DA UN “GATTO NERO” A G.I. JOE: UNA STORIA DI SALVEZZA PER CALVI

 

Luciana Antinolfi, 09 marzo 2013

 

Tutto ha inizio con una telefonata alla nostra redazione. All’altro capo del telefono, una voce dall’accento romano, un tono giovane… di un giovane di settantadue anni (non lo avrei mai creduto).

 

“Sono il dott. Giorgio Amante, ex giornalista della capitale; vorrei raccontarvi una storia che credo non conosciate ma che mi sembra giusto far conoscere alla vostra Calvi”. La voce molto piacevole e la crescente curiosità mi spingono ad ascoltare: sono sempre più presa non solo dai dettagli della storia, ma anche, decisamente, dalla passione che il mio interlocutore mette nel suo racconto, quasi come se la cosa lo riguardasse direttamente. L’ho subito percepito: il Sig. Giorgio Amante è decisamente una sorta di “uomo d’altri tempi”, di quelli che facevano della loro professione una “passione di vita”.

 

Ma veniamo alla storia. Guidato dalla curiosità di un simbolo raffigurante un gatto nero su uno sfondo rosso, il nostro giornalista inizia delle ricerche che lo conducono a Londra e, infine, a Calvi, nello scenario della Seconda Guerra Mondiale. Emerge, così, che il simbolo che aveva tanto incuriosito il giornalista era quello della 56esima Divisione di Fanteria di Londra, uno dei maggiori eserciti territoriali britannici impegnati sia nel primo che nel secondo conflitto mondiale e giunta in Italia nel Settembre 1943 per prendere parte, tra l’altro, alla battaglia di Montecassino.

 

Ma ora facciamo un passo indietro. Molti sapranno che, durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, furono impiegati diversi animali come veri e propri mezzi di comunicazione. In particolare, si comprese che il piccione viaggiatore era quello che meglio di tutti gli altri si prestava alla funzione di “messaggero”. Il potere centrale, infatti, grazie all’impiego di questo volatile, era in grado di ricevere informazioni tempestive sugli eventi che riguardavano le località più periferiche dei loro domini.

 

Torniamo all’evento storico in questione. Dopo aver attraversato il Volturno nell’Ottobre 1943, la 56esima Divisione britannica entrò nella città di Calvi vecchia. Il tentativo di comunicare via radio con l’esercito statunitense, al fine di annullare un bombardamento pianificato sulla città, fallì. Come ultima risorsa, la Divisione liberò un piccione viaggiatore chiamato G.I. Joe, il quale, dopo aver volato per venti miglia, riuscì a consegnare un messaggio agli alleati appena prima che il piano fosse attuato. Dunque, Calvi era scampata all’attacco aereo e i Caleni erano salvi grazie all’intervento tempestivo di un piccione. Si calcola che siano state risparmiate circa cento vite umane.

 

L’augurio del giornalista, che noi dell’Associazione Culturale Demetra abbiamo accolto e condiviso, è che il nostro paese possa non solo conoscere e divulgare questa splendida storia, ma anche rendere omaggio alla memoria di questo “eroe” a quattro zampe.

 

Maria Marcella Izzo