“CLAN DEI
CASALESI”, FAZIONE ZAGARIA: SEQUESTRO DEI BENI PER VINCENZO ABBATE, EX SOCIO
DELL’IMPRESA DI FAMIGLIA DEL GIUDICE DI PACE DI PIGNATARO MAGGIORE VITTORIA
FARZATI
Pignataronews, 07 febbraio 2014
CALVI RISORTA
– Sequestro dei beni per affiliati al “clan dei casalesi”, tra i quali Vincenzo
Abbate, molto conosciuto anche a Calvi Risorta e nell’intero Agro caleno perché
è l’ex socio della “Casertana recuperi srl” (colpita da interdittiva
antimafia), impresa di famiglia della coordinatrice dell’ufficio del Giudice di
Pace di Pignataro Maggiore dottoressa Vittoria Farzati.
La notizia del sequestro, diffusa il 6 febbraio 2014, ha avuto vasta eco,
rilanciata da un gran numero di testate giornalistiche e di siti Internet dopo
che era stata messa in rete dalle agenzie di stampa.
Con il titolo
“Camorra: sequestri Dia per 3 milioni ad affiliati clan casalesi – Nel mirino
imprese calcestruzzo ed immobili nel Casertano”, così l’agenzia giornalistica Ansa
ha sintetizzato il comunicato delle Autorità che hanno portato a termine
l’operazione: “Sequestri per 3 milioni di euro sono stati eseguiti dalla Dia di
Napoli nei confronti di tre esponenti del clan dei “casalesi” su disposizione
del Tribunale di S. Maria Capua Vetere. I provvedimenti riguardano
l’imprenditore del calcestruzzo Vincenzo Abbate, 60 anni, di S. Prisco
(Caserta), ritenuto interno al gruppo Zagaria e destinatario nel 2006 di
un’ordinanza per associazione per delinquere di stampo camorristico.
Il sequestro
ha interessato tre società di Abbate: la “Immobiliare Fratelli Abbate srl”, con
sede a Casagiove, in località Pannone, la “So.Ge.Cal”
srl, con sede a Casagiove e la “Autotrasporti C.M.T.” srl con sede a San
Prisco. Ad un altro affiliato al clan Zagaria, Giuseppe Granata, 50 anni,
di Teverola (Caserta), destinatario di un’ordinanza per associazione per
delinquere di stampo camorristico nel 2002, è stato sequestrato un immobile di
240 metri quadrati a Teverola, in via Bolzano. Un altro immobile, a San
Cipriano d’Aversa (Caserta), in via Ovidio, è stato sequestrato a Pasquale
Fontana, 52 anni, di Casapesenna (Caserta), soprannominato “‘o ragioniere” e
colpito da un’ordinanza per associazione per delinquere di stampo camorristico
nel 2006. Fontana – secondo quanto emerso dalle indagini – si era occupato
degli investimenti di denaro del clan nel Nord Italia a fini di riciclaggio”.
Riportiamo
anche quanto riferito dall’agenzia Adnkronos, sempre
in data 6 febbraio 2014, con il titolo: “CAMORRA: AGGREDITI I PATRIMONI DI TRE
AFFILIATI AL CLAN DEI CASALESI – DIA NAPOLI SEQUESTRA IMMOBILI E SOCIETA’ PER
TRE MILIONI DI EURO”, in quanto vi sono altri dettagli su Vincenzo Abbate.
Ecco di
seguito il testo integrale del dispaccio dell’Adnkronos:
“Immobili e società, per un valore di circa tre milioni di Euro sequestrati
dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli al clan dei casalesi. Lo
riferisce una nota della Dia. In particolare i tre provvedimenti di sequestro
riguardano: Vincenzo Abbate, “intraneo al gruppo
Zagaria, colpito da un’ordinanza restrittiva per associazione camorristica nel
2006″. Le indagini “dimostrano – spiega una nota della Dia, che il gruppo
camorristico riferibile alla famiglia Zagaria aveva assunto un assetto
organizzativo articolato e complesso tanto da soddisfare le diverse esigenze
operative ed i differenti ambiti di intervento”.
Vincenzo
Abate, “imprenditore nel settore della produzione e trasporto del calcestruzzo,
è pedina interna all’organizzazione camorristica, in diretto contatto e piena
sintonia con i vertici del clan, dei quali osserva tutte le disposizioni, così
contribuendo a garantire il controllo di quel particolare settore industriale
che è propedeutico all’efficace e concreto condizionamento degli appalti
pubblici”. Per quanto riguarda Giuseppe Granata “anch’egli intraneo
al gruppo Zagaria “emerge la sua partecipazione all’organizzazione
camorristica, con funzioni di continuo supporto logistico e nel settore
imprenditoriale del gruppo”. La Dia ha sequestrato un immobile della superficie
totale di 240 mq di proprietà del Granata. Un altro immobile è stato
sequestrato a Pasquale Fontana, detto ”o ragioniere”, cugino di primo grado di
Michele Zagaria, “capo dell’omonima fazione casalesi”.
Le due note d’agenzia sopra riportate le abbiamo riprese dal sito nazionale
della Dia, all’indirizzo Internet http://www.interno.gov.it/dip_ps/dia/
Queste appena riferite sono le notizie ufficiali diffuse – come si è detto
– da numerosi organi di informazione. Per i nostri affezionati lettori,
vogliamo aggiungere due dettagli. Il primo riguarda il riferimento alla
“Immobiliare Fratelli Abbate srl”, con sede a Casagiove, in località Pannone”;
è lo stesso posto (appunto: “Casagiove, in località Pannone”) dove c’era la
sede legale dell’impresa della famiglia Iorio-Farzati
“Casertana recuperi srl” (quando aveva come socio il famigerato Vincenzo
Abbate), prima di trasferirla in Calvi Risorta. Il secondo dettaglio è relativo
alla “Autotrasporti C.M.T. srl con sede a San Prisco”. Vi dice niente –
cari lettori di Calvi Risorta, di Pignataro Maggiore, di Sparanise e
dell’intero Agro caleno – la sigla C.M.T.? Se non vi dice nulla, guardate la
foto che pubblichiamo a corredo di questo articolo e capirete tutto. Si tratta
del cartello che dal 2004 ancora campeggia all’ingresso della ex cava Fabbressa
– lungo la strada provinciale che da Calvi Risorta porta a Sparanise -, ex cava
di proprietà del Comune di Calvi Risorta finita graziosamente nelle mani della
“Casertana recuperi srl” per una lucrosa attività nel campo dei rifiuti.
Cartello che, tra l’altro, riporta la sigla della C.M.T. di Casagiove per
quanto concerne “opere edili e movimento terra”, nell’ambito del più generale e
complesso intreccio d’affari tra Vincenzo Abbate e la famiglia Iorio-Farzati.
Come è noto,
solo recentemente è stata posta la parola fine allo scandalo dell’attività
della “Casertana recuperi srl” nella ex cava Fabbressa di proprietà comunale, a
seguito della nostra inchiesta giornalistica che aveva fatto emergere – a
dispetto della generale e complice omertà imperante nelle stanze del potere a
Calvi Risorta – l’esistenza di un’interdittiva
antimafia emessa dalla Prefettura di Caserta a carico dell’impresa di famiglia
del Giudice di Pace Vittoria Farzati. Quest’ultima,
però, incredibilmente continua ad amministrare la giustizia civile e penale in
un ufficio delicatissimo come è quello di Pignataro Maggiore, città tristemente
conosciuta come “la Svizzera dei clan”.
Rosa Parchi
ARTICOLO PUBBLICATO DA “PIGNATARO MAGGIORE NEWS”
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