Ex-Pozzi e discariche abusive: quando le
comunità vincono contro speculazione
Comitato agrocaleno, 11 febbraio 2014
Dopo la notizia del
sequestro, predisposto dal Comando di Polizia Municipale di Sparanise, di alcuni
capannoni all’interno dell’aera ex-Pozzi a causa del ritrovamento di materiali
e sostanze inquinanti stoccati illegalmente, un altro sequestro sconcertante è
avvenuto a Calvi Risorta: camion carichi di rifiuti speciali scaricavano,
mischiandoli con la terra pulita, a ridosso di coltivazioni alimentari che
finiscono quotidianamente sulle nostre tavole.
In relazione alla
ex-Pozzi con il provvedimento trova un primo, seppur parziale e provvisorio,
riscontro il lavoro che da mesi le comunità autorganizzate dell’Agro Caleno
hanno portato avanti. In più occasioni, infatti, militanti ed attivisti della
Rete Calena Beni Comuni prima e del Comitato per l’Agro Caleno: No centrale a
biomasse poi, hanno segnalato, anche con l’ausilio di un’ampia documentazione
corredata da fotografie e video, il grave stato di degrado che ha trasformato,
nel corso degli anni, la ex-Pozzi in una terra di nessuno a disposizione di
speculatori e sciacalli di ogni ordine e grado che l’hanno utilizzata come sversatoio a buon mercato, lucrando sulla nostra salute e
minando l’ambiente in cui viviamo.
Tutto ciò nel
silenzio complice della classe politica locale che, con rarissime eccezioni di
amministratori onesti, per anni ha ignorato, se non direttamente favorito, lo
scempio che si perpetrava. Un esempio su tutti è rappresentato dalla vicenda
della celeberrima centrale turbogas di Hera e Cosentino (l’ex-sottosegretario
inquisito per camorra), vicenda che riassume in sé la compattezza con la quale
politici e organi di controllo istituzionale hanno imposto scelte che hanno
compromesso il nostro territorio e che continuano quotidianamente ad incidere
negativamente su ambiente e salute. In particolare chi doveva controllare e
tutelarci non lo ha fatto, anzi.
Come avvenuto con
la Cava Fabbressa, tra Calvi Risorta e Sparanise, forze di polizia e
magistratura hanno ignorato ciò che avveniva sotto gli occhi increduli degli
abitanti del territorio tanto da far apparire i pochi provvedimenti intrapresi
come mere operazioni di facciata che assumono il sapore di una ulteriore,
inaccettabile, presa in giro. Finanche l’ultimo clamoroso sequestro di una
mega-discarica abusiva nel territorio di Calvi Risorta non è avvenuto su
iniziativa del sindaco o della locale stazione dei Carabinieri ma su intervento
esterno della Guardia di Finanza.
Intanto, con le
elezioni alle porte, sono in molti i candidati che si riscoprono ambientalisti
e fanno a gara nel rivendicare i “risultati” ottenuti. Tanto è accesa e
accanita la competizione che, invece di spiegare responsabilmente e con
chiarezza la situazione, di illustrare quali atti concreti si ha in animo di
porre in essere, politici di ogni schieramento mettono in circolo notizie
contraddittorie e parziali che non fanno altro che rimarcare la totale irresponsabilità
che li contraddistingue, ingenerando confusione nel tentativo di raccogliere
voti. Ancora una volta non si dimostrano all’altezza dei tempi e delle sfide
che abbiamo davanti. Per queste ragioni siamo consapevoli della necessità
stringente da parte delle comunità dell’Agro Caleno di agire direttamente per
difendere il proprio territorio e la propria vita. Accettiamo il sostegno
sincero di chiunque, anche dall’interno di partiti ed istituzioni, abbia a
cuore il proprio territorio e le sorti di chi lo vive, ma respingiamo con
decisione atti di bassa propaganda che sottovalutano le capacità critiche di un
movimento popolare ampio e radicato come il nostro.
Le istituzioni
finora, purtroppo, si sono dimostrate sorde alle richieste provenienti dalle
popolazioni. Persino a fronte di decine di manifestazioni culminate in un
grande fiume in piena che, lo scorso 16 novembre, ha invaso Napoli la risposta
del Governo delle “larghe intese” è stata un decreto farsa che rappresenta un
insulto all’intelligenza dei campani ed alla memoria delle vittime del biocidio
in atto.
La soluzione è,
quindi, nelle nostre mani e nella capacità di autodeterminarci cominciando con
l’isolare definitivamente coloro che notoriamente usano la politica per
accedere ai flussi di denaro pubblico necessari a tessere le reti clientelari
che hanno fatto e fanno la fortuna di molti. Questa campagna elettorale non
sarà l’ennesimo teatro dell’assurdo in cui ascolteremo passivi tutto ed il
contrario di tutto. Vogliamo sapere quale piano di bonifica delle aree
inquinate si intende mettere in campo, cosa pensano i candidati della Centrale
a Biomasse che Iavazzi e Caparco ci vogliono imporre,
cosa si ha intenzione di fare per tutelare le famiglie dalla crisi economica e,
soprattutto, non accetteremo di sentir parlare di posti di lavoro inesistenti,
di centrali che assumono più addetti della FIAT e panzane simili proferite da
chi mente sapendo di mentire. Non abbiamo intenzione di aspettare domani per
cambiare, né emetteremo deleghe in bianco a chicchessia, tutti coloro che si
interporranno tra noi ed il nostro futuro saranno travolti dalla nostra rabbia
degna.
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