L'Underforty ricorda la Giornata Mondiale contro il Cancro

Comune di Pignataro, 04 febbraio 2014

Concetta Parisi

 

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Chi mette in discussione le motivazioni di una persona seriamente malata rischia di creare un vortice di polemiche dal quale si esce malconci. Vale anche per la coppia più glamour del giornalismo statunitense: Bill Keller (ex direttore del New York Times) e sua moglie Emma, i quali hanno criticato la scelta di Lisa Bonchek Adams, madre di tre bambini affetta da un cancro al seno al sesto grado, che ha deciso di condividere la sua malattia sui social network.

Un racconto, una cronologia molto dettagliata sulle sue condizioni di salute, trattamenti, stati d'animo, paure e l'avanzare della malattia in tutto il corpo. Il tutto seguito da moltissimi sostenitori. Una scelta non gradita dalla signora Keller che in un editoriale ha aspramente criticato Lisa Adams: “Che senso ha twittare una malattia terminale? Dove va a finire l’etica?”. Nemmeno il tempo di pubblicare l’articolo che il sito del giornale britannico è stato preso d’assalto da migliaia di lettori: “Lisa soffre, ma non certo fa soffrire altri scrivendo della sua malattia”.

A poco sono valse, dopo questo messaggio, le scuse della signora Keller in quanto il giornale ha deciso di rimuovere l’articolo uscito spiegando che non era in linea con il codice di condotta editoriale. Lisa ha avuto il coraggio di portare sullo schermo la malattia. Ne ha parlato, l'ha gridata, ha avuto il coraggio di mostrarsi. Le esternazioni sul tumore fanno bene. Giovano a chi ne è colpito, come cominciano a dimostrare articoli pubblicati di recente da note riviste scientifiche. Il cancro può essere un argomento difficile, parlarne apertamente aiuta però i pazienti a combattere la malattia, e migliora i risultati quando si affronta il problema a livello politico e sociale, anche se in molte culture i tumori continuano ad essere un argomento tabù, causa di discriminazioni e stigma sociale per chi ne soffre. Per questo è fondamentale promuovere il dibattito pubblico sui tumori, per aiutare così i pazienti a recuperare un’immagine positiva del proprio corpo, a ricevere il sostegno di parenti e amici e a trovare ambienti lavorativi in grado di comprendere le loro necessità.

Affrontare in modo aperto il tema dei tumori è utile a tutti, malati e non. Riguardo ai primi, diversi studi hanno dimostrato che il supporto di amici, parenti e gruppi di pazienti riduce l'ansia e lo sconforto che si possono provare di fronte alla malattia e migliora sensibilmente la qualità della vita. Parlare apertamente di cancro è poi determinante per aumentare la consapevolezza dei rischi e far sì che le persone adottino abitudini e stili di vita atti a ridurli. Giovano quindi alla società, che da tali gesti di “eroismo” trae insegnamenti e stimoli alla prevenzione come quella che non si stanca mai di ricordare l’Associazione Underforty che da poco più di anno è sorta anche a Calvi Risorta. La lotta contro il cancro al seno è una battaglia che dura da più di 20 anni e conta sulla ricerca per migliorare continuamente le prospettive di vita e il numero delle guarigioni. Underforty nasce proprio dall’idea di far conoscere, prevenire e parlare di questa malattia che ad oggi è quella che colpisce la maggior parte delle donne, fornendo supporto alla persona, regalandole soprattutto tranquillità, fiducia e sostegno che sono la base per sconfiggere questo male.

Come dicevamo, parlare della propria malattia fa bene e il web è un luogo ideale per trovare ascolto e comprensione da parte di chi è particolarmente empatico, o anche solo per sfogarsi, prendendo il cancro a “cattive parole.” L'Associazione Underforty nasce a Calvi Risorta per volontà di un gruppo di giovani volontari, motivati dalla ferma convinzione che la lotta contro il tumore al seno è possibile vincerla con l’arma potentissima della prevenzione. Perché insieme si può e si VINCE. “Siamo giovani, ma il nostro progetto nasce dai giovani ed è rivolto, in modo particolare, alle giovani donne. Porteremo avanti il nostro impegno, perché abbiamo fiducia nella medicina e crediamo fermamente in ciò che facciamo” afferma Pietro Valle, promotore di questa Associazione a Calvi Risorta, una persona di grande stima e di grande forza interiore. Lo scopo dell’Associazione è ben chiaro: aiutare le donne creando canali di informazioni e progetti di assistenza mirati alla determinazioni di diagnosi e quindi cure nel minor tempo possibile.

La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo sancisce che l'accesso alle cure deve essere garantito a tutti. In Italia questo diritto è assicurato dal Servizio Sanitario Nazionale. Purtroppo però non è ovunque così: nei Paesi in via di sviluppo sono spesso solo i ricchi a potersi permettere le terapie. E accade lo stesso anche in nazioni occidentali nelle quali sono però i cittadini a doversi garantire l'assistenza sanitaria, spesso attraverso la stipula di assicurazioni. Il paziente cerca di dare un senso a ciò che gli è successo ed una risposta al perché sia successo proprio a lui. Avendo sperimentato la propria vulnerabilità e anche il senso del limite della propria vita e del proprio corpo, ci si chiede come vivere il proprio futuro. E’ il tempo della riflessione sulle proprie scelte passate, sui propositi per il futuro o sui desideri. Importante è “accompagnare” il paziente in modo che egli possa trovare le sue risposte a questi interrogativi.

“Non è possibile, non sono io, deve esserci un errore!" così si cerca disperatamente di sdrammatizzare, ma per mantenere la speranza e continuare a vivere non si può affrontare la morte continuamente, la speranza va mantenuta in ogni fase del percorso di adattamento. Sono questi gli obiettivi e gli accesi temi di dibattito che oggi il World Cancer Day si propone di perseguire, soprattutto per far sì che le persone ammalate siano sempre più informate e non cadano nella disperazione, sentendosi abbandonate.

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