INTERDITTIVA ANTIMAFIA, CHIUSA L’EX CAVA FABBRESSA, L’INCREDIBILE DICHIARAZIONE DI CAPARCO: “IO NON NE SAPEVO NULLA”

 

Calvirisortanews, 29 dicembre 2013

 

Calvi Risorta: INTERDITTIVA ANTIMAFIA, CHIUSA L’EX CAVA FABBRESSA, L’INCREDIBILE DICHIARAZIONE DI CAPARCO: “IO NON NE SAPEVO NULLA”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Balle di fine anno: il sindaco Caparco dichiara alla stampa che non era a conoscenza del fatto che la Casertana recuperi non era più in possesso del certificato necessario a svolgere lavori pubblici. Il giornalista abbocca e pubblica tutto. Ma si tratta di una affermazione che fa venire la pelle d’oca, perché come vuole la legge, il primo cittadino, sempre, in ogni caso non può non sapere, altrimenti è tenuto a dimettersi immediatamente. I precedenti di tribunale sono tutti su questa linea: il sindaco non può dire di non essere a conoscenza di cose gravi e importanti e con risvolti legali che riguardano la sua città. Ma la situazione di Calvi Risorta e della sua ex cava è ancora più grave. Infatti, è da anni che i consiglieri di maggioranza Marrocco e Cipro, nel timore che le attività in atto in zona Fabbressa potessero mettere in pericolo la salute pubblica (altro compito che la legge carica per intero sul sindaco che non può non sapere) hanno mandato vagonate di segnalazioni - tutte protocollate - al sindaco che non sa nulla.

 

Scavando sul nostro sito, attraverso il motore di ricerca le ritrovate tutte. Come se non bastasse, nel 2011 la stessa Casertana recuperi fu incaricata dal Comune e quindi da Caparco di sversare (è proprio il caso di dire) montagne di rifiuti speciali (leggasi sfrattonamento di asfalto) sulla nuda terra - fatto ecologicamente gravissimo - dell’area antistante il cimitero comunale adibita a parcheggio. Con quali permessi antimafia, ci viene da chiedere oggi, il comune attribuì quell’incarico? Anche in questo caso il controllo minimo doveva essere quello della patente di legalità nelle mani della ditta. Controlli che dovevano scattare immediatamente quando nelle mani dei carabinieri di Calvi Risorta giunse la denuncia dei consiglieri comunali sul presunto stato di inquinamento della zona antistante sempre il cimitero comunale. Bastava che i carabinieri seguissero a ritroso il percorso fatto dai materiali bituminosi per ritrovarsi lì nell’ex cava Fabbressa.

 

Ma c’è di più e pregheremmo a questo punto carabinieri, polizia, finanza e forestale di prendere appunti: più di una volta si sono verificati problemi di perdita di terriccio sulla strada che collega Calvi Risorta con Sparanise e che quindi posta in località Monticello: ossia nell’ex cava. La ditta, per quanto ci risulta, fu contattata e invitata a ripristinare l’agibilità della via, in pratica a pulire il manto d’usura della strada provinciale per Calvi. In quel luogo poi, visto che si poteva presumere benissimo che vi fossero delle attività in corso sarà pure per lo meno una volta (dal 2009 a oggi) entrata l’Asl per i controlli sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Che dire poi dei tir che trafficavano in zona? E’ mai possibile che con l’allarme che c’è sul trasporto di rifiuti non ci sia stato mai e poi mai un fermo e un controllo?

 

Il sindaco che dice ai giornali di non sapere nulla e di aver appreso tutto dalla stampa ha però indetto nel 2004 la gara di appalto per il recupero dell’ex cava. Ma nel 2005 a vincere le elezioni è Giacomo Zacchia che provvedere a stoppare la ditta. Questo atto pure è sfuggito all’attenzione del sindaco Antonio Caparco che dice di non sapere nulla? S’ingiunge a codesta Società – si legge nel provvedimento di Zacchia - di provvedere al ripiegare dei cantieri già allestiti e allo sgombero delle aree di lavoro e relative pertinenze; con avvertimento che in caso di mancato rispetto del assegnato, provvederà d’ufficio con l’attribuzione di oneri e spese.

 

Il fatto è che Caparco ritorna sulla poltrona di sindaco nel 2009. E qui la situazione diventa incomprensibile. La ditta fa ricorso per riottenere la certificazione che gli consentirebbe di svolgere lavori pubblici. C’è una bocciatura ma parte un nuovo ricorso. Intanto si parla di nuovo di possibili cantieri aperti nella cava e nelle mani di Caparco che non sa nulla arrivano le segnalazioni dei suoi stessi consiglieri comunali di maggioranza: tutto protocollato. Il gioco regge fino a quando in consiglio comunale arriva la messa in mora degli stessi consiglieri di maggioranza Marrocco e Cipro. Finalmente partono i controlli, i vigili urbani diretti dal commissario Fabio Remino, si recano finalmente nell’ex cava, non trovano mezzi all’opera, però l’ordine dell’ufficio tecnico comunale che intanto ha accertato quello che i consiglieri denunciavano da tre anni: la ditta non ha le certificazioni e i permessi per utilizzare l’area. Poi c’è il consiglio comunale dello scorso 18 dicembre nel quale Caparco alza le mani e annuncia controlli che già ci sono stati (li ha ordinati lui stesso quattro giorni prima della seduta) e una prossima chiusura che però c’è già stata.

