LE RUSPE DELLA CASERTANA RECUPERI DI NUOVO NELLA CAVA FABBRESSA

Calvirisortanews, 25 febbraio 2014

Calvi Risorta: LE RUSPE DELLA CASERTANA RECUPRI DI NUOVO NELLA CAVA FABBRESSA

 

 

 

 

A volte ritornano. Anche quando tutto sembra essere finito, tutto appare come passato nelle mani degli inquirenti e, nulla e nessuno può immaginarlo, succede l’inverosimile. Cavalcando una ordinanza provinciale, il sindaco di Calvi Risorta Antonio Caparco, ha emesso a sua volta un’ordinanza con la quale “impone” alla Casertana Recuperi di portare lo stato dei luoghi ex cava Fabbressa allo stato originale o quasi. L’ordinanza parla nello specifico di “messa in sicurezza”.

Si tratterebbe, a prima vista, di creare una cortina di alberi attorno alla zona di ex lavorazione in modo da occultare la collina di rifiuti sversati. Ma si tratterebbe anche di recintare la zona ed impedire accessi indesiderati e pericolosi. Tutto bene, si direbbe una cosa positiva. Peccato che chi è stato indicato per il presunto recupero è lo stesso che ne ha determinato il presunto scempio mai accertato e di cui i comitati ambientalisti urlano la possibile pericolosità. Dunque, occorreva l’intervento di un ente terzo.

L’ex cava Fabbressa meritava l’intervento di una società diversa o perlomeno una sorveglianza strettissima sulle opere di imbellettamento. Ma nel dispositivo di Caparco non c’è nulla di tutto questo. Sì, sempre lui, Caparco: il sindaco che per primo aprì le gare per il riempimento dell’ex cava. Lavori che finirono nelle mani, manco a dirlo, della Casertana Recuperi. Non abbiamo nulla contro la Casertana Recuperi, solo che ci pare tutto così oscuro e inopportuno che non possiamo fare a meno che esprimere i nostri dubbi. E il cerchio si chiude. Un cerchio che si è aperto nel 2005.

Tutto parte con la revoca dei permessi nel 2005. Eccola: “Si ingiunge a codesta Società di provvedere al ripiegare dei cantieri già allestiti e allo sgombero delle aree di lavoro e relative pertinenze; con avvertimento che «in caso di mancato rispetto dell’assegnato, provvederà d’ufficio con l’attribuzione di oneri e spese».

Il fatto è che a contratto revocato, la ditta ha continuato a lavorare. La cosa più strana è che mentre il blocco è avvenuto con Zacchia sindaco (e poi non si è saputo più nulla), la riattivazione di cui nessuno dice di saperne nulla, coincide come data di rielezione di Caparco. Ricapitolando: con Caparco sindaco per la prima volta si tiene la gara, era l’anno 2004. Arriva Zacchia e blocca tutto, siamo nel 2005. Ritorna Caparco (stavolta siamo nel 2009) ed ecco che si riparla della ditta che avrebbe ripreso a lavorare nella cava. Lavori che adesso riprendono, sempre con la Casertana Recuperi, anche se solo per presunti lavori di messa in sicurezza. Peccato che prima tutti si aspettavano che qualcuno eseguisse un saggio in quel terreno, uno scavo per capire cosa si nasconde davvero sotto la collina artificiale dell’ex Fabbressa sulla quale si sta per stendere un velo pietoso.

 

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