CAMION AL LAVORO NELL’EX CAVA FABBRESSA: UN VIDEO INCHIODA I POLITICI CALENI ALLE PROPRIE RESPONSABILITA’

 

Calvirisortanews, 02 febbraio 2014

Calvi Risorta: CAMION AL LAVORO NELL’EX CAVA FABBRESSA, UN VIDEO INCHIODA I POLITICI CALENI ALLE PROPRIE RESPONSABILITA’

 

 

 

 

 

 

 

 

Piano piano, un tassello per volta, ecco che sta diventando sempre più chiaro il quadro che raffigura gli ultimi 9 anni di “gestione-non gestione” quindi di mala-gestione di quell’area collinare tra Calvi Risorta e Sparanise denominata ex cava Fabbressa. C’è il terreno di conferimento (una montagna), c’è una concessione data da un sindaco e ritirata dal suo successore “nel passaggio elettorale Antonio Caparco - Giacomo Zacchia con quest’ultimo - come scrive Elio Zanni oggi sul Mattino - che nel 2005 ordinò la revoca della concessione”, c’è un processo in piedi, che vede indagato il primo cittadino Antonio Caparco, anche se il primo cittadino afferma su un giornale che, ad essere indagato e il comune e non lui stesso.

 

E adesso, a dispetto di chi afferma che lì dentro nessuno ha mai sversato un secchio di rifiuti, ecco che è spuntato fuori un video che inchioda alle proprie responsabilità persino chi doveva controllare la zona. Si è discusso molto, ieri, durante la manifestazione di protesta del Comitato di difesa dell’Agro caleno no-centrale a biomasse di questo filmato, ritenuto una vera e propria prova, forse persino di una notizia di reato che gli inquirenti al lavoro sul caso “Fabbressa” farebbero bene ad acquisire.

 

La clip si intitola “1 Febbraio 2014 - presidio alla Cava Fabbressa - Calvi/Sparanise (CE)”. Fa riferimento al primo febbraio (1 febbraio) ma è evidente che la data in cui è stato girato, con un semplice telefonino, è diversa. C’è polvere nell’aria, la vegetazione appare rinsecchita dal sole. Il video appare dunque girato tra luglio e settembre dello scorso anno. Il fatto è che, anche in questo caso (cioè che risalisse al 2010, o persino a più anni fa) ci troveremmo comunque di fronte a un fatto scandaloso, a una prova senza appello di quanto accadeva in Fabbressa malgrado lo stop imposto da Zacchia, nonostante l’assenza da parte della ditta dei certificati di partecipazione e gare e svolgimento di lavori per conto di enti pubblici e soprattutto per la successiva scoperta dell’assenza del certificato antimafia. Il primo stop a quello che doveva essere un’opera di recupero dell’ex cava fu dato dal tecnico comunale (quello dello scandalo delle giostrine) per la mancanza dei documenti Soa, necessari per svolgere lavori pubblici. Era il 2005, come già detto.

 

Ma ecco che nel 2009 (con Caparco di nuovo sindaco) la ditta che doveva essere ferma con i lavori, iniziò stranamente a pagare al comune le cifre dette di “ristoro ambientale”. Si, perché mentre il Comune avrebbe fatto un passo indietro nella vertenza contro la società che, nel frattempo, è stata colpita da interdittiva antimafia per i rapporti con Vincenzo Abbate, nel 2009 con le nuove elezioni ecco che è ritornato al posto di guida il primo cittadino Caparco. I pagamenti continuarono fino a quando al comune di Calvi furono protocollate delle lettere di denuncia sulla questione, presentate dai consiglieri Marrocco e Cipro, che hanno fatto avviare l’indagine, amministrativa e penale.

 

Infatti, l’arrivo dei soldi nelle casse calene significavano anche che l’attività era in essere: cosa che non poteva essere visto il precedente stop comunale. Attività che però oggi, secondo lo stesso amministrazione in carica, si sarebbe svolta (ma di questo sembra non esistere traccia se non nelle carte della stessa società) senza le necessarie autorizzazioni. Autorizzazioni che comunque non potevano essere date, per l’assenza del certificato antimafia. Insomma, il classico cane che morde la coda. Ma anche questa GIOSTRA DI RESPONSABILITA’ sta per fermarsi. E la gente è sempre più sensibile alla questione ambientale. Al punto che il fatto potrebbe condizionare il voto amministrativo.

 

Che la vicenda sia importante lo si legge anche dal nervosismo con cui, in alcuni passaggi su un sito internet Zacchia (probabile prossimo candidato sindaco) accusa l’attuale consigliere comunale di maggioranza Giovanni Marrocco (sicuro candidato sindaco alle prossime elezioni) di “colpevole silenzio” sul caso della cava in attività durante l’amministrazione del sindaco Caparco, probabile candidato sindaco della lista elettorale degli uscenti. E’ fin troppo chiaro che il caso ex cava Fabbressa si appresta a diventare uno dei maggiori argomenti di battaglia delle prossime elezioni amministrative locali.

 

Si ma ora, chi avrà mai il coraggio di fare della cava un cavallo di battaglia se in questa storia di nascondimenti, di non vedo non sento e non parlo, i fatti dimostrano che nessuno (dagli attuali amministratori agli ex sindaci e consiglieri comunali) può realmente dirsi assolto avendo dimostrato di avere una così scarsa attenzione su quanto stava accedendo sotto i loro occhi. Soprattutto lì, nell’ex cava Fabbressa, a tre chilometri e mezzo di distanza dal centro storico di Calvi Risorta?


Ecco il video scandalo della Cava Fabbressa.

 

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