Arte
e cittadinanza, così rivive l’anfiteatro di Capua
Corriere della sera, 04 giugno 2013
Articolo
segnalatoci dal nostro lettore Carmine Graziano, che aggiunge: se lo fanno loro, perchè noi
"CALENI" no?
Ci
sarà qualcuno a Calvi Risorta che si interessa anche di queste problematiche?
Una
ribellione all’incuria, all’oblio, all’indifferenza. Trasformare l’anfiteatro
di Spartaco, lo schiavo ribelle che sfidò l’impero e trascinò i gladiatori
nella più feroce delle guerre servili contro il potere di Roma, in centro vivo
del territorio, luogo di memoria tramandata e innovazione culturale affidato
alla cura della comunità. È la sfida di arte’m net,
consorzio di imprese d’eccellenza per la valorizzazione dei beni culturali che
sta per lanciare un progetto di cittadinanza e tutela del patrimonio artistico
pensato da un gruppo di giovani under-35 per uno dei siti più belli e
dimenticati d’Italia, l’antica Capua, oggi Santa Maria Capua Vetere in
provincia di Caserta. Un luogo di riscatto possibile.
Il
consorzio vincitore della gara europea ha finanziato interamente il sistema di
servizi integrati che ruoterà intorno all’anfiteatro romano eretto tra il I e
il II secolo d. C. e che comprenderà accoglienza, didattica, ristorazione biologica,
design, artigianato tradizionale. La forza del progetto, che sarà presentato
lunedì 10 giugno, sta nell’intreccio di saperi
diversi: saranno organizzati laboratori naturalistici e spettacoli teatrali,
allestiti spazi di lettura e studio con wi-fi libero,
promossi programmi di degustazione con prodotti di agricoltura biodinamica a
chilometro zero e coinvolti studenti della Seconda Università degli Studi
di Napoli. I ragazzi di arte’m hanno già realizzato
una mini-guida sulla città e preparano una nuova pubblicazione sull’anfiteatro
in collaborazione con la Soprintendenza.
“Vogliamo
creare uno spazio aperto per la comunità, un luogo d’incontro e dibattito che
sottragga l’area alla marginalità – spiega Alessandro Cabib,
coordinatore dei servizi per il consorzio –. Prima ancora che dai turisti,
questo patrimonio culturale dev’essere riscoperto dai cittadini”. “Cerchiamo di
dimostrare che di un sito archeologico, convenzionalmente concepito come
ricettacolo d’antico, si può fare un uso moderno” dice Giovanni Chianelli di arte’m.
Gli
stessi produttori di Amico Bio, società nata a Santa
Maria Capua Vetere che oggi conta ristoranti a Napoli, Londra e Berlino e che
si occuperà della parte gastronomica, finora non avevano mai investito nel loro
territorio.
Una
storia di intraprendenza e concretezza per far rivivere uno dei tanti tesori
abbandonati del Sud. Una risposta al degrado e alla rassegnazione.
In
bocca al lupo.