25 Aprile a Calvi Risorta: ricordo di D’Innocenzo

Il Casertano, 24 aprile 2013

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Una giornata all’insegna dei valori di uguaglianza, libertà e partecipazione; in poche parole sull’antifascismo, si terrà il 24 aprile a Calvi Risorta. La giornata organizzata dalla associazione Piccolalibreria80mq, giunta al suo quarto anno di attività, è una delle rare iniziative in occasione del 25 aprile che si terranno sul territorio casertano.

La manifestazione sarà dedicata ad uno dei protagonisti dell’antifascismo caleno nel ventennio nero: Benedetto D’Innocenzo, militante contro il regime mussoliniano, costretto al confino come dissidente politico, non ha mai cessato la sua lotta per la libertà. Il tema della memoria collettiva è di cogente attualità per questo ai volontari della associazione va un enorme plauso per la loro iniziativa che prevede anche l inaugurazione di una mostra fotografica sul tema dei Beni Comuni e di un concerto musicale.

Sarà apposta una targa in memoria dell’antifascista. La memoria collettiva è un flusso disperso fra varie fonti, racconti, testimonianze, che spesso possono contrastare con la storia ufficiale. Il flusso viene utilizzato dagli storici ufficiali, dai politici, dai giornalisti, dai testi scolastici e così via. Le possibili discordanze tra la storia ufficiale e quella non ufficiale, rendono la memoria collettiva pericolosamente anarchica e creano preoccupazione alle oligarchie e ai detentori del potere, che spesso strumentalizzano, occultano, pilotano il flusso. La storia può divenire un racconto fatto con oblii e dimenticanze. Quando i testimoni si estingueranno, la memoria tenderà a scomparire, gli ottantenni moriranno e l’interesse per i fatti scemerà.

Chi si preoccuperà di indagare i fatti avvenuti nella provincia di Caserta, che oggi i media raccontano fatta di giovani palestrati che fanno bella mostra dei propri muscoli e della propria ignoranza, di capobanda dai nomi leggendari, di collusioni mafiose tra clan camorristici e politici ambigui o corrotti? Ma chi è Benedetto D’Innocenzo? Il suo ruolo di militante è storicamente documentato soprattutto negli scritti di Giuseppe Capobianco, che è stato uno dei fondatori del Pci in Terra di Lavoro. Con Corrado Graziadei, amico e compagno di partito, condivise tutto il percorso politico “dagli anni bui” come li definisce Capobianco al periodo di confino a Tremiti ed insieme ricostruirono il Pci a partire dal 1938, allorquando rientrarono dal confino. Nel 1925 viene sorpreso ad affiggere manifesti contro il fascismo e fu da allora schedato dalla polizia fascista. La sua attività non cessò mai. Fu arrestato 37 volte. Veniva portato a Pignataro ma conobbe il carcere di Lucera e il confino alle isole Tremiti con Corrado Graziadei.

Taverna Mele, l’abitazione di D’Innocenzo ubicata sulla Casilina, è stata per anni una sede operativa in cui si tenevano congressi, si ospitavano militanti, si redigevano e stampavano documenti. Lì sono passati Celeste Negarville, Umberto Terracini, Antonio Gramsci, Giorgio Napolitano e tanti altri. Benedetto era un imprenditore, produceva le gazzose, amava la sua famiglia, amava la musica: suonava pianoforte chitarra e clarinetto ed adorava l’opera lirica. Era un uomo di parte: era comunista e antifascista. Contro la violenza, l’oppressione per la libertà e la democrazia.