QUESTURA DI LUCCA: DURO COLPO INFERTO AL CLAN
SAETTA
Lucca, 28 febbraio ‘13
La Polizia di Stato ha inferto un altro
duro colpo al clan Saetta, composto da pregiudicati di origine campana dediti
in Versilia all’usura, alle rapine ed ai reati contro la persona. Appena una
settimana fa, nell’ambito dell’operazione Habibi, la Squadra Mobile della Questura di Lucca
aveva eseguito misure cautelari restrittive nei confronti di 4 soggetti, tra
cui il capoclan Saetta Vincenzo, per i reati di intestazione fittizia dei beni
ed usura, sequestrando immobili e conti correnti per circa 2 milioni di euro.
Stamani i poliziotti lucchesi, con l’ausilio
dei colleghi della Squadra Mobile di Firenze e del Commissariato di Pubblica
Sicurezza di Viareggio hanno arrestato i vertici del clan, su ordine della
Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze (PM dr. Aldo Ingangi,
applicato dalla Procura della Repubblica di Lucca e GIP del Tribunale di
Firenze dr. Angelo Antonio Pezzuti):
1. Saetta Vincenzo detto Enzuccio, nato a Napoli nel 1971, res.
Viareggio (LU) : custodia cautelare in carcere;
2. Discetti
Alessandro, nato
a Napoli nel 1973, res. Viareggio (LU) (cognato di Saetta Vincenzo e “numero
due” del clan): custodia cautelare in carcere;
3. Saetta Marco, nato a Napoli nel
1978, res. Viareggio (LU) (fratello di Vincenzo): custodia cautelare in
carcere;
4. Pizzi Angelo detto Angioletto,
nato a Salerno nel 1967, res. Viareggio (LU): custodia cautelare in
carcere.
I quattro sono accusati del tentato
omicidio, aggravato dal metodo mafioso, del cittadino rumeno Petrovici Stefan, 35enne residente a
Viareggio al quartiere Varignano, e del connesso reato di porto in luogo pubblico
di arma comune da sparo, fatti avvenuti in via Paladini a Viareggio in data 25
ottobre 2011; Discetti Alessandro e Saetta Vincenzo anche di
rapina, lesioni personali e porto di oggetti atti ad offendere, per una
aggressione in danno del medesimo cittadino rumeno, avvenuta il giorno
precedente e per analogo movente. Nello specifico, ad esplodere sei colpi con
una pistola cal. 7,65 contro l’ autovettura lato guida condotta dal Petrovici Stefan, dei quali tre attinsero alle gambe la vittima, che fu
sottoposta ad intervento chirurgico d’ urgenza presso l’ Ospedale Unico della
Versilia di Lido di Camaiore (LU) fu materialmente il Discetti Alessandro,
considerato il “picchiatore” del gruppo criminale, a bordo di un motoveicolo
guidato dal Pizzi Angelo, su mandato del Saetta Vincenzo e con l’appoggio
logistico del Saetta Marco.
Il delitto era stato pianificato ed
eseguito dal vertice del clan Saetta per punire la vittima della mancata
restituzione delle chiavi di un’ autovettura Mercedes ML bianca, presa in leasing
da uno zio dei Saetta presso una società di Firenze, consegnata al Petrovici per esportarla illegalmente in Germania,
simulando il furto come avvenuto in Italia dietro corrispettivo di 17.000 euro,
e con l’accordo della successiva restituzione di entrambe le chiavi di
accensione in dotazione. Per ottenere il risarcimento occorreva difatti, come
usualmente previsto da una clausola dei contratti di assicurazione contro il
furto, consegnare le due chiavi della autovettura alla società assicuratrice,
accordo a cui il Petrovici non aveva
ottemperato, scatenando l’ira dei Saetta che avevano dapprima malmenato
il rumeno in piazza Carlovy Vary
a Viareggio, per poi deciderne l’indomani una punizione più incisiva atteso che
il medesimo, dopo essere stato percosso e rapinato di una catenina d’oro dal
duo Saetta-Discetti, aveva “osato” recarsi sotto casa del boss con alcuni suoi
connazionali, danneggiandogli un’autovettura e minacciandolo platealmente.
L’operazione è scattata a partire dalle h
05.00 di stamani, in contemporanea con la parallela operazione che ha portato
alla esecuzione di 19 misure cautelari restrittive, eseguite dalle Squadre
Mobili di Firenze, Caserta e Lucca ed ai sequestri patrimoniali, affidati al
Centro Operativo toscano della D.I.A. ed in parte al Nucleo di Polizia
Tributaria della Guardia di Finanza di Lucca, in esito ad una corposa indagine
su infiltrazioni del clan dei casalesi in Versilia.
Questa importante indagine testimonia la
perfetta sinergia investigativa tra le Direzioni distrettuali Antimafia delle
Procure di Napoli e Firenze, la Procura di Lucca e tra queste e le Squadre
Mobili delle Questure di Firenze, Lucca e Caserta che hanno operato. Tra i 19
arrestati, accusati di gravi reati tra cui associazione a delinquere di stampo
camorristico, estorsione (in danno di altri imprenditori edili specie di
origine casertana e operanti in Versilia) e traffico di armi, 8 originari
del casertano risiedono in Versilia:
1. Lucariello Maria
Grazia,
nata a Caserta nel 1969, residente al q.re Marco Polo a Viareggio, dove
gestisce un negozio di latticini;
2. Mundo Salvatore, nato a Napoli nel
1968, residente a Viareggio e marito della Lucariello;
3. Di Porto Maurizio, nato a San
Cipriano d’Aversa (CE) nel 1962, residente a Torre del Lago, imprenditore
edile;
4. Garzillo Nicola, nato a Napoli nel
1968, residente a Torre del Lago, imprenditore edile;
5. Galante Franco, nato ad Orta di
Atella (CE) nel 1965, residente a Torre del Lago;
6. Sglavo Giovanni, nato a Marinaro
(CE) nel 1954, residente a Torre del Lago;
7. De Chiara
Guglielmo, nato
a Milano nel 1977, residente a Viareggio;
8. Di Ronza Stefano, nato a Gricignano
di Aversa (CE) nel 1962, residente a
Massa.
La
conferenza stampa per questa ultima operazione è prevista alle h 11.00 presso
la D.D.A. di Napoli.