Cales è un bene comune: preservarla è un dovere di tutti

Redazione CdP, 16 marzo 2014

Concetta Parisi

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Cales fu un tempo abitata dagli Ausoni. Intorno al 2500 a.C. fu una delle città più importanti di questo popolo e secondo una leggenda riportata da Silio Italico, essa venne fondata da Calai, figlio della ninfa Drizia e di Borea, uno dei mitici eroi della spedizione degli Argonauti.

Intorno al IX secolo a.C. arrivarono gli etruschi. La loro espansione fu fermata dai greci nelle paludi tra il Clans ed il Volturno (525 a.C.). Che Cales sia stata città etrusca ci sembra un dato di fatto per la presenza di notevoli ed ingegnose opere idrauliche per il drenaggio delle acque, di fattura tipicamente etrusca, come il "ponte delle monache", nonché significativi ritrovamenti archeologici con manifestazioni tipiche degli etruschi.

Fu presa dai romani nel 335 a.C Tra il 216-215 a.C. fu la sede del quartier generale delle forze romane operanti in Campania. Superò tante crisi e superata quella che la investì nel II secolo a.C., Cales non raggiunse mai più l’importanza politica e strategia del passato, ma va notato che Polibio, il quale visse tra il 203-120 a.C., la poneva in quest’epoca tra le più belle e celebri città della Campania. Particolarità questa che venne riscontrata nel secolo successivo anche da Cicerone, il quale affermava che le città del Lazio dei suoi tempi non potevano paragonarsi alle belle città Campane, tra le quali annoverava Cales.

Cales ebbe dei grandi impianti come l’anfiteatro, un proprio acquedotto e numerosi templi. Era una città propria. Nonostante tutto, Cales conserva ancora oggi il suo fascino, il suo buono stato di conservazione nonostante i secoli passati. Cales aspetta ancora di essere conosciuta. E' attualmente in fase di stand-by, sogna l'arrivo dei flussi turistici e si candida a risollevare le sorti e le ambizioni turistiche di Terra di Lavoro.

Nel frattempo i cittadini e tante persone, con impegno costanza e volontà, hanno deciso di indossare scarpe da ginnastica e prendere in mano zappa e attrezzi idonei, per riportare alla luce le rovine di Cales. Hanno iniziato ieri a pulire la strada di acceso alla città antica. Sono già intorno alla centinaia le persone che stanno collaborando. Ci sono tre archeologhe di Calvi, tra cui una della quali è ricercatrice presso la Sun. C’è l’Archeocales, associazione che da sempre si occupa della cura e valorizzazione dell’antica Cales e di tutto il territorio caleno, come Associazione partner l’AMAT di Calvi Risorta ed il Comune di Calvi Risorta, che hanno ingegneri e appassionati del settore che dirigono i lavori.

Inoltre stanno partecipando una rete di Associazioni che, con il loro impegno volontario, condividono l’unico intento di costruire qualcosa che possa ridare una dignità duratura ad uno dei tesori dell’Agro Caleno: Piccola Libreria 80mq, Proloco Cales Novi, Demetra.  Stamane è stata ritrovata un moneta di epoca imperiale in ottime condizioni, ma per analisi più certe, saranno necessari studi compiuti da persone competenti, anche se tanta è la paura dei cittadini perché il problema più grave, per gli eventuali ritrovamenti come il suddetto, sono i tombaroli.

I lavori continueranno comunque tutti i fine settimana, dalle 9 alle 12, e dal mese di aprile si spera di riuscire ad aprire la strada a visite guidate. Inoltre, a breve, sarà reso noto il calendario di tutte le attività inerenti il progetto CALES. La speranza è che questa iniziativa possa essere solo il punto di partenza per un progetto ben più ampio che coinvolga sempre più realtà e singoli cittadini e che possa portare al recupero ed alla valorizzazione dell’ intera area archeologica.

Aiutare Cales e combattere contro la centrale a biomasse che vorrebbero costruire proprio nella zona archeologica (nei pressi del teatro romano, dev'essere una priorità nell'impegno civico e socio-politico per amore del passato del nostro paese, senza il quale non può esserci futuro.

 

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