La
sollevazione colorata dell’Agro Caleno
Young,
26 ottobre 2013
Marco
Miggiano
Quando
arrivi in una piazza e ti accorgi immediatamente che la gran componente del
corteo che da lì a poco si muoverà è costituita da tante mamma e da altrettanti
papà, in piazza con i loro figli, accompagnati a loro volta da maestre ed anche
da diversi nonni e nonne, allora capisci che una piccola città di provincia
esprime più consapevolezza, più determinazione, più progettualità politica di
tanti altri centri urbani più popolosi e con grandi tradizioni di lotta.
Quando
vedi, finalmente, in una piazza sorrisi, palloncini, bandiere di tanti
comitati, canti, tammorre e tantissimi colori allora
inizi a capire che forse sia ormai passato il tempo delle tante fiaccolate per
la vita e marce funebri organizzate in queste ultime settimane dagli
innumerevoli comitati spontanei sorti un po’ ovunque tra Napoli e Caserta
grazie all’intervento di alcuni parroci che, sicuramente spinti da una genuina
voglia di riscatto collettivo, non riescono però ad andare oltre a quella
silenziosa e nera marcia.
Quando
vedi che in testa al corteo sfilano le Mamma
Calene, che tengono stretti per mano i loro figli, ti rendi
conto che non servono tanti vip, attori, prime donne o capi popolo per
costruire l’immaginario intorno ad una lotta e farla crescere mediaticamente.
Per fare ciò, ci sono le comunità che vivono e lottano in quei territori,
unitamente, portando nella stessa piazza tre, quattro generazioni diverse che
scelgono insieme di resistere.
Quando
vedi che un blocco stradale è effettuato da una quantità indefinita di bambini
e bambine, sempre accompagnati dalle loro maestre e dalle loro mamme, che in un
grandissimo cerchio giocano tra bandiere e canti popolari, con alle loro spalle
quegli enormi tir pieni di qualsiasi merce che quotidianamente sfrecciano su
quell’arteria stradale, allora ti rendi conto che la vera sollevazione sta nei
loro sorrisi, nei loro volti e nei loro canti. Perché se oggi circa 2000
persone sono scese in strada a Calvi
Risorta, piccolo comune in provincia di Caserta, per chiedere
l’immediato blocco dei finanziamenti ministeriali già stanziati per la
costruzione di una centrale a biomassa è anche per loro, è soprattutto per il
futuro di quel territorio e delle generazioni future.
Il
Comitato per l’Agro
Caleno ha chiamato a raccolta, infatti, tutti coloro che nel
corso di questi mesi hanno dimostrato la loro contrarietà al progetto della Iavazzi Ambiente di
costruire quella centrale all’interno di una ex fabbrica in disuso dagli anni
ottanta, attualmente sede esclusivamente di rifiuti urbani e di piccoli focolai
tossici. Alla giornata hanno risposto in tanti da tutta la provincia, anche da
Napoli e da Giugliano; ma oggi possiamo tranquillamente affermare che è stata la marcia della dignità di un’intera
comunità, oggi è stata la rivolta dei bambini delle scuole elementari di tutta
Calvi Risorta. Sono stati loro i veri protagonisti, con i loro
cori spontanei e la loro voglia di continuare a vivere in un ambiente sottratto
alla logica dominante del profitto a tutti i costi. Perché nell’Agro Caleno
quella della centrale a biomassa è solo l’ultimo tassello di un progetto di
devastazione ambientale iniziato più di venti anni fa, figlio di un progetto
più ampio di distruzione di massa che vede la gran parte della Campania
destinata a patire sotto bombe ecologiche, fumanti o interrate che siano.
Un
corteo multiforme ed eterogeneo quello di oggi che ha attraversato tutta la
cittadina di Calvi Risorta per terminare con un pacifico e colorato blocco
stradale, durato per circa trenta minuti, che ha di fatto bloccato l’arteria
principale di questo territorio, la strada
statale Casilina che porta fino a Roma. Al termine del blocco
stradale si è svolta una breve assemblea pubblica precisando quelle che sono le
richieste del comitato ovvero: il
blocco del progetto relativo alla costruzione della centrale nella struttura
abbandonata della Ex Pozzi, il blocco immediato dei finanziamenti ministeriali
già stanziati a tal fine e una richiesta di spiegazione riguardo tutti i
disastri ambientali nell’Agro Caleno. Il comitato ha, inoltre,
presentato un dossier costruito dal basso sulla devastazione ambientale che
verrà presentato di volta in volta a tutte le comunità del territorio, passando
per le scuole, le parrocchie, per le piazze. I manifestanti hanno, infine e
probabilmente ottenuto, un incontro con l’Assessore Regionale all’Ambiente Giovanni Romano.
Il
futuro della Campania intera sta nelle piazze, nelle strade, nelle assemblee di
questa meravigliosa regione ed oggi quelle mamme, quei bambini e i tanti
attivisti presenti hanno dimostrato che una piccola cittadina di provincia ha
la capacità di sollevarsi in maniera collettiva e creativa, senza divisioni e
senza capi popolo. In queste terre di provincia le comunità stanno imparando a
difendersi da sole e a non delegare più le loro decisioni a chi ha devastato e
distrutto l’intero territorio. Da queste comunità c’è solo da prendere esempio.
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