I successi della Polizia di Stato di Lucca con il vice questore caleno Russo Virgilio

 

Redazione Calvi, 07 febbraio 2014

 

La Polizia di Stato ha reso noti i risultati di un articolato progetto investigativo denominato “HOME 2013” - realizzato su tutto il territorio nazionale, nel corso del 2013, dal Servizio Centrale Operativo e dalle Squadre Mobili - finalizzato a contrastare le bande criminali specializzate nella commissione di rapine e furti in abitazione. Complessivamente, grazie allo svolgimento di numerose operazioni di polizia giudiziaria, sono state arrestate 2563 persone, in quanto ritenute responsabili di gravi reati, riconducibili al fenomeno criminale in questione, tra i quali associazione per delinquere, rapina, ricettazione, porto illegale di armi, furto e lesioni personali. I blitz coordinati dalla Direzione Centrale Anticrimine e condotti, in tutta Italia, dal Servizio Centrale Operativo e dalle Squadre Mobili, con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine, oltre a consentire l’arresto di oltre 2500 persone, hanno permesso di sequestrare 128 armi da fuoco e di recuperare numerosa refurtiva.

 

Circa la metà delle persone arrestate o denunciate, in stato di libertà, dal Servizio Centrale Operativo, dalle Squadre Mobili e dagli altri organismi investigativi della Polizia di Stato nell’ambito del progetto HOME 2013 sono stranieri. Tra le organizzazioni criminali di origine straniera specializzate nelle rapine in abitazione spiccano quelle di matrice rumena, albanese e georgiana. In diverse occasioni, è stato rilevato il ruolo di rilievo di alcune donne coinvolte nella realizzazione degli eventi delittuosi in questione. Le indagini, peraltro, hanno consentito di far luce sulle dinamiche criminali di diversi gruppi malavitosi responsabili di rapine in abitazione. In particolare, si è avuta conferma dell’efferatezza delle bande di matrice albanese che, spesso, hanno portato a termine le azioni criminali con l’uso della violenza o delle armi. Uno dei dati più significativi è costituito dalla capillare presenza dei gruppi criminali georgiani che, in alcune occasioni, hanno evidenziato caratteristiche simili a quelle dei clan mafiosi.

 

Le operazioni anticrimine svolte nell’ambito del progetto HOME 2013 hanno coinvolto numerose province, tra le quali quelle di Cuneo, Alessandria, Lucca, Pistoia, Perugia e Salerno.

 

Tra le diverse operazioni si segnalano quella dell’ottobre del 2013, nelle province di Lucca, Pisa, Firenze, Livorno, in occasione della quale investigatori della Squadra Mobile di Lucca e del Servizio Centrale Operativo hanno arrestato gli appartenenti ad un’associazione per delinquere finalizzata ai reati di rapina, furto, lesioni personali e porto illegale di armi. Le indagini, avviate in seguito ad una recrudescenza dei reati di natura predatoria in Versilia, hanno consentito di disarticolare un pericoloso sodalizio criminale, composto da cittadini slavi, rumeni e italiani di etnia rom, specializzato nella commissione di rapine e furti in abitazione. Un’altra importante operazione è stata realizzata nel settembre del 2013, nelle province di Salerno e Napoli, allorquando investigatori della Squadra Mobile salernitana e del Servizio Centrale Operativo hanno disarticolato un gruppo criminale composto da cittadini georgiani ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al furto ed alla ricettazione. Gli indagati, ritenuti responsabili di almeno 20 furti perpetrati in Campania, Lazio e Sicilia, entravano nelle abitazioni individuate dopo mirati sopralluoghi utilizzando strumenti di alta precisione per aprire ogni tipo di serratura e disattivare anche i più sofisticati sistemi di allarme. Nel medesimo contesto, peraltro, sono stati sequestrati 40 veicoli utilizzati dalla consorteria malavitosa.

 

La realizzazione delle numerose operazioni condotte nell’ambito del progetto “HOME 2013” ha visto la sinergica presenza delle diverse strutture dell’apparato anticrimine della Polizia di Stato. In particolare, le Squadre Mobili e le Volanti delle Questure sono state supportate, nelle varie fasi delle attività, dalla Direzione Centrale Anticrimine che ha messo in campo gli investigatori del Servizio Centrale Operativo, gli specialisti del Servizio Polizia Scientifica e gli equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine del Servizio Controllo del Territorio.

