AFFIDAMENTO DELLA RACCOLTA DEI RIFIUTI SENZA
GARA D’APPALTO ALLA “IMPRESUD SRL”: DENUNCIATE ALLA PREFETTURA E ALLA
MAGISTRATURA LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI DI CALVI RISORTA, SPARANISE E
PASTORANO
Pignataro Maggiore
News, 06 giugno 2013
Rosa Parchi
Una denuncia è stata presentata in questi ultimi giorni sull’affidamento
del servizio di raccolta dei rifiuti senza gara d’appalto nell’Agro caleno,
chiedendo alla Prefettura di Caserta, alla Procura della Repubblica di Santa
Maria Capua Vetere e alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli di fare
chiarezza sulla inquietante vicenda. Lo apprende “Pignataro Maggiore News” da
fonte fiduciaria solitamente bene informata, secondo la quale – inoltre –
oggetto della denuncia sarebbero le Amministrazioni comunali di Calvi Risorta,
Sparanise e Pastorano. Non a caso – aggiungiamo noi - la famiglia di
imprenditori Iavazzi, operante appunto nel
delicatissimo settore dei rifiuti, ha evidentemente attivato nell’Agro caleno
una serie di efficaci facilitatori professionali. La società “Impresud srl” (facente capo alla
famiglia Iavazzi), infatti, ha ottenuto in
affidamento diretto il servizio di raccolta dei rifiuti senza gara d’appalto da
ben tre Amministrazioni comunali, quelle di Calvi Risorta, Sparanise e
Pastorano, le stesse citate dalla nostra fonte come oggetto dell’esposto
indirizzato alla Prefettura e alla magistratura. Tali affidamenti si sono
verificati proprio mentre i fratelli Iavazzi (con
varie articolazioni societarie) hanno fatto segnare ulteriori successi, prima
acquisendo un terreno industriale in territorio di Calvi Risorta e poi
partecipando vittoriosamente al bando governativo nazionale per un forte
finanziamento finalizzato alla realizzazione in loco di una centrale cosiddetta
“a biomasse”, bollata dagli ambientalisti caleni in un comunicato stampa come
“mostruoso inceneritore di rifiuti”.
Nessun ostacolo rappresentano ormai per i fratelli Iavazzi
le perplessità espresse – sulla scorta di accertamenti delle forze dell’ordine
- a carico della “Impresud” dal prefetto pro-tempore
di Caserta in sede di “Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al
ciclo dei rifiuti” nella passata legislatura. Accertamenti posti alla base in
precedenza di un’interdittiva antimafia, quest’ultima
nei confronti della “Impresud” non più operante
perché annullata da una provvidenziale sentenza del Tar della Campania. In data
30 maggio 2013, il sindaco di Calvi Risorta, Antonio Caparco – alla bisogna
coadiuvato dall’assessore Pietro Martino, ingegnere dalle multiformi entrature
professionali, cristallizzate anche in documenti della Direzione distrettuale
antimafia di Napoli -, rispondendo ad una interrogazione dei consiglieri
comunali di opposizione, ha detto tra l’altro che agli atti del Comune
esistono, per ora, per quanto riguarda Iavazzi, solo
una “SCIA” (Segnalazione certificata di inizio attività) per la demolizione di
alcuni manufatti che ha definito “ruderi” e un frazionamento.
Da informazioni assunte – che chiediamo alle Autorità competenti di
valutare nella loro eventuale fondatezza -, sembrerebbe però che la “SCIA” non
sarebbe sufficiente per interventi di cui sopra, ma occorrerebbe il permesso di
costruire, trattandosi di demolizioni non fini a se stesse o per ristrutturazione
ma per fare posto alla costruzione di una mega-centrale cosiddetta “a
biomasse”. In più, per la demolizione di manufatti in area industriale,
sembrerebbe necessario il nulla osta del Consorzio Asi,
che non sappiamo se richiesto e ottenuto. Se tali informazioni dovessero
risultare fondate, non si potrebbe che bloccare immediatamente gli effetti
della citata “SCIA”. Non sappiamo essere più precisi in quanto siamo semplici
giornalisti, non tecnici della materia trattata in questo articolo. Da
giornalisti abbiamo anche appreso – secondo quanto dichiarato pubblicamente
dall’assessore Pietro Martino a margine del Consiglio comunale di Calvi Risorta
del 30 maggio 2013 - che a dire un gran bene del servizio della “Impresud srl” sarebbe il sindaco
di Sparanise, Mariano Sorvillo.
Pure a noi sembra opportuno che la Prefettura, la Procura della Repubblica
di Santa Maria Capua Vetere e la Direzione distrettuale antimafia di Napoli
accertino se tutto sia regolare o se – per ipotesi - vi siano stati
atteggiamenti di favore a beneficio degli imprenditori Iavazzi
da parte delle Amministrazioni comunali citate. Bisogna vedere se le
convergenti contingenze favorevoli ai citati Iavazzi
siano frutto di una incredibile concatenazione di casi fortunati o il sintomo
di un sospetto riassetto complessivo degli affari dei rifiuti. La trasparenza è
più che mai necessaria in un contesto fortemente permeato da interessi
camorristico-mafiosi (ci troviamo nell’area della centrale termoelettrica di
Sparanise voluta dalla famiglia Cosentino e dello scandalo Ce4-Ecoquattro), una
zona sotto lo stretto controllo di consorterie criminali potenti e sanguinarie.