Oggi si dovrebbe discutere davanti al Tar il
ricorso della Casertana Recuperi contro l’interdittiva
antimafia. L’Amministrazione comunale trema
Caleno24ore, 14 gennaio 2014
Astensione degli avvocati permettendo, oggi (15
gennaio) dovrebbe aver luogo una nuova udienza davanti al Tar Campania del
ricorso presentato dalla “Casertana Recuperi srl” e
Antonio Luca Iorio (figlio del Giudice di Pace Vittoria Farzati) contro l’interdittiva
antimafia emessa dalla Prefettura di Caserta il 28 settembre 2009. La società
della famiglia Iorio, che si avvale dei servigi dell’avvocato Carlo Sarro (attuale membro della Commissione parlamentare
antimafia), è finita nella “lista nera” delle ditte attenzionate,
perché annoverava tra i propri soci Vincenzo Abbate, arrestato per associazione
mafiosa e ritenuto dai magistrati della Dda di Napoli
uomo del boss del clan dei casalesi Michele Zagaria.
In attesa delle decisioni del Tribunale
amministrativo, nelle scorse settimane hanno suscitato molto scalpore le
dichiarazioni del sindaco Antonio Caparco, il quale ha ammesso di aver saputo
dell’interdittiva antimafia ai danni della “Casertana
Recuperi srl” soltanto recentemente dalla stampa e
che la stessa società starebbe gestendo la cava Fabbressa
in località Monticello senza alcuna autorizzazione del Comune di Calvi Risorta.
Insomma – secondo il primo cittadino – gli Iorio avrebbero occupato la cava a
sua insaputa, pur avendogliela affidata nel 2004 (autorizzazioni poi revocate
dal sindaco Giacomo Zacchia nel 2005 e di cui si sono perse le “tracce” in
questi anni).
Affermazioni queste strane e anche preoccupanti per
tutta una serie di motivi. Innanzitutto perché vorrebbe dire che il primo
cittadino non è a conoscenza di quello che accade nel comune che amministra. Ma
c’è di più. Il Comune di Calvi ha affidato dei lavori alla “Casertana Recuperi srl” (ad esempio quelli di rifacimento del piazzale
antistante il cimitero comunale), quindi inviava e riceveva comunicazioni dalla
società che aveva sede nella stessa cava Fabbressa,
“abusivamente” – secondo la fascia tricolore – occupata ai danni dell’Ente
stesso. Di fronte a questo scenario da brividi, non sorprende che più autorità
inquirenti stiano indagando sulla questione dei rapporti tra la “Casertana
Recuperi” e il Comune, oltre che sulla posizione del Giudice di Pace, la
dottoressa Farzati.
Alle questioni legali si affiancano quelle ambientali:
non è chiaro che cosa sia stato smaltito nella cava, poiché in questi anni,
siccome tutti “ignoravano” l’attività degli Iorio, nessuno ha effettuato degli
accertamenti. In questo senso il “Comitato per l’Agro Caleno: No Centrale a
Biomasse” ha lanciato l’allarme, preannunciando mobilitazioni nelle prossime
settimane.
Il caso Fabbressa rischia
seriamente di far tremare Calvi più del terremoto del 29 dicembre scorso.
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