 

Alcune indagini hanno preso avvio dalle segnalazioni di privati cittadini che hanno allertato la Polizia per la presenza di persone o veicoli sospetti in prossimità di villette e abitazioni. L’immediato intervento dei dispositivi di controllo del territorio e investigativi hanno permesso di valorizzare tali indicazioni, consentendo, in più occasioni, l’individuazione dei responsabili di numerosi furti e rapine. Come dimostrano i risultati dell’operazione, particolare attenzione è stata rivolta all’individuazione dei ricettatori e alla ricerca di armi da fuoco.

 

 

Comunicato stampa

 

La Polizia di Stato di Lucca ha concluso nelle prime ore di oggi l’operazione denominata “Falange macedone” condotta dalla Squadra Mobile della Questura  con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo nei confronti di un sodalizio di cittadini serbo-macedoni resisi responsabili di numerosi episodi di rapine in villa, sovente perpetrate con particolare efferatezza, nonchè di furti sempre in abitazione, commessi nelle province della fascia costiera toscana. L’operazione si inserisce nel più ampio progetto denominato “Home 2013”, che il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato sta coordinando a livello nazionale per infrenare il fenomeno dei reati contro il patrimonio, con particolare riferimento proprio alle rapine ed ai furti in abitazione, e di cui l’odierna operazione rappresenta uno dei più importanti successi finora conseguiti. In esito alla corposa indagine (titolare il sostituto Procuratore della Repubblica di Lucca dr. Enrico Corucci), avviata anche con il prezioso contributo investigativo del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Viareggio, il GIP c/o il Tribunale di Lucca dr. Giuseppe Pezzuti ha ordinato la esecuzione delle seguenti misure cautelari restrittive in carcere:

 

1.  DIBRANI Ihmet, nato nella ex Yugoslavia nel 1992, res. c/o il campo nomadi di Coltano (PI), allo stato detenuto presso la Casa circondariale di Pisa per un pregresso arresto in flagranza operato da questo Ufficio;

2.  MERDZIC Dragisa, nato nella ex Yugoslavia nel 1981, res. Livorno;

3.  EMRULA Sendukan, nato in Macedonia nel 1993, res. Pisa, allo stato detenuto presso la casa circondariale di Pisa per un pregresso arresto in flagranza operato da questo Ufficio;

4.  BARUTI Elvis, nato nella ex Yugoslavia nel 1989, res. Firenze;

5.  BELJULI Elvis, nato nella ex Jugoslavia nel 1984, res. Firenze;

6.  RECCHI Marco, nato a Livorno nel 1955, ivi res., allo stato detenuto presso la casa circondariale di Livorno per un pregresso arresto in flagranza operato da questo Ufficio;

7.  GOMAN Ion, nato in Romania il 12.12.1974, res. Lucca via Palmiro Togliatti nr. 62.

 

Nel corso dell’operazione di polizia uno dei destinatari delle misure cautelari, MAHMUTI Muhamet, nato a Firenze il 12.07.1990, res. c/o il campo nomadi di Coltano (PI), riusciva temporaneamente a rendersi irreperibile durante il blitz al campo nomadi di Coltano (Pisa). Immediatamente venivano attivate le diverse articolazioni della Polizia di Stato, tra cui la Polizia Stradale e la Polizia Ferroviaria. A seguito dell’impianto operativo dispiegato dalla Squadra Mobile della Questura di Lucca il Mahmuti, intenzionato a varcare il confine nazionale, veniva rintracciato dalla Polfer a bordo di un treno presso la Stazione ferroviaria di Lodi. Gli investigatori della Squadra Mobile di Lucca sono immediatamente partiti alla volta di Lodi, traendo in arresto il fuggiasco.

   

Al sodalizio criminale vengono contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata alle rapine ed ai furti in abitazione, con i connessi reati-satellite di lesioni personali e di violazione della legge sulle armi.

 

A capo della organizzazione era collocato il Dibrani, avente il precipuo compito di organizzare e dirigere le fasi esecutive dei pianificati delitti-scopo contro il patrimonio; Goman si occupava degli aspetti logistici, ed in special modo del reperire le autovetture utilizzate dal gruppo; gli altri rivestivano il ruolo di compartecipi-esecutori nelle scorrerie criminali. All’unico italiano coinvolto nella associazione, Recchi Marco, spettava  il compito di autista e “palo”.  Altri otto correi, tra cui un minorenne, tutti provenienti dai paesi della ex Jugoslavia e gravitanti nei campi nomadi del pisano, sono indagati in stato di libertà per i medesimi titoli di reato.

