GINO IORIO: IL POETA CALENO
Redazione CdP, 01 marzo 2014
Concetta Parisi
Facili da leggere,
facili da capire, i versi di Gino Iorio sono un dono dell’anima. Si è scoperto
poeta quando ha smesso di mettere a punto progetti e diagrammi industriali. Ha
pagato di suo la crisi, dopo la drammatica uscita di scena del vulcanico
industriale di Ravenna.
Un viaggio gli ha
restituito la capacità di guardarsi intorno, di leggere a ritroso la propria
vita. Istintivo e immediato ha messo nero su bianco i pensieri del proprio io.
Abituato a vivere nel futuro, ha abbandonato la pratica del flashforward
per vivere con intensità, e non senza preoccupazioni, i problemi della
quotidianità, l’ansia e la bellezza degli affetti.
Dopo gli studi classici,
aveva lasciato Omero e Virgilio per concentrare la sua attenzione su Adam
Smith, filosofo ed economista scozzese, che ha sempre affascinato Gino per i
suoi studi intrapresi nell'ambito della filosofia morale e per aver gettato le
basi dell'economia politica classica.
Tradito dall’economia e
dalla finanza, è ritornato a galla il mondo della fantasia e della sua
adolescenza e si è imposto nella più profonda riflessione su se stesso e sul
mondo.
Nasce così lo scrittore e
il poeta.
Il romanzo d’esordio,
“Amore Amaro”, è un tuffo nel passato e una delicata storia d’amore che parte
da un villaggio svedese sulle rive del mare delle sirene e si snoda lungo un
itinerario che è anche turismo e originale percorso gastronomico.
Una raccolta di 99
liriche, in gran parte brevi, segna l’approdo nell’isola che non c’è della
fantasia che si fa poesia e amore della vita, in tutte le sue espressioni.
“La Mia Stella” è un
romanzo che racconta di una malinconia quasi religiosa e pone in primo piano il
mistero della condizione umana e i valori dell’amicizia e della riconoscenza.
La tragica scelta di Tonia
Accardo, che preferisce sacrificare se stessa per portare a termine il parto
della figlia, è una storia di amore e di passione umana che rende unica “La
casa di Tonia”, romanzo in corso di pubblicazione.
I premi prestigiosi
dell’Isola d’Ischia, del Vittorio Alfieri di Asti e quello per la creatività
che gli è stato conferito in Campidoglio, l’attenzione che hanno incominciato a
riservargli i giornali in Italia e in Europa, non ne hanno cambiato il tratto e
la natura di sognatore amante dei grandi silenzi del suo paese natale.
“Trenta emozioni d’amore”
è la nuova scommessa di Gino Iorio con se stesso, il tuffo di un innamorato nel
sentimento più diffuso in natura e non solo tra gli esseri umani. L’amore
riesce ad essere sempre fresco e nuovo, come i colori dell’arcobaleno.
Nelle liriche, Gino cerca di tingere i colori dell’autunno e la malinconia
dell’estate, sia che si tratti di affetti familiari, sia che si soffermi su
immagini e paesaggi che gli sono cari, sia che tocchi i ricordi della sua
patria. I suoi scritti hanno schema libero, istintivo e immediato, hanno il
ritmo delle colate morbide del Vesuvio, hanno il rumore dei ricordi di una vita
intera.
Gino Iorio non è altro che
lo pseudonimo di Luigi Iorio, originario di Calvi Risorta dove è conosciuto e
apprezzato come esperto finanziario e industriale e come uomo dai mille colori.
Le sue opere sono un inno
in cui il sentimento si tinge di una tenera verità; con la sua generosità
estrema, regala il bene più prezioso e la sua stesura scorrevole dona alle
parole la giusta collocazione e la musicalità interna.