Monastero di San Salvatore di Monte Caprario:
meta di molti caleni e paesi limitrofi a Calvi Risorta
Michele Caruso, 20 ottobre
2012
Ai piedi di una balza
rocciosa quasi inaccessibile, a quota 857 metri s.l.m., sorge il monastero
maschile di San Salvatore del monte Caprario
dipendenza dell'abbazia di San Salvatore Telesino. Il Monastero si staglia al
di sopra della frazione di Croce. Proprio per il suo pacifico isolamento e per
la frescura del suo clima, fu scelto nel 1089 da Sant’Anselmo d'Aosta: qui il
Primate di Canterbury scrisse una delle sue opere più importanti, il Cur Deus Homo.
L‘evento é fedelmente
raccontato da Eadmero, suo discepolo prediletto che
lo accompagnava nel viaggio che così descrive San Salvatore: “Igitur habitatio nostra
in montis erat summitate locata, a turbarum
tumulto istar solitudinis vacua” “la nostra
dimora era situata nella sommità dei monti, libera dal tumulto delle folle come
se si fosse nel deserto”.
Proprio per il
raccoglimento che ispirava il luogo e per la sua frescura, San Salvatore venne
scelto come residenza del Padre della Scolastica: l'allora Abate dell'Abbazia
di San Salvatore Telesino (di cui San Salvatore in Monte Caprario
era una dipendenza) era stato discepolo di Sant'Anselmo quando questi insegnava
teologia presso la normanna abbazia di “Notre-Dame du
Bec” perciò offrì ospitalità al Maestro presso la sua
grangia perchè il teologo, che era in avanti con gli
anni, soffriva la calura estiva in pianura. Si inerpicò fino a questo luogo
scosceso ed isolato, solo per poter conoscere il Doctor Magnificus (come Anselmo verrà chiamato)
il Re Ruggero il Normanno, che abbandonerà l‘assedio di Capua per due giorni
per questo incontro.
Per quanto riguarda la sua
storia, dopo la visita di questo illustrissimo personaggio, si deve iniziare con
l‘anno 1301, quando Bonifacio VIII affida il monastero alla mensa episcopale di
Calvi in usus proprios,
assicurando però una rendita proveniente dai beni del monastero vita natural durante (Bonifacio VIII, II 4017). Qualche tempo
dopo la presenza dei benedettini cesserà. Altre notizie risalenti a quegli anni
si trovano nelle Rationes Decimarum
degli anni 1308-1310, in cui è detto che il monastero paga 10 tarì, pur essendo
stimato il suo valore a cinque once (Iguanez, RDC
1427).
Nella relazione ad limina del Vescovo di Calvi del 1593, il monastero viene
nominato come abbazia benedettina sita in Croce. Il Penna, che aveva a cuore la
storia ecclesiastica della Diocesi di Calvi, nel 1883 descrive l'abbazia come
sita "...da noi detto San Salvatore, dall’altre popolazioni nominato Monte
Maggiore... eravi una volta un Convento di Monaci
Benedettini, ora una cappella detta San Salvatore, ove non si sale che per un
sentiero, serpeggiando, dopo molto stento e fatica". Tuttora la Chiesa del
San Salvatore non solo esiste, ma é anche meta di pellegrinaggi e oggetto di
particolare devozione da parte delle popolazioni dei paesi del Montemaggiore.
Sono ancora ben leggibili nella chiesa (lunga circa 16 m. e larga 4,50 m.) ed
in ciò che resta della cripta e del sottotetto la presenza monastica: nella
chiesa, una volta superata l'infilata di volte a vela ed oltrepassato l'altare,
si può scorgere ancora il coro ed il sedile dell'Abate.
L'altare fu rifatto con
l'offerta di un devoto nel 1945 e dietro questo recente rivestimento, potrebbe
trovarsi quello antico. La facciata subì delle modifiche: la porta fu spostata
dal centro verso destra, e ciò forse a causa di un terremoto devastante che
avvenne in età aragonese. Ciò avrebbe portato dunque al crollo della facciata
originale (che poteva essere simile a quella del tempo, ovvero al centro della
facciata e con un arco ogivale) ed al crollo del monastero vero e proprio
situato al piano superiore, di cui sopravvive il vano Sud ora sottotetto. L‘accumulo
delle rovine dovute al terremoto, spiegherebbe anche perché il livello della
chiesa sia più basso rispetto al piano esterno. La cripta invece é molto alta e
ciò sarebbe spiegabile o con la necessita di rialzare il piano della chiesa o
alla sua primitiva funzione di magazzino: sicuramente in seguito sarà cripta funeraria
poichè durante i lavori di risistemazione della sua
pavimentazione furono ritrovate le ossa di quattro-cinque persone.
La cripta é parzialmente
scavata nella roccia ed ad una quota inferiore rispetto alla cisterna. Il
monastero é sospeso per tre lati sul vuoto e l'unico varco era un passaggio ad
Ovest guardato da un muro di cinta robusto qualche metro: ciò fa di san
Salvatore un monastero-fortezza, ovvero munito di sistemi di difesa per
proteggere la comunità monastica ed i suoi beni dagli assalti durante tempi difficili.