 

Il gruppo criminale è accusato a vario titolo dei seguenti fatti-reato:

1.  rapina in abitazione in danno di una anziana donna (famiglia Volpi, imprenditori edili) commessa in Massarosa (LU) in data 19.12.12. Nell’occorso l‘anziana padrona di casa ed il genero furono colpiti con calci e pugni, minacciati di morte con un coltello e rapinati di numerosi gioielli e della somma di 1.000 euro in contanti. Le due vittime furono refertate rispettivamente con 15 ed 8 giorni di prognosi;

2.  rapina in abitazione in danno della famiglia Romiti, parenti e vicini di casa della famiglia Volpi commessa sempre in Massarosa e sempre nella serata del 19.12.12. Con analoghe efferate modalità, utilizzando tra l’altro un martello con cui percossero le vittime, i rapinatori si impossessarono di gioielli e di due orologi di valore. Le due vittime furono entrambe refertate  con 15 giorni di prognosi per i colpi rimediati;

3.  rapina in abitazione in danno di Lastrucci Maria Elisa, commessa in Lucca in data 22.01.13. L’anziana vittima fu ripetutamente percossa e seviziata con un coltello, tanto da dover ricorrere alle cure mediche, e costretta ad aprire la cassaforte da cui furono asportati circa 1.000 euro ed un orologio di valore;

4.  rapina in abitazione in danno di Berti Romolo, persona assai nota a Pisa, commessa in Pisa in data 04.02.13. Nell’occorso il gruppo criminale, dopo averlo picchiato selvaggiamente, costrinse l’anziano a consegnare il contenuto della cassaforte, stimato in 130.000 euro di valore tra gioielli e contanti; 

5.  furto in abitazione in danno di B. I., commesso in Montecatini Terme (PT) in data 21.02.13. Nell’ occorso furono asportati gioielli ed una consolle per videogiochi;

6.  furto in abitazione in danno di M. G., dentista, commesso in Firenze-Scandicci in data 02.03.13. Nell’ occorso furono asportate: una pistola Walther cal. 6,35; gr. 500 di oro in lamine; gioielli e due orologi di pregio;

7.  tentato furto in abitazione in danno di L. M., commesso in Lucca in data 18.02.13;

8.  furto in abitazione in danno del CUS di Pisa, avvenuto in data 07.03.13. Nell’ occorso gli autori forzarono la cassaforte impossessandosi di circa 100 euro;

9.  furto in abitazione in danno di Bianchi Enrico, presidente del consiglio comunale di Livorno, commesso in data 13.03.13. Nell’ occorso fu forzata la cassaforte ed asportati gioielli e contanti per un valore di circa 12.000 euro;

10.            furto in abitazione in danno di T. I., commesso in Piombino (LI) in data 27.03.13. Nell’occorso furono asportati numerosi gioielli;

11.            furto in abitazione in danno di T. M., commesso in Piombino (LI) in data 27.03.13. Nell’occorso furono asportati numerosi gioielli;

12.            furto in abitazione in danno di L. C., commesso in Empoli (FI) in data 08.04.13. Nell’occorso furono asportati numerosi gioielli.

 

Nel corso dell’indagine questo Ufficio aveva già tratto in arresto sette componenti del sodalizio nelle sottonotate due occasioni, restituendo nella immediatezza l’intera refurtiva asportata agli aventi diritto:

1.  in data 15.03.13 erano stati tratti in arresto in Lucca, nella flagranza del reato di furto aggravato in abitazione in danno di Bianchi Daniele, titolare della famosa gelateria Santini di Lucca: Zumber Sejdi, Merdizic Dragisa e Baruti Ervis;

2.  in data 12.04.13 erano stati tratti in arresto in Grosseto, con il concorso di personale di quella Questura nella flagranza del reato di rapina  in abitazione in danno di Pellegrini Andrea (che fu refertato con alcuni giorni di prognosi per le percosse subite): Recchi Marco; Dibrani Ahmet; Emrula Sendukan; H. D., nato in Italia nel 1996, res. Pisa c/o campo nomadi di via dell’ Idrovora, minorenne, non emerso nei pregressi episodi delittuosi.

 

   Le cennate misure e le contestuali perquisizioni delegate sono state eseguite a partire dalle ore 06.00 di martedì 8 ottobre p.v., con il concorso di personale dello SCO, delle Squadre Mobili delle Questure di Firenze, Livorno, Napoli e Pisa nonché di pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine Toscana, di un elicottero dell’VIII Reparto Volo della Polizia di Firenze e di una unità cinofila per la icerca di armi della  Questura sempre di Firenze. Ad alcuni, su disposizione del Pubblico Ministero, è stato prelevato il dna per la comparazione con altri episodi di rapine efferate in abitazione avvenute in Toscana. Nel corso delle perquisizioni, effettuate anche al campo nomadi di Coltano (Pisa) è stata sequestrata documentazione utile per il prosieguo investigativo. Conferenza stampa h 11.15 odierne in Questura a Lucca.                     

