LA CARICA DEI QUARANTA
Agro Caleno, 01 aprile 2014
Grazie alla recente legge elettorale che limita a
dieci il numero dei consiglieri in lista per i paesi piccoli come il nostro,
saranno quaranta i nomi che si contenderanno i sette posti in maggioranza e i
tre all’opposizione. Tra questi, per formula obbligatoria, dodici donne che
saliranno a sedici se la recente legge in parlamento verrà approvata.
Per cui tutte e quattro le liste in lizza si trovano
ora, passata l’euforia del mettersi in gioco a tutti i costi, a dovere fare i
conti con la penuria di nominativi disposti ad esporsi a favore di questo o
quel candidato sindaco.
In difficoltà anche Caparco, con parecchie defezioni
dell’ultima ora, cui potrà solo marginalmente giovare la campagna acquisti
mirata ad inserire nella lista due pezzi da novanta ai quali ha promesso, al
solito, mari e monti, ma che si dovranno accontentare poi al massimo solo di
una cenetta nell’omonimo ristorante sulla strada di Caiazzo. Il tribuno caleno
ci ha ormai abituato da tempo ad essere lui l’unica vedette dello
spettacolo, nel quale non dà spazio a nessuno se non a se stesso e sorprende
ancora non tanto la sua capacità in questi frangenti di vestirsi da agnello,
quanto quella di tanti personaggi, anche stimati, svegli e intelligenti, di
farsi infinocchiare.
Il resto della truppa presenta altrettante difficoltà
a nominare comandanti fidati e capaci e che alla fine non rappresenteranno che
il venti/trenta per cento dei nominati. Il resto sarà rappresentato da gente
alle prime armi, dotati di buona volontà ed entusiasmo, forse, ma di
scarsissima preparazione all’evento e che vedrà naufragare le proprie
aspirazioni e speranze tra le onde di una deficitaria campagna di voti
personali.
Quando suggerivamo nel nostro post intitolato “Le
rinunce vincenti” di cedere il passo per la formazione di una sola lista
pensavamo non solo a questo, ma anche e soprattutto allo sconcerto di noi
poveri elettori a dovere scegliere se votare l’amico, o il parente, o l’amico
dell’amico, tutti presenti in liste diverse.
In più le donne. Obbligatorie per legge, ma non per
missione vista la scarsissima presenza delle stesse nella vita politica del
nostro paese. Saranno perciò obbligate, molte, a presentarsi per vincoli di
parentela, per amicizia, perché “questo me lo devi”, per far numero insomma,
molto simili a quei bambini costretti, nella manifestazione dell’agro caleno,
da maestri poco attenti (per non dire falsi maestri) ad indossare grembiulini
con la scritta “scuola ribelle”, senza però che nessuno abbia precedentemente
pensato alle donne per “suscitare la loro curiosità, il loro
interesse, senza far scaturire una domanda e una riflessione” che andava
maturata nel tempo e non solo nell’impellenza di un avvenimento elettorale.
Ma tant’è. Se è vero che è inutile piangere sul latte
versato, c’è veramente poca consolazione nel verificare come si sia potuto
sprecare un’occasione d’oro sacrificandola ad un mero calcolo personalistico.
Cosa questa avvertita da molti ed espressa chiaramente
da un commento sul blog che pubblichiamo per esteso (comprensivo di errori di
ortografia): “Come si fa a scegliere un sindaco se non c’è stata nessuna
selezione tra i candidati! Ogniuno ha seguito la
propria ambizione e basta, ma come pensano di essere ancora credibile? Gente
che ufficialmente si dice contro caparco e poi per
queste cose lo aiuta a vincere. Con che faccie si
presenteranno a chiedere il voto???”
Intelligenti pauca.
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