Rifiuti tossici sepolti nell’area “calcidrata”?
Finalmente interviene la magistratura a pochi passi da noi
Comune di Pignataro, 21 settembre 2013
Salvatore Piccolo
Il Corpo Forestale dello Stato, nell’ambito
di una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, ha finalmente
sequestrato il sito abbandonato della cave dismessa nota ai residenti come “Calcidrata” nel territorio comunale di Sparanise. Si tratta
di una vecchia cava situata a pochi metri dal centro abitato e da una scuola,
posto dove sino ad ora indisturbati potevano giocare, e vi giocavano, i bambini
del posto.
Da tempo in molti hanno sospettato che il posto potesse essere stato utilizzato
dalla camorra come discarica abusiva di rifiuti tossici e nocivi soprattutto
quando, anni addietro, il comando di Polizia Municipale di Sparanise segnalò
l’anomala accensione di fuochi provenienti dal sottosuolo. Un fenomeno quello
dei fuochi che si alimentano dal terreno ben descritto nel libro “Gomorra” dello scrittore Roberto Saviano. Recentemente
sulla base di alcune dichiarazioni e segnalazioni di pentiti in altre parti
della Provincia di Caserta sono stati rinvenuti fusti tossici e nocivi
occultati in pieno centro cittadino.
La verifica era urgente e la preoccupazione dei cittadini molto fondata. Adesso,
seppure con qualche ritardo, arriva la magistratura, non è dato sapere se
quella ordinaria della Procura di Santa Maria Capua Vetere oppure si tratta di
un’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia che si occupa, appunto, del
contrasto alla camorra.
I cittadini onesti naturalmente plaudono all’iniziativa della magistratura ed
esprimono grande fiducia nell’operato della Procura, siamo certi che quanto prima
l’inchiesta si concluderà, il sito sarà bonificato ed eventuali responsabilità
penali accertate ed i colpevoli assicurati alla giustizia. Si tratta di reati
gravi che vedono come persone offese i cittadini di Sparanise. D’altra parte
nel nostro territorio aumentano esponenzialmente i casi di patologie tumorali,
che a volte colpiscono anche bambini, e la preoccupazione e con essa
l’indignazione sono legittime.
Quello che non è accettabile appare la dichiarazione del sindaco di Sparanise,
il ragioniere Mariano Fausto Sorvillo. Questi ha dichiarato testualmente: ”Con
riferimento alle notizie nelle quali si fa riferimento alla presenza di
eventuali rifiuti tossici e nocivi e comunque legati a sversamenti di natura
illegale, fatto che ha già alimentato da questa mattina allarme e crea
preoccupazione nella cittadinanza, e considerato che i lavori effettuati in
data 19 settembre, sono visibili dal ciglio della strada provinciale
Sparanise-Francolise, e che evidentemente sono associati alle indagini avviate dalla
spettabile Procura in questi ultimi tempi; visto che l’area stata posta sotto
sequestro dal Corpo Forestale dello Stato, come si evince dai numerosi cartelli
esposti lungo il perimetro della zona; tenuto conto che il segreto delle
indagini debba essere comunque rispettato; vi invitiamo a tenere presente che
un minimo di informazione, anche per evitare strumentalizzazioni di ogni tipo
legate alla non conoscenza dei fatti che stanno creando un forte allarmismo ed
una conseguente turbativa sociale, ad avere, nel rispetto delle indagini in
corso, un minimo di informazione utile a fare chiarezza in merito alle
operazioni, probabilmente ancora in corso, in zona “calceidrata”
a Sparanise” (dichiarazione testuale rilasciata alla stampa.)
Lasciamo perdere per la forma del comunicato sia laddove la Procura della
Repubblica viene definita spettabile come si usa per indirizzare una
comunicazione ad una qualsiasi società commerciale sia dove si parla di
turbativa sociale (?!) in maniera lessicalmente inappropriata, quello che preme
sottolineare è l’inaccettabile contenuto della comunicazione.
Non sono le indagini in corso a creare preoccupazione nei cittadini. Neppure è
possibile dire che l’inchiesta della magistratura può essere strumentalizzata.
I cittadini sono preoccupati perché comprendono ed hanno capito già da tempo
che in quella zona qualcosa non va. Sono preoccupati che in quell’area siano
stati sepolti rifiuti tossici e nocivi, come è accaduto in altre parti della
Provincia dove forte era la presenza della camorra. Preoccupazione più che
fondata semplicemente osservando la zona e comprendendo che se dal sottosuolo
si sprigionano fuochi non può essere un fenomeno naturale. L’area versa nel più
totale abbandono da tempo e non risulta che il sindaco di Sparanise abbia mai
fatto qualcosa per bonificare l’area. Sulla vicenda è intervenuto l’Avv.
Salvatore Piccolo, consigliere comunale in passato assessore della medesima
giunta Sorvillo. Durante la mia presenza in amministrazione, ha affermato
Piccolo, mi feci carico del problema e tentai di proporre la bonifica dell’area
attraverso lo svuotamento e la bonifica della cava con il riempimento di
materiale ambientale appositamente trattato da una impresa specializzata come
avvenuto nella vicina Calvi Risorta nella cava esistente sulla strada
provinciale Sparanise-Calvi Risorta. Di questo il sindaco venne informato in
prima persona dallo scrivente che informò anche di aver appreso dalla Polizia
Municipale del fenomeno dei fuochi nella cava “Calceidrata”.
L’impresa presentò anche un progetto di massima, a costo zero per l’Ente, che
venne sottoposta all’attenzione del sindaco. Naturalmente il sindaco aveva
altre priorità ed il progetto venne abbandonato. Oggi del problema si sta
facendo carico la magistratura che sta colmando un vuoto creato dall’inerzia di
chi sapeva, poteva fare e non ha fatto. Altro che strumentalizzazione, parola
per altro sempre presente nei comunicati del primo cittadino di Sparanise.
Attendiamo fiduciosi l’evolversi delle indagini che siamo certi saranno rapide
e siamo sicuri che i magistrati sapranno anche individuare responsabilità
penali omissive e commissive per eventuali reati consumati in danno dei
cittadini nell’area “Calcidrata”.