Antichità di Cales: il ritrovamento di un antico poemetto

Caserta24ore, 29 settembre 2013

Giuseppe Martino

Gentile direttore,

in riferimento ai suoi articoli sulle antichità di Cales e della scoperta di un opuscolo che ne canta le gesta, Le racconto la mia storia: avevo cercato invano per anni la pubblicazione di Francesco Grande di Sparanise.

Un mio zio, Pasquale Izzo, illustre caleno, mi aveva parlato della poesia quando io avevo circa 12 anni. Mi aveva anche parlato della personalità di Francesco Grande, medico e poeta di Sparanise da lui frequentato per aver sposato una sua nipote. Ne parlava con me, ancora piccolo, per le mie insistenti curiosità sull’antica Cales. Mi aveva recitato anche alcuni versi che, oltre a ricordarli frequentemente, mi erano entrati da subito nella mente e nel cuore.

Oggi, settantenne lontano da Calvi, ho cercato e ricercato la pubblicazione tra amici, parenti e conoscenti, senza successo. Ho continuato, con la passione “del cacciatore d’oro” e, finalmente, dopo un accorata telefonata-richiesta al Museo Campano di Capua, ho ricevuto una fotocopia della poesia a Lei e ai suoi lettori ormai nota, inviatami dal responsabile bibliotecario.

In seguito il suo giornale, con grande sensibilità, ha colto questa occasione per far risorgere Calvi nell’animo dei giovani caleni e per dare, attraverso i valori espressi nel componimento poetico trovato, speranza e fiducia nel futuro.

Sicuramente il merito che posso vantare è quello di aver riportato a conoscenza una bella poesia, ma per il resto, pur sentendomi come il “pavone quando fa la ruota”, devo precisare che la pubblicazione raccoglie le poesie dell’autore che è Francesco Grande.

Nel ringraziarLa dell’attenzione e di quanto riterrà opportuno fare per dare a Grande quello che gli spetta e a me, per aver caparbiamente cercato quei bellissimi versi, La saluto cordialmente.