IL SAGGIO DI MESOLELLA "SANTILLO, IL BRIGANTE DEI BORBONI"

Gazzetta di Caserta, 27 febbraio 2013

E' stato appena pubblicato un interessante saggio del preside Paolo Mesolella sulla leggendaria figura di Nicola Santillo, il garibaldino di Calvi che abbandono l'eroe dei due mondi per diventare brigante del re Francesco II. Una metamorfosi la sua che é sintomatica di quel periodo storico in Terra di Lavoro. Il saggio, pubblicato nel numero di febbraio del mensile di storia e cultura “Il Sidicino", rappresenta uno dei primi studi sul brigante-garibaldino caleno.

Nicola Santillo era un focoso brigante di Zuni, che organizzò la reazione nell'Agrocaleno, a fine marzo 1861, con una banda di trentacinque persone. Si era sparsa la voce del ritorno del re Francesco II nel Regno e lui con altri briganti si attivarono per assaltare la guardia nazionale. Nicola Santillo nel 1860 aveva abbandonato moglie e figli per aggregarsi ai garibaldini della legione del Matese organizzata dal liberale Salvatore Pizzi ed aveva combattuto contro i borbonici in nome di Vittorio Emanuele, poi però passò nella reazione.

Probabilmente, perché mosso dalla delusione verso le promesse fatte da Garibaldi ai contadini; promesse sbandierate ma mai mantenute. Nicola aveva lavorato nei campi e nella costruzione di strade ferrate. L‘8 aprile 1861, Nicola Santillo issò sulla montagna di Rocchetta una bandiera bianca, come quella napoletana e la fece sventolare per quattro giorni. In quello stesso punto, accorsero uomini da Zuni, Visciano, Petrulo, Rocchetta, Riardo e Pignataro per organizzarsi. Nicola Santillo, il capo, promise ai volontari 50 carlini al giorno e si pose sul capo una coppola dove aveva posto un cartone con scritto, “Viva Francesco II".