Agro Caleno: Centrale a biomasse,
l’interrogazione parlamentare del M5Stelle
Caserta24ore, 26
dicembre 2013
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Ci sarebbe una
violazione dei diritti costituzionali e intimidazione ai danni degli
ambientalisti, addirittura perpetrata da parte della Questura,
nell’interrogazione della senatrice del “Movimento 5 Stelle” Vilma Moronese e sottoscritta anche da altri quattordici senatori
dello stesso gruppo a Palazzo Madama. Di notevole rilevanza politica il fatto
che ben quindici senatori della Repubblica scendano in campo a tutela degli
ambientalisti che soprattutto tra Pignataro Maggiore, Calvi Risorta, Sparanise
e Capua sono impegnati nella battaglia contro i progetti del gassificatore di
Capua e della centrale cosiddetta “ a biomasse” di Calvi Risorta, progetti
fortemente avversati dalla popolazione. L’interrogazione a risposta scritta,
rivolta al ministro dell’Interno e recante il numero 4-01306, è stata firmata –
oltre che da Vilma Moronese – dai senatori Enrico
Cappelletti, Francesco Molinari, Vito Claudio Crimi, Ornella Bertorotta, Rosetta Enza Blundo,
Gianluca Castaldi (vicepresidente del gruppo parlamentare del “Movimento 5
Stelle”), Daniela Donno, Barbara Lezzi, Giovanna Mangili,
Carlo Martelli, Paola Nugnes, Sergio Puglia, Vincenzo Santangelo e Stefano
Lucidi.
Ecco
l’interrogazione
Premesso che:
in seguito a
notizie di stampa si è appreso che la Iavazzi Srl sarebbe intenzionata a
costruire una centrale a biomasse nell’area dell’ex Pozzi, un territorio che si
estende tra Sparanise e il demanio di Calvi Risorta; la notizia giunge a
seguito del finanziamento di 23 milioni di euro concesso dal Ministero dello
sviluppo economico alla Iavazzi Srl per la costruzione di una centrale a
biomasse; al riguardo, in data 7 novembre 2013, si sarebbe dovuto svolgere un
presidio presso la Prefettura di Caserta al fine di ottenere risposte dal
prefetto sulle prospettive del territorio e sull’opportunità di edificare nuovi
impianti, nonché fermare il piano che prevede la costruzione di una centrale a
biomasse a Calvi Risorta, un territorio che ha già pagato tanto in termini di
devastazione ambientale; per il presidio erano attesi diversi pullman
provenienti dalla provincia di Caserta, in particolare dall’agro caleno, cioè
da Calvi Risorta, Sparanise, Pignataro maggiore ed altri comuni limitrofi; il
presidio purtroppo non si è svolto in quanto il questore di Caserta, dottor
Gualtieri, il giorno precedente aveva deciso che il corteo (in realtà mai
convocato trattandosi di un semplice presidio) dovesse essere vietato e,
mobilitando tutte le stazioni dei Carabinieri dell’agro caleno oltre al comando
provinciale di Capua, ha fatto pervenire alcune diffide ad attivisti di
associazioni; considerato che, risulta agli interroganti: le notifiche delle
diffide sarebbero state caratterizzate da alcune anomalie, per esempio: a Calvi
Risorta i Carabinieri avrebbero consegnato a due persone diffide in bianco
ancora da compilare; a Pignataro maggiore i militari avrebbero recapitato ad un
minorenne l’atto da firmare ancora in bianco; a Sparanise avrebbero richiesto
la firma ad una persona diversa da quella a cui la notifica della diffida era
indirizzata, ossia il presidente di un’associazione; inoltre, la mattina stessa
dell’iniziativa, i Carabinieri di Sparanise e Pignataro maggiore si sarebbero
presentati nei rispettivi municipi per diffidare i sindaci Sorvillo e Cuccaro
dalla partecipazione al presidio e per “biasimarli” per l’appoggio dato ai
comitati ed ai cittadini, inoltre avrebbero provveduto a notificare ulteriori
diffide alle società di trasporto che stavano organizzando due pullman per il
trasferimento della delegazione dei manifestanti; considerato inoltre che: in
data 15 giugno 2013 il movimento “NoGas” aveva chiamato a raccolta a Capua, per
un’iniziativa pubblica, tutto il fronte contrario alla realizzazione del gassificatore;
cittadini e movimenti si sono incontrati in piazza dei Giudici per chiedere, a
quelle componenti istituzionali che si sono dichiarate contrarie all’impianto,
