I FONDAMENTALI NON VALGONO SOLO NEGLI SPORT

Agro Caleno, 25 marzo 2014

Massimo Zona

Quando da piccoli ci accostavamo a qualche sport, e chi vi parla ne ha frequentati molti anche a livello nazionale, la prima cosa che ci insegnavano quei vecchi allenatori erano i “fondamentali”. Parola all’epoca strana ed insieme magica, che racchiudeva in sé tutta l’arte della disciplina.

 

A distanza di anni, maestro di Calcio a 5 da più di cinque lustri, mi ritrovo insieme al mio inseparabile compagno di sport e di vita Mario Cipro, ad insegnare annualmente i “fondamentali” a bambini che non hanno più di 6/7 anni. E’ un compito difficile, per noi e soprattutto per loro, abituati a giocare e a calciare il pallone come hanno fatto sempre, in maniera istintiva e senza vincoli. Piano piano però li vediamo apprendere come si fanno i passaggi, come si deve tirare, come si deve fermare la palla, come debbono disporsi in campo. In poche parole, come si imparano i “fondamentali”.

 

Così i bambini crescono ed apprendono sempre più i segreti di questo bellissimo sport che è il calcio a 5 e quando diventano più grandi sviluppano la loro perizia di squadra vincendo i vari tornei federali. Per questo motivo da anni andiamo razziando vittorie continue e durature a livello esordienti, giovanissimi ed allievi. Perché alle spalle abbiamo un gruppo di ragazzi che, crescendo, imparano i “fondamentali” e li mettono in pratica.

 

Trovo molte assonanze tra il mondo sportivo e quello politico. Entrambi infatti mirano al benessere degli uomini, entrambi insegnano, o almeno dovrebbero farlo, il rispetto per gli altri, la lealtà e la correttezza pur nella grinta e nell’agonismo necessari. Entrambi richiedono, o dovrebbero farlo, una cura e un’attenzione nell’allenamento che altre discipline umane non richiedono. Accade sovente che capiti nella nostra scuola qualche nuovo ragazzo volenteroso di inserirsi in qualche squadra, ma incapace a farlo pur essendo dotato di grossi mezzi fisici. Sapete perché? Perché non ha i “fondamentali”.

 

Nella politica nostrana invece questo assioma sembra non avere senso ed ognuno si sente investito del diritto/dovere di buttarsi nell’agone senza avere né un’adeguata preparazione, né un allenamento specifico. Chi fa questo nello sport rischia, oltra a incidenti, distorsioni, strappi e stiramenti vari, di rimanere un corpo estraneo ad una squadra e di non toccare palla per un’intera partita.

 

E in politica? Fate voi …

 

 

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