 

La nostra conclusione è che nessuno può permettersi il lusso di lavarsene le mani come Pilato. Questo per un motivo molto semplice: sulle attività in corso nell’ex cava c’è persino un giro di pagamenti tra la ditta e il Comune. Pagamenti che scattano sempre e soltanto grazie alle segnalazioni di chi negli ultimi tre anni ha aperto gli occhi a Caparco alla sua amministrazione, ossia: Marrocco e Cipro. Il dubbio finale è questo. Ma se Antonio Caparco dopo tutte queste segnalazioni davvero non vede e non sa nulla dell’ex cava Fabbressa, quante altre cose che magari non hanno goduto delle stesse segnalazioni potrà dire in ogni occasione dire di non sapere? E alle prossime elezioni i cittadini se la sentiranno ancora una volta di rieleggere un sindaco che non sa nulla? Staremo a vedere.



www.calvirisortanews.it smentisce il sindaco Antonio Caparco, dopo le dichiarazione fatte alla Gazzetta di Caserta in data 29 Dicembre 2013. “CERTIFICATI ANTIMAFIA SOSPESI DALLA PREFETTURA, MA LA CAVA E SUL TERRITORIO DI CALVI RISORTA“ pubblicato il 15/04/2013 21.51.07 Vito Taffuri

 

CERTIFICATI ANTIMAFIA SOSPESI DALLA PREFETTURA, MA LA CAVA E SUL TERRITORIO DI CALVI RISORTA


Storie di cave e di certificati antimafia, tutto inizia nel 2009 quando, lo dice la storia, il Sindaco era Antonio Caparco. La “Casertana recuperi srl”, con sede legale in Calvi Risorta, all’epoca già impegnata in un contratto di appalto per lo svolgimento di attività di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi, risulta essere colpita da interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Caserta fin dal 28 settembre 2009, come da comunicazione ricevuta quasi otto mesi dopo, in data 18 maggio 2010.

 

Ma non si tratta di una delle tante interdittive antimafia – e, a nostro avviso, sono ancora troppo poche - emesse doverosamente dalla Prefettura di Caserta. La “Casertana recuperi srl”, infatti, è la società di famiglia del Giudice di Pace di Pignataro Maggiore, dottoressa Vittoria Farzati (coordinatrice dell'articolazione giudiziaria in una realtà di frontiera), che ora rischia di essere travolta dalla tempesta che si scatenerà a seguito di questa nostra nuova inchiesta giornalistica sulla città tristemente nota come la “Svizzera della camorra”. Nelle vicende societarie della “Casertana recuperi srl” - oltre a Vincenzo Abbate, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere il 24 giugno 2006 con l'accusa di associazione mafiosa – figurano i figli della dottoressa Vittoria Farzati (moglie dell’imprenditore Nicolino Iorio), Antonio Luca Iorio e Maria Giuseppa Iorio.

 

Naturalmente la “Casertana recuperi srl” si è rivolta al Tribunale amministrativo regionale della Campania di Napoli chiedendo l'annullamento dell'interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Caserta, ma con sentenza depositata in segreteria il 22 dicembre 2010 la prima sezione del Tar ha respinto il ricorso. Sentenza che pubblichiamo integralmente in coda a questo articolo, a beneficio dei nostri (pochi) lettori; un documento nel quale si potranno trovare altri utili elementi per meglio comprendere la complessa questione, a cominciare dalle date lontane in cui sono cominciati gli accertamenti sulla “Casertana recuperi srl”.

 

In tutto questo tempo – dato il ruolo ricoperto quale coordinatrice dell'ufficio del Giudice di Pace di Pignataro Maggiore – le Autorità competenti hanno ritenuto di informare chi di dovere (Ministero della Giustizia, Consiglio Superiore della Magistratura, o altri) dell'emissione dell'interdittiva antimafia a carico della società di famiglia della dottoressa Vittoria Farzati? E, se tale informativa è stata trasmessa, è stata forse – per assurdo - ritenuta ininfluente, fosse anche per “semplici” ragioni di opportunità, sulla posizione della dottoressa Vittoria Farzati quale Giudice di Pace, anzi pure coordinatrice di un delicatissimo ufficio come è quello di Pignataro Maggiore? E la dottoressa Vittoria Farzati – concludiamo – si è sentita per anni e continua a sentirsi nelle condizioni di serenità per restare ad esercitare il ruolo di Giudice di Pace e di coordinatrice dell'ufficio pignatarese?

 

Attendiamo, con fiducia, le risposte, visto che di tempo per le doverose riflessioni ne è passato parecchio. Abbiamo pubblicato le due sentenze nell’attesa di un eventuale ricorso in cassazione da parte della Casertana Recuperi, visto, che in Italia ci sono tre gradi di giudizio. Nel frattempo però la cava e in piana attività. Non conosciamo se oggi la Casertana Recuperi e in possesso della certificazione antimafia? Forse l’unico a saperlo a Calvi Risorta, e il Sindaco Caparco, oppure l’Ing comunale Sergio Santillo, che ha rilasciato la concessione ad esercitare l’attività. Insomma, questa amministrazione civica dovrà dare molte spiegazione ai suoi elettori.


15/04/2013 21.51.07 151.18.109.23 - Vito Taffuri

 

 

Visita www.CalviRisorta.com