napoli, con una tesi in Archeologia Fenicio - Punica nell'anno 2006. Diploma di Specializzazione in Beni Archeologici presso l'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, con tesi in Archeologia e Urbanistica della Magna Grecia. Master di II Livello in "Digital Cultural Heritage. Nuove tecnologie per la valorizzazione e il management dei Beni Culturali".

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