 

 

Comunicato stampa

 

Stamani, come riscontrabile dalle agenzie di stampa nazionale (v. allegato comunicato dell’Ufficio Relazioni Esterne del Viminale) sono stati diffusi a livello nazionale i dati a consuntivo del progetto “Home 2013”, realizzato dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, attraverso le articolazioni investigative territoriali delle Squadre Mobili, contro l’ odioso fenomeno dei furti e delle rapine in abitazione e, più in generale, dei reati di tipo predatorio. I reati predatori rappresentano il fenomeno criminale che suscita il maggiore allarme sociale di questa provincia e, come obbligata conseguenza, di maggiore interesse investigativo per la Polizia di Stato.

 

La provincia di Lucca dal punto di vista non solo economico ma anche geocriminale è suddivisa in tre s.e.l. (spazi economici locali): il capoluogo e la c.d. piana di Lucca; la Versilia; la Mediavalle-Garfagnana. Mentre quest’ultimo territorio, costituito dalla fascia pedemontana e dai rilievi delle Alpi Apuane non presenta, per quel che qui interessa,  particolari problematiche, i primi due s.e.l. sono territori a forte antropizzazione, con centri urbani spesso collegati tra loro senza soluzione di continuità che fungono da “vetrina delle occasioni criminali”: sovente le abitazioni sono singole o comunque inserite in contesti poco sorvegliabili dalla comunità dei residenti; i comuni sono dotati di una sorta di centri commerciali naturali, con attività commerciali, creditizie ed artigianali che aumentano le occasioni predatorie.

 

I reati vs. il patrimonio nel nostro circondario hanno la caratteristica di una scarsa “cifra oscura”, ovvero vengono tutti pedissequamente denunciati, e dunque il dato statistico è prossimo a quello reale; ciò avviene perché trattasi di reati giudicati dalle vittime molto invasivi della sfera patrimoniale-affettiva; con la denuncia, a cagione della fiducia riposta nell’operato delle Forze dell’Ordine, si spera di recuperare in tutto o in parte la refurtiva; la denuncia alfine viene presentata anche per fini assicurativi. Le numerose indagini della Squadra Mobile hanno dimostrato che i furti in abitazione sono effettuati da bande specializzate di soggetti provenienti dall’Europa dell’est, che sovente vengono da fuori provincia sfruttando la estrema mobilità sul territorio e le molteplici vie di comunicazione che vedono questa provincia baricentrica rispetto a quelle della fascia costiera toscana. Colpiscono di solito all’imbrunire e fino all’ora di cena, complici il buio e l’assenza dei proprietari; sono esperti nello smontare le serrature ed introdursi in casa senza produrre il minimo rumore.

 

Può accadere che se scoperti, fanno violenza ai proprietari per guadagnarsi la fuga, e dunque il reato tecnicamente si trasforma in rapina impropria. Sono episodici i casi in cui si verificano le c.d. “rapine in villa”, allorquando cioè i malviventi si introducono in casa, immobilizzano e percuotono i proprietari e fuggono con denaro e preziosi, atteso che la provincia di Lucca è costellata di numerose abitazioni sovente isolate. Tra la fine del 2012 e l’estate del 2013 si sono registrati nella nostra provincia alcuni efferati episodi sussumibili in detta ultima tipologia delittuosa, per cui si è reso necessario adottare una duplice risposta istituzionale: nell’immediato, con un dispositivo ad “alto impatto” interprovinciale, coordinato dalla Questura di Lucca e cui hanno partecipato anche le Questure di Pisa Livorno Pistoia e Firenze, integrato dal massiccio impiego di Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato; nel medio periodo, con indagini della Squadra Mobile di Lucca (tra cui la Falange Macedone conclusa lo scorso ottobre e che ha consentito di sgominare un clan di serbo-macedoni  responsabili di numerose sanguinose rapine in abitazione), citata come operazione di punta nell’ambito del progetto “Home 2013” (cfr. il già richiamato comunicato stampa dell’Ufficio Relazioni Esterne del Viminale).