di dare un sostegno più deciso alla battaglia intensificando le pressioni verso
sugli organismi competenti; il dibattito, ampiamente pubblicizzato mediante
manifesti murali e volantinaggi ha avuto, come quasi la totalità delle
iniziative del movimento, un’estesa risonanza mediatica; all’iniziativa sono
stati invitati a partecipare, oltre ai cittadini, gli esponenti politici ed i
sindaci che si erano schierati apertamente contro il gassificatore ed hanno
aderito i sindaci di Sparanise, Pignataro maggiore, Vitulazio, Pastorano,
Camigliano, Santa Maria La Fossa, la prima firmataria del presente atto di
sindacato ispettivo, la senatrice Paola Nugnes e Gennaro Oliviero, consigliere
regionale; dell’iniziativa fu data regolare comunicazione, in data 13 giugno
2013, al sindaco di Capua dal signor Valerio De Rosa in qualità di attivista
contro il gassificatore e segretario cittadino di Rifondazione comunista. Il 14
giugno il comando di Polizia municipale autorizzava ad occupare piazza dei
Giudici per lo svolgimento della manifestazione richiesta; inizialmente, gli
organizzatori avevano fatto richiesta di svolgere il dibattito presso il
chiostro dell’Annunziata, ma la Polizia municipale aveva opposto motivazioni di
sicurezza, considerata la presenza di parlamentari.
Pertanto, dopo
un’integrazione alla domanda originaria presentata per iscritto, venne concessa
piazza dei Giudici dove effettivamente si è svolta la manifestazione;
successivamente allo svolgimento della manifestazione la questura di Caserta ha
denunciato 5 persone, a giudizio degli interroganti arbitrariamente,
individuate come organizzatrici dell’evento, per violazione dell’art. 18 del
regio decreto n. 773 del 1931, testo unico delle leggi di pubblica sicurezza,
per mancata comunicazione alla questura di Caserta. Nessuno dei 5 denunciati è
firmatario della regolare richiesta presentata al comando di polizia; risulta
agli interroganti che nel corso della manifestazione del 15 giugno è stato
garantito l’adeguato servizio di ordine pubblico al fine di rendere possibile
il regolare svolgimento della manifestazione; considerato inoltre che, a parere
degli interroganti: l’art. 18 del regio decreto n. 773 del 1931 stabilisce che
“I promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico devono
darne avviso, almeno tre giorni prima, al Questore”, ma anche che “Con le
stesse pene sono puniti coloro che nelle riunioni predette prendono la parola”.
Inoltre: “Il
Questore, nel caso di omesso avviso ovvero per ragioni di ordine pubblico, di
moralità o di sanità pubblica, può impedire che la riunione abbia luogo e può,
per le stesse ragioni, prescrivere modalità di tempo e di luogo alla riunione”;
nonostante il dettato normativo l’autorizzazione allo svolgimento della
manifestazione è stata concessa, e questa si è svolta pacificamente e
regolarmente, mentre soltanto in seguito veniva sollevata l’obiezione di legge
imputandola esclusivamente ai suddetti 5 manifestanti e non anche a tutti
coloro che avevano preso la parola; l’episodio narrato ha rivelato una palese
violazione del dettato costituzionale, riferito, in particolare, al diritto sia
di riunione sia della libertà di manifestazione del pensiero se non addirittura
a giudizio degli interroganti un’applicazione di criteri dal forte sapore
intimidatorio dato il notorio impegno delle persone denunciate nelle battaglie
a difesa dell’ambiente e del territorio, si chiede di sapere quali urgenti
iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di verificare la
veridicità di quanto esposto ed in particolare valutare il presupposto fattuale
e normativo che ha determinato l’emissione dei provvedimenti limitativi della
libertà personale, considerato che con tali atti si inibiscono eventi
democratici volti a sensibilizzare la popolazione sui gravi danni alla salute e
all’ambiente che determinerebbe la costruzione di una centrale a biomasse e di
un gassificatore nell’area provinciale di Caserta”.
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