MISTERO CAVA FABRESSA SVELATO IN CONSIGLIO COMUNALE: LE AUTORIZZAZIONI NON ESISTONO

 

Calvirisortanews, 18 dicembre 2013

 

Calvi Risorta: MISTERO CAVA FABRESSA SVELATO IN CONSIGLIO COMUNALE: LE AUTORIZZAZIONI NON ESISTONO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Interpellanze e interrogazioni comunali, ma anche denunce, atti di messa in mora e… articoli da questo sito internet. Alla fine il consiglio comunale di Calvi Risorta per bocca del suo massimo rappresentante ammette: “Non risulta che ci siano autorizzazioni per l’attività svolta nell’ex cava Fabressa”. Già da oggi si procederà agli accertamenti attivati attraversi indagini di polizia urbana, e al resto provvederanno i carabinieri. Ma rimane un altro ultimo mistero da svelare: come è possibile che nessuno finora non aveva visto nulla? E i controlli sanitari che pure ci sono stati? È mai possibile che nessuno abbia chiesto la “patente” alla ditta all’opera? Dalle domande alle certezze.

 

L’incredibile rivelazione della mancanza di documenti è avvenuta durante il consiglio comunale di ieri dove Caparco, arrampicandosi sugli specchi, ha tirato fuori un pezzo di carta del tutto inutile: un foglio prodotto dalla Provincia che darebbe il permesso ad operare alla società per avviare l’attività di recupero della cava. Peccato che il foglio a cui fa accenno il sindaco, per sua stessa ammissione “non possiede nessun numero di protocollo”. Più pezzi di carta di cosi… Conclusione: l’attività in atto nella cava Fabressa non godrebbe, secondo quanto emerso in Consiglio, di nessuna autorizzazione. La cosa più incredibile è che il sindaco ha detto di non saperne nulla. Eppure le richieste di chiarimenti non sono mancate. Sono tutte restate, però, lettera morta. “Il sottoscritto Responsabile del Procedimento - si legge, infatti, in una richiesta di documentazione antimafia - rinnova la richiesta a codesta ditta di produrre la documentazione attestante il possesso del requisito previsto dal D.P.R, n° 34/2000 - certificazione S.O.A.” Poi c’è addirittura la diffida ufficiale a non operare.

 

“Nel contempo DIFFIDA lo ditta a NON dare inizio ai lavori ed a NON utilizzare nell'ambito del cantiere personale ed imprese diversi dalla Casertana Recuperi” della famiglia Iorio di Calvi Risorta. La revoca ufficiale è del 2005. “Si ingiunge a codesta Società di provvedere al ripiegare dei cantieri già allestiti e allo sgombero delle aree di lavoro e relative pertinenze; con "avvertimento che in caso di mancato rispetto del assegnato, provvederà d’ufficio con l’attribuzione di oneri e spese”. Il fatto è che a contratto revocato, la ditta ha continuato a lavorare. La cosa più strana (vedi un po’ i casi della vita) è che mentre il blocco è avvenuto con Zacchia sindaco (e poi non si è saputo più nulla, nemmeno un controllo), la riattivazione di cui nessuno dice di saperne nella, coincide come data al ritorno sul trono di Caparco. Le prove? Eccole: sotto Caparco si tiene la gara, era l’anno 2004. Arriva Zacchia e blocca tutto, siamo nel 2005. Ritorna Caparco (stavolta siamo nel 2009) ed ecco che la ditta riprende a lavorare nella cava. Oggi, si scopre che nessuno ha mai emesso le autorizzazioni. In attesa di vedere gli sviluppi legali del caso cava Fabressa, vanno anche dati dei meriti. A scoperchiare il secchio dei rifiuti (l’esempio non è casuale) sono stati i consiglieri comunali Nicola Cipro e Giovanni Marrocco. Anzi, è stato proprio Marrocco ad incalzare Caparco sulla questione cava.

 

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