IL DIRITTO ALLA VITA? RIMARRA’ UN IMPERATIVO CATEGORICO
Gazzetta di Caserta, 04
gennaio 2013
Il preside Paolo Mesolella,
in merito all’aborto, replica al comunicato di Piccola Libreria 80 mq “il diritto
alla vita é un diritto primario, irrinunciabile – scrive
– poi viene quello della libertà individuabile, perché con l'aborto decidiamo
noi della vita altrui.
E' comodo, oltre che facile,
infatti, decidere di uccidere un bambino, quando nostra madre ha deciso (per
noi) di farci nascere. Nella "scelta sempre dolorosa fra diritti
incompatibili, il primo, quello del concepito, é
fondamentale", in quanto "con l’aborto si dispone di una vita
altrui". Questo non lo ha detto il Papa, o qualche vescovo, o un prete.
Non l’hanno detto nemmeno Madre Teresa di Calcutta, Don Benzi, Oriana Fallaci,
Martin Luther King, Dietrich Bonhoeffer ed altri (che
pure lo hanno pensato). Lo ha detto un filosofo
laico Norberto Bobbio. Nel clamore delle polemiche che scatena l’aborto (a
volte perfino rabbia anonima) c’é da ricordare Norberto
Bobbio. L’8 maggio del 1981, alla vigilia del referendum, il maestro laico di
“Diritto e Libertà”, rilasciò a Giulio Nascimbeni, un’intervista
per il Corriere della Sera.
In essa, con pacatezza;
ribadiva ”il diritto fondamentale del concepito, quel diritto di nascita sul
quale, secondo me, non si può transigere. E’ lo stesso diritto in nome del
quale sono contrario alla pena di morte. Si può parlare di depenalizzazione
dell'aborto, ma non si può essere moralmente indifferenti difronte all’aborto".
Spiegava: "Nella scelta sempre dolorosa fra diritti incompatibili",
“il primo, quello del concepito, è fondamentale", in quanto “con l'aborto
si dispone di una vita altrui". E poi concludeva: "Vorrei chiedere
quale sorpresa ci può essere nel fatto che un laico consideri come valido in
senso assoluto, come fu imperativo categorico, il non uccidere. E mi stupisco a
mia volta che i laici lascino ai credenti il privilegio e l'onore di affermare
che non si deve uccidere”.
Perché, in un momento in
cui si cerca non di eliminare la legge 194 - ma di migliorarla - e creare una
cultura consapevole della realtà dell'aborto, cosi pochi ricordano Norberto
Bobbio e queste sue parole di assoluta chiarezza, molto più difficili da dire
allora che non oggi? Forse perché dette in tono pacato, con l’animo di chi
aborre le eccitazioni collettive e le scalmanate di piazza, mentre oggi prevale
chi si arrabbia, chi offende, chi non tollera il pensiero altrui e addirittura
minaccia. Le discussioni di oggi sono altamente meritorio, perché aiutano,
contro ogni rassegnazione; a guardare in faccia cos’é
l'aborto. Diceva Oriana Fallaci in “Lettera ad un bimbo mai nato" che “un
figlio non é un dente cariato". Non lo si può estirpare
con un dente e buttarlo nella pattumiera, tra il cotone sporco e le garze. Un figlio
é una persona, e la vita di una persona é un “continuum" dall'attimo in cui viene concepito al
momento in cui muore. Il diritto alla vita quindi é
un diritto essenziale e primario dell’essere umano».