Il viaggio di Iorio in un percorso per conciliare il passato con il futuro che preme e attende…

 

NiDiMo, 28 febbraio 2014

 

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La realtà, spesso, si prende gioco della fantasia. C’è sempre, nella vita, un passaggio a nord ovest. Se lo cerchi, rischi di non trovarlo mai. E’ capitato a tanti. Ne sa qualcosa il Maggiore Rogers, figura eroica e sfortunata della storia d’America. Magistrale l’interpretazione che ne fa Spencer Tracy, nel film tratto dal romanzo di Kenneth Roberts. Neppure Chateubriand, che lascia la Francia della rivoluzione e attraversa l’Atlantico, riuscirà a trovarlo.

 

Sarà una sconosciuta nativa, Sacajawea degli Shoshone, a consentire a Lewis e a Clark di trovare il passaggio via terra tra l’Atlantico e il Pacifico. Dietro l’angolo, anche nelle situazioni più disperate, può esserci un panorama meraviglioso. Luigi Iorio aveva perso tutto, o quasi. Il suicidio di Raul Gardini, top manager e vittima di Mani Pulite, lo aveva messo nei guai. Al resto aveva pensato il Banco di Napoli, azioni ridotte in carta straccia.

 

Dalla opulenza industriale, raggiunta dopo di essersi licenziato dall’amministrazione finanziaria, alla chiusura dei suoi oleifici e di uno zuccherificio che operava nel nordest con le quote dei Paesi d’oltreconfine. Solo la sua casa rosso pompeiano nell’antica Cales e un minuscolo ufficio, adiacente all’officina creativa del figlio Salvatore. Poi, improvviso, il suo passaggio a nord ovest. Forse un viaggio a Medjugorje, forse sogni sopiti, dimenticati ma non spenti, di una adolescenza  romantica.

 

Scrive, a proprie spese, un primo romanzo: Amore amaro. Segue una raccolta di poesie, novantanove liriche che attraversano tutta la penisola. La stampa e i premi letterari incominciano a occuparsi di lui. Lo stile è semplice, dimesso, diretto, immediato. Piace, coinvolge. Una lirica lo vede protagonista al Premio Ischia. Si piazza nella troika vincente al premio Vittorio Alfieri di Asti. Premio creatività in Campidoglio al concorso Belli, primo premio dell’Accademia Francesco Petrarca a Piazza Colonna a Roma per “Trenta emozioni d’amore”.

 

Una casa Editrice di Patti, in Sicilia, pubblica una raccolta di poesie e due romanzi, La mia stella e La casa di Tonia. Fioccano inviti, recensioni, riconoscimenti. Protagonista alla Biennale di Verona, in procinto di recarsi al Lago di Garda per una manifestazione letteraria. Di tutto, di più. Un caso, destinato a fare rumore. E continua a scrivere, non si ferma più. Tante le idee, tanti i fermenti, tante le attese. Senza fretta, ha trovato la sua strada, il suo passaggio a nord ovest. In Italia non ci sono solo industriali che puntano la pistola e si fanno saltare il cervello.

 

Il viaggio di Iorio dentro la propria coscienza è qualcosa di più di una coincidenza, una via inesplorata per nuovi orizzonti della vita, un percorso per conciliare il passato che non c’è più con il futuro che preme e attende un cenno, un gesto di speranza nella torbida bellezza della vita.

 

 

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