Benedetto D’Innocenzo: figura storica dell’antifascismo in Terra di
Lavoro
Portale di
Pignataro, 24 marzo 2014
Angelo Martino
Benedetto
D’Innocenzo (Calvi Risorta 29/01/1889 - Calvi Risorta 26/02/1962) si rivela
figura storica rilevante nella lotta non solo contro il fascismo, ma
soprattutto per una società più giusta, in stretto collegamento con l'impegno
antifascista, politico e sociale di Corrado Graziadei.
Infatti, se la figura di Corrado Graziadei risulta
rilevante al fine di conoscere la storia dell'antifascismo, dell'organizzazione
del Partito Comunista, delle lotte contadine in Terra di Lavoro, non minore
rilievo riveste la figura di Benedetto D’Innocenzo.
D'altronde i rapporti tra Corrado Graziadei e
Benedetto D'Innocenzo non erano solo di impegno politico comune, quasi
parallelo, ma anche di rispetto e grande amicizia. Benedetto D’Innocenzo era
titolare di una fabbrica di bibite che commercializzava nell’agro caleno. Benedetto
D'Innocenzo di Calvi si iscrive al PCd'I nel 1921 e,
quando nel 1924 Corrado Graziadei ospita Antonio
Gramsci nella sua abitazione di Sparanise, all'incontro è presente anche il
D’Innocenzo. Nell’anno successivo a Taverna Mele, residenza della famiglia
D’Innocenzo, si svolge il congresso provinciale del Pcd’I
presieduto da Celeste Negarville. Nel 1926
l’attivismo antifascista costa a D'Innocenzo sei anni di ammonizione. Iniziano
quelli che Giuseppe Capobianco definisce “gli anni
bui”.
Benedetto D' Innocenzo continua ad essere, tuttavia, uno dei collaboratori più
fidati di Corrado Graziadei nella propaganda politica
nelle campagne e contrade dell'Alto Casertano e entrambi sono accomunati anche
dall'arresto e dal confino nel 1937 . In particolare Benedetto D'Innocenzo è
arrestato e confinato per aver diffuso notizie sulla guerra civile spagnola,
che aveva appreso da Radio Barcellona. Per tale "reato" a Benedetto
D'Innocenzo viene comminato un confino duro, una condanna a tre anni di
isolamento alle Isole Tremiti.
La famiglia è provata, ma il 4 giugno 1937 è Corrado Graziadei
stesso a recarsi a Calvi Risorta per informare e rassicurare la famiglia sulle
condizioni di salute buone a tal punto che "con la sua solita baldanza
trascorre le giornate componendo musica". Anche la signora Graziadei in quel periodo visita spesso la signora
Alessandra Alessandrini e i figli. Diocrate, da parte
sua, invia una rassicurante lettera al padre, comunicandogli che tutto va bene
e che hanno cambiato l'automobile, mentre il camion va bene e non ha bisogno di
sostituzione. Nel 1942 e 1943 D’Innocenzo fu uno dei più attivi nella
distribuzione del giornale clandestino “Il Proletario”, responsabile della sua
distribuzione nella zona di Cassino. Dato che Graziadei
considerava D'Innocenzo legato ad un socialismo romantico di stampo bordighiano, i rapporti man mano si incrinano culminando
nella presa di distanza di Graziadei da D'Innocenzo
nel congresso provinciale del PCI dell'ottobre 1945.
Negli anni dopo la liberazione Benedetto D'Innocenzo fu nominato più volte
"commissario del popolo" e ricevette nella sua abitazione per diverse
volte Giorgio Napolitano, che allora era segretario provinciale del PCI di
Caserta. A rimarcare che in quegli anni si lottava, ci si combatteva, ma erano
gli ideali che muovevano tali uomini, citiamo la testimonianza di Mario Canzano
di Calvi Risorta, prima fascista, poi esponente politico missino e in seguito
di Alleanza Nazionale, il quale parla di D'Innocenzo quale "brava persona"
che non ha avuto sentimenti di vendetta nel dopoguerra. La sua abitazione di
Calvi Risorta, a Taverna Mele lungo la Statale Casilina, fungeva da sede di
sezione calena del PCI, ove venivano spesso esponenti di rilievo dell'allora
partito comunista: da Umberto Terracini a Pietro
Ingrao, da Giorgio Amendola a Giorgio Napolitano. Benedetto D'Innocenzo
continuò la sua battaglia per l'occupazione delle terre negli anni 1949-50 a
Calvi Risorta con il figlio Diocrate che allora aveva
35 anni. Infatti negli anni che vanno dal 1945 al 1950 in Terra di Lavoro, che
era tornata ad essere provincia, ma relativamente a quella che è l'odierna
provincia di Caserta, iniziarono le occupazioni a Nocelleto di Carinola nel
1945 e proseguirono negli anni successivi in altre zone. Il 27 aprile 1945 la Federterra festeggiava l'assegnazione dei primi terreni
occupati.
Da allora
tentativi di occupazione furono sporadici. Bisogna arrivare al periodo che va
dal 22 Novembre 1949 al 17 dicembre 1949 in cui vi furono un susseguirsi di
occupazioni di terre incolte: il 22 novembre 2000 braccianti occupano ben 5
tenute dell'agro di Carinola; il 24 novembre 2000 braccianti occupano la tenuta
Spinelli di S. Maria La Fossa; il 28
novembre un migliaio di persone occupano la tenuta Pontoni nel territorio di Vitualazio; il 3 dicembre circa 2000 persone occupano la
tenuta Limata nell'Agro di Carinola; il 17 dicembre un gruppo imprecisato di
contadini occupa la tenuta Porcara di Baia e Latina.
L'impegno di Benedetto D'Innocenzo è sempre in prima linea anche in questa
fase per favorire la costruzione di una società più giusta. Benedetto
D'Innocenzo morì il 26 febbraio del 1962 a Calvi Risorta.
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