COMUNICATO STAMPA DEL PRESIDENTE
DELL'ASSOCIAZIONE DEMETRA
Luciana Antinolfi, 067 giugno 2013
La salvaguardia del territorio è uno degli scopi che emergono dallo Statuto
dell’Associazione Demetra. Un territorio che è da millenni a vocazione
prevalentemente agricola. E’ il cuore della “Campania felix”,
il giardino di Terra di lavoro. Un territorio il nostro che comprende una vasta
area archeologica, che se opportunamente valorizzata potrebbe contribuire a
migliorare l’economia regionale e quella nazionale. Producendo anche effetti
positivi di ordine culturale che sociale. Attualmente, grazie alla azione
svolta dalla Soprintendenza Archeologica, nel Comune di Calvi Risorta sono
stati effettuati interventi di scavo, restauro e valorizzazione sul Teatro
romano, e stanno per completarsi i lavori di restauro del Castello aragonese.
Il nostro impegno, sia come Associazione che come gruppo politico, sarà
quello di collaborare e di tutelare l’immenso patrimonio che abbiamo ereditato
dai nostri avi, per tramandarlo integro ai posteri e per godere dei benefici
economici e sociali che tale azione comporta. Un impegno duraturo e continuato,
non da utilizzare come biglietto da visita solo ed esclusivamente in campagna
elettorale, come è stato sempre fatto nella storia recente dalle precedenti amministrazioni,
ma come momento di crescita politica e culturale necessaria per innescare quei
processi virtuosi che producano un effettivo e positivo cambiamento.
Purtroppo per decenni il nostro territorio è stato in balìa di
amministratori irresponsabili e di imprenditori senza scrupoli: martoriato da
traffici illeciti ed usato come discarica di rifiuti tossici e nocivi;
disseminato indiscriminatamente di attività estrattive abusive che hanno
prodotto lo smembramento di intere colline e infestato dall'istallazione
abusiva e selvaggia di antenne per la telefonia mobile. Dette istallazioni che
hanno fatto registrare un aumento vertiginoso delle patologie di cancro, di
intolleranze alimentari, di allergie e di malformazioni. Oltre al pericolo per
la salute si aggiungono i rischi sui prodotti agricoli e zootecnici che hanno
causato un forte calo sulla produzione.
Proprio su questo territorio, ignorato soprattutto dagli amministratori,
incombe una notizia a dir poco terrificante, l’edificazione di una centrale a
biomasse, nell’area ex Pozzi, posta a poche centinaia di metri dalla
importantissima area archeologica della Città di Cales. Ciò trova fondamento
nell’acquisto dei terreni da parte della Iavazzi srl, nel conseguimento a vantaggio della stessa società di una
importante promessa di finanziamento e nell’abbattimento, autorizzato, di
alcuni fabbricati che si trovano sulla zona. Desta già molta amarezza,
l’esistenza, sul territorio dell’Agro Caleno, di ecomostri lesivi per
l’ambiente. A Sparanise domina la Calenia Energia,
una centrale a turbogas, a Pignataro Maggiore la Biopower,
mai entrata in funzione per infiltrazioni criminali. Ne consegue che la
realizzazione di un nuovo colosso sarebbe improponibile nel nostro territorio,
non porterebbe alcun beneficio, anzi, al contrario arrecherebbe ulteriori
danni. Infatti dagli inventari europei delle emissioni di diossine e
idrocarburi, il primato assoluto spetta proprio alla combustione di biomasse,
inoltre bisogna chiarire che la biomasse non brucia solo legno, ma anche e
principalmente immondizia.
Perciò qualora la notizia fosse veritiera, riteniamo che l’area, già fortemente martoriata, non può e non deve accogliere quello che altro non è che un “inceneritore mascherato”. Chiediamo pertanto la collaborazione di tutte le Istituzioni e la partecipazione attiva di tutti i cittadini a manifestare il proprio dissenso. Difendiamo “la nostra terra” e diciamo “NO” all’istallazione della centrale.