 

Dopo le catture dei compartecipi, avvenute lo scorso mese di ottobre, si sottolinea che ad oggi non si sono più registrati siffatti eventi nel territorio provinciale. Un utile strumento di contrasto ai reati in genere, ed a quelli predatori nello specifico, si è rivelato alfine il ricorso alle variegate tipologie di misure di prevenzione, la cui adozione per una precisa scelta strategica del Questore Cracovia ha registrato evidenti incrementi percentuali, similmente al controllo del territorio. Nell’anno in osservazione, come si evince dalle allegate statistiche, a fronte di un aumento esponenziale dei controlli di persone e veicoli, di arresti, di misure di prevenzione i reati in generale e quelli predatori in particolare sono in generale calo, evidentemente a cagione della più efficace rimodulazione degli strumenti di contrasto innanzi delineati dalla Questura.

 

 

Comunicato stampa

 

Cat. 2.2 Div. P.A.C./nr. 1.000/14/Mob. Voce: “Porcari (LU) – arresti in flagranza per furto aggravato e continuato in concorso”. Si comunica che alle ore 21.20 di ieri 6 febbraio u.s. personale della Squadra Mobile e della Squadra Volante ha tratto in arresto, per il reato indicato in voce: Nistor Florentin, nato in Romania il 02.02.1981, res. Cerignola (FG) e Heghedus Violeta, nata in Romania il 17.10.1972, res. Cerignola (FG), pluripregiudicati per reati della stessa indole. Nello specifico, alle pregresse ore 13.40 giungeva richiesta di intervento sulla linea di soccorso pubblico 113, proveniente dal personale di vigilanza del negozio di prodotti elettronici della nota catena Mediaworld ubicato in Lucca fraz. S. Vito, per probabile tentativo di taccheggio in atto. Sul posto gli operatori rintracciavano il solo Nistor Florentin, notato dal personale di vigilanza mentre, unitamente ad una donna munita di una vistosa borsa in cordura, nel frattempo dileguatasi, a mezzo di un blister  privava dell’involucro esterno antitaccheggio alcuni prodotti esposti.

 

L’uomo veniva condotto in Questura e, dopo il sequestro dello strumento di effrazione, veniva indagato in stato di libertà e rilasciato al termine delle incombenze procedurali. Personale della Sezione Reati contro il Patrimonio della Squadra Mobile, opportunamente allertato, pedinava ininterrottamente l’uomo che si dirigeva verso la stazione ferroviaria di questo capoluogo, dove saliva a bordo di un treno regionale per discenderne alla stazione di Porcari. Qui l’uomo veniva agganciato dalla complice, notata uscire da un albergo vicino, che lo prelevava con una autovettura Fiat 500L presa a noleggio; l’auto veniva notata dirigersi in direzione Altopascio, ove è presente l’omonimo casello autostradale della A 11 Firenze-Mare, e subitaneamente bloccata dalle pattuglie giunte nel frattempo di rinforzo.

 

A seguito di perquisizione sul posto, nell’abitacolo del veicolo veniva rinvenuto numeroso materiale hi-tech (5 telefonini Samsung Galaxy tab 3; 55 giochi per Play Station; 14 hard disk Toshiba; 10 tablet Asus Fonepad 7; 5 tablet 3 Samsung; 10 consolle Nintendo DS3;  3 navigatori GPS; 9 controller WII; 2 mouse della Apple), nuovi ed ancora inscatolati e tutti privi di barra antitaccheggio, del valore complessivo di oltre 11.000 euro. La perquisizione consentiva inoltre di rinvenire e parimenti sequestrare una borsa in cordura schermata all’interno da fogli di alluminio per eludere i sensori antitaccheggio; nonché un elenco scritto a mano riportante l’indirizzo di numerosi negozi di elettronica del centro-nord. Il direttore del Mediaworld riconosceva, dai codici ancora presenti sui prodotti in sequestro, gli identificativi del circuito distributivo della propria catena, rendendo opportuna denuncia sui fatti. 

 

Al termine degli accertamenti i due, che vantano precedenti specifici per taccheggi in negozi di elettronica, sono stati tratti in arresto e, su disposizione del PM di turno dr. Salvatore Giannino/Sost., trattenuti presso le camere di sicurezza di questa Questura, in attesa della udienza di convalida del provvedimento precautelare fissata per l’odierna mattinata. Il Commissariato di P.S. in indirizzo, opportunamente allertato, ha verificato che gli indirizzi di presunta residenza forniti dai due corrispondono invero a due abitazioni diroccate e dunque non abitabili. Protezione consolare non attivata per esplicito diniego degli aventi diritto. A.G. informata da Squadra Mobile che procede. Questore Cracovia.

 

